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VECCHIE PAGINE, RICORDI E PROSPETTIVE STORICHEI
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entra in crisi, si emargina sempre di più come mezzo artistico di comunicazione.
E, ovviamente, come possibile preoccupante espressione di un ipotetico
dissenso sociale e politico.
Per il teatro di marionette occorrerà allora pensare soprattutto a
qualche infrazione amministrativa, ad esempio irregolarità negli avvisi dello
spettacolo, in particolare, assenza di una comunicazione del copione al Prefetto
della provincia, variazioni dello spettacolo in fase di rappresentazione
senza il consenso del funzionario di P.S., questioni di orario: infrazioni,
tutte, secondo quanto stabilito nell’art. 47 della legge di polizia, rilevanti
penalmente quali contravvenzioni concernenti appunto i pubblici spettacoli;
e in concreto ascrivibili alle ipotesi degli artt. 447 e 448 del codice penale
Zanardelli.
Diversa e particolarissima apparirebbe infine l’attività talvolta girovaga
dei pupari e dei cantastorie siciliani, e pur con peculiari connotazioni, dell’intera
area meridionale.
Marionette imponenti, alte anche più di un metro, riccamente e minuziosamente
addobbate, i pupi recitavano i grandi temi dell’epica, riti di passione,
di morte, di vendetta, il rimpianto provocatorio per un mondo perduto:
furono interpreti, eroi, paladini della libertà e della giustizia.
Banditori ambulanti, invece, di grandi tragedie, gelosie e drammi sociali,
relatori allusivi di vicende storiche e oscure, i cantastorie offrirono
un’informazione non sempre gradita al potere; esercitando appunto assieme
ai pupari un mestiere girovago forse anche oggetto di una repressione
talvolta giustizialista; tra l’altro in una zona grigia dei rapporti tra legislazione
di unità e normazione locale.
È solo una mera supposizione, naturalmente. Certo sembra, però, che
nel panorama delle attività svolte dagli artisti di strada, il teatro dei pupi
abbia riassunto e concretizzato una specificità, una raffinatezza, una identità
culturale fortemente caratterizzata, gelosa del proprio mondo, quasi
provocatoria.
Gli stessi cantastorie, poi, nella loro allusiva narrazione espressero
un’informazione diffusa capillare di innegabile impegno sociale: distinguendosi
proprio per questa pratica non asettica del loro mestiere. Ebbene,
in entrambi i casi, questa originalità culturale, inquietante, oscura soprattutto
ad una parte del potere può aver ostacolato, credo, un controllo efficace
dell’Autorità( 84 ); e facilitato, a volte, la stessa disapplicazione della
normativa di unità.
( 84 ) Sull’attività dei pupari, vd. A. Pasqualino, L’opera dei pupi, Palermo Sellerio,
1978, e dello stesso, Il teatro delle marionette nell’Italia meridionale, inBurattini marionette
pupi, cit., p. 232 ss.