L'INDICE PENALE - Shop - Wolters Kluwer Italia

592
L’INDICE PENALE, 1/2011
anzi, quella costante sostanziale diffidenza verso occupazioni lavorative
non stabili, palese in tutta la vicenda dei mestieranti girovaghi: oggetto
sempre di una burocrazia attenta, di un controllo oculato sul corretto regolare
esercizio di quella attività, disegnati da uno zelo, se non proprio vessatorio,
innegabilmente piuttosto invasivo e oneroso.
Talvolta, anzi, persino anacronistico. Viene così spontaneo ricordare
che una Giunta provinciale amministrativa ebbe appunto occasione di valutare
e decidere l’applicazione agli ambulanti del divieto per la vendita durante
i giorni festivi. Divieto smentito poi dalla Corte di Cassazione, la
quale viceversa affermò che non contravvenisse alla legge sul riposo settimanale
l’ambulante che svolga appunto il suo mestiere nel giorno di domenica,
pur se in presenza di un divieto emanato, dall’Autorità locale: valido
in sostanza, esclusivamente per i negozianti a sede stabile. Se il riposo –
precisava il Supremo Collegio – è in rapporto alle esigenza e all’igiene
dei lavoratori, questo fine non si raggiunge forzando alla pausa domenicale
un ambulante costretto a non desiderati riposi in altri giorni della settimana,
e al quale risulta essenziale per sbarcare il modesto lunario l’esercizio
durante il giorno festivo: più propizio, ovviamente, alla sua attività. Nel
caso di specie, imputato del fatto era un venditore ambulante di fantocci
di carta destinati per la vendita ai bambini, soprattutto figli di operai
che – trascrivo testualmente – escono, solo la domenica con i genitori:
non fu ritenuto responsabile della violazione a quanto stabilito negli art.
3 e 11 della Legge 7-7-1907 (n. 409) sul riposo festivo e settimanale( 117 ).
Né del resto responsabile di questa infrazione – in fondo disattesa e
inattuale nell’humus della stessa tradizione locale – la Corte di Cassazione
dichiarò un ambulante venditore di chincaglierie e specialità veneziane il
quale esercitava appunto in Venezia i suoi traffici durante la domenica, e
nonostante il divieto imposto dalla Giunta provinciale( 118 ).
blica sicurezza, cit. Sulla estensione, valenza e limiti dei Regolamenti, L. Frezzini, Regolamenti
municipali, inIl Digesto italiano, vol. XX, P. 1º, Torino, 1911-1915, p. 917 ss., spec.
p. 924 ss.
( 117 ) Vd. Corte di Cassazione del Regno 9-7-1924, in Il Foro italiano, 1925, vol. L, P.
2º, Col. 34. Nello stesso senso, pur con argomentazioni diverse, precedentemente, Corte di
Cassazione di Roma 25-7-1908, in Il Foro italiano, 1909, vol. XXXIV, P. 2º, col. 35. In sostanza
il Supremo Collegio riteneva che ove la Giunta provinciale amministrativa, competente
ex art. 12 della legge sul riposo settimanale e festivo a stabilire per il territorio dei diversi
comuni i limiti per l’esercizio domenicale del traffico ambulante, nulla avesse stabilito, l’esercizio
di quel traffico dovesse appunto ritenersi completamente libero. In ogni caso – precisava
ancora lo stesso Collegio – sarebbe stato irragionevole equiparare agli effetti di quella
normativa i venditori ambulanti che vanno attorno vendendo personalmente la loro povera
merce a negozianti che impiegano invece lavoro salariato, destinatario privilegiato della normativa
stessa
( 118 ) Corte di Cassazione del Regno 19-11-1924, in Il Foro italiano, 1924, vol. XLIX,
P. 2º, col. 107.