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L’INDICE <strong>PENALE</strong>, 1/2011<br />

in cui la infrange, ma se un’azione trasgressiva rispetto alla norma assicura<br />

un esito altamente desiderato, l’individuo potrebbe benissimo decidere di<br />

agire in contrasto con essa. Le norme possono restringere la gamma di<br />

azioni dell’individuo senza tuttavia essere vincolanti, oppure possono assumere<br />

un peso tale da ridurre il repertorio di azioni ammissibili a poche o, al<br />

limite, ad una sola: quella prescritta dalla norma. Nel primo caso si potrà<br />

parlare di comportamento razionale libero da norme, nel secondo di comportamento<br />

razionale guidato da norme vincolanti.<br />

Nell’ambito della scelta razionale è dunque necessario operare la distinzione<br />

fra norme sociali (cioè norme che il soggetto condivide con altri)<br />

interiorizzate e non interiorizzate. Eide ritiene che le prime restringano<br />

direttamente il repertorio di azioni dell’individuo, mentre le seconde influenzano<br />

le sue scelte attraverso i riflessi, mediati dal contesto, sulla soddisfazione<br />

dei bisogni.<br />

Le preferenze dell’individuo, pertanto, determinano la desiderabilità<br />

di un’azione illegale alla luce di quattro nuovi elementi: norme individuali,<br />

norme sociali interiorizzate, attributi psichici/fisici dell’azione e mere conseguenze.<br />

Fra queste ultime, ovviamente, occorre considerare non solo il<br />

rischio di una punizione formale ma anche l’eventuale minaccia di sanzioni<br />

legate all’operare di norme sociali non interiorizzate. L’espressione norm<br />

guided rational choice designa un comportamento rispetto al quale le norme<br />

risultano vitali, ma per il quale è parimenti importante il bilanciamento razionale<br />

fra queste ultime e i bisogni.<br />

Avendo definito questo schema più ampio, Eide prende in considerazione<br />

le spiegazioni più ricorrenti del crimine e le possibili relazioni fra<br />

comportamento deviante e caratteristiche costituzionali o acquisite dell’individuo.<br />

In entrambi i casi egli giunge alla conclusione che il fenomeno,<br />

malgrado il lungo elenco di cause, può essere ricondotto all’operare<br />

di fattori più profondi, come norme, bisogni, opportunità ecircostanze.<br />

Tutti elementi che possono trovare un’adeguata collocazione nell’ambito<br />

del modello della scelta razionale guidata da norme.<br />

Sotto il profilo formale, date certe condizioni, i suggerimenti di Eide<br />

possono essere facilmente inglobati all’interno del classico modello economico<br />

del crimine. L’influenza delle norme interiorizzate, ad esempio, può<br />

essere colta attraverso un nuovo termine che esprime il disagio (la disutilità)<br />

derivante dalla loro trasgressione. Si può infatti dimostrare che l’inclusione<br />

di un termine con queste caratteristiche non cambia sostanzialmente i<br />

risultati di statica comparata ottenuti nei modelli precedenti.<br />

L’analisi di Eide ha interessanti riflessi soprattutto nel disegno delle<br />

analisi econometriche dei tassi territoriali di criminalità, dove sorge il problema<br />

sia di individuare delle grandezze misurabili capaci di cogliere l’influenza<br />

delle norme sul comportamento individuale, sia di tener nel dovuto<br />

conto il fatto che esse rappresentano un tratto distintivo del sistema sociale<br />

nel suo complesso, piuttosto che di un singolo attore.

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