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L’INDICE <strong>PENALE</strong>, 1/2011<br />

Fra gli altri lavori giovanili particolarmente significativa dello straordinario<br />

patrimonio culturale di Sandro Calvi si rivela la lunga recensione<br />

pubblicata nel 1963 sulla Rivista italiana di diritto e procedura penale alle<br />

monografie di Heinrich End, Existentielle Handlungen im Strafrecht (Die<br />

Pflichtenkollision im Lichte der Philosophie von Karl Jaspers), e Alessandro<br />

Baratta, Antinomie giuridiche e conflitti di coscienza (Contributo alla filosofia<br />

e alla critica del diritto penale). Questa recensione dimostra, per un<br />

verso, la sicura padronanza che il giovane Calvi ha della dogmatica penalistica<br />

e, per altro verso, l’apertura ad un inquadramento filosofico delle<br />

grandi tematiche del diritto criminale.<br />

Tralasciando i numerosi scritti dedicati alla parte generale e speciale<br />

che vengono pubblicati negli anni Sessanta, è la pubblicazione della monografia<br />

nel 1967 ‘‘Tipo criminologico e tipo normativo d’autore’’ a rappresentare<br />

il frutto più significativo della decennale attività di ricerca. Nel ponderoso<br />

volume Sandro Calvi analizza la tematica dei rapporti tra teoria del reo<br />

e teoria del reato, sottolineando il carattere autoritario e antidemocratico,<br />

rinvenibile in ogni forma storica di diritto penale soggettivo, di un sistema<br />

che rinneghi i dati oggettivamente fondabili di una tipologia criminologica<br />

per aprire le porte ad una tipologia soggettiva fondata su labili classificazioni<br />

vagamente sociologiche, destinate in quanto tali a sovrapporsi arbitrariamente<br />

alla teoria oggettiva del reato.<br />

L’importanza delle tesi sostenute è confermata dalla grande attenzione<br />

rivolta, sia pure in alcuni casi con accenti critici, a questa fondamentale<br />

opera dalla successiva scienza penalistica italiana e straniera. In tal senso<br />

paradigmatico è lo spazio che Franco Bricola, conosciuto con Alessandro<br />

Baratta proprio a Freiburg nei primi anni Sessanta, dedica al ‘‘Tipo normativo<br />

e criminologico’’nella sua ‘‘Teoria generale del reato’’, ponendo in risalto<br />

l’acuta ricostruzione di Calvi in ordine ai rischi derivanti dal passaggio<br />

da una dogmatica del reato a una dogmatica dell’autore.<br />

Sono queste tematiche che lo studioso patavino continuerà ad approfondire<br />

negli anni. Fra i contributi successivi in materia va sicuramente ricordata<br />

la voce ‘‘Tendenza a delinquere’’ nell’Enciclopedia del diritto nel<br />

volume pubblicato nel 1992. In questo contributo egli pone in luce come<br />

la figura soggettiva prevista all’art. 108 c.p. costituisce ormai l’ultima eredità<br />

del pensiero della Scuola Positiva. Ed anche pochi anni fa egli è voluto<br />

tornare sui temi degli studi giovanili, redigendo nel Codice penale coordinato<br />

dagli amici Mauro Ronco e Salvatore Ardizzone un sintetico, ma incisivo<br />

commento alle figure di pericolosità qualificata di cui agli artt. 102 ss.<br />

Se questo è il cuore della produzione scientifica di Sandro Calvi, non<br />

vanno peraltro dimenticati i numerosi contributi pubblicati in importanti<br />

riviste italiane e straniere e la seconda monografia ‘‘Sullo sfruttamento della<br />

prostituzione’’. Tutti questi lavori si segnalano per il rigore metodologico e<br />

per l’approfondimento esegetico, appresi seguendo l’insegnamento non<br />

soltanto del Maestro Giuseppe Bettiol, ma anche di Giacomo Delitala e

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