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VECCHIE PAGINE, RICORDI E PROSPETTIVE STORICHEI<br />

573<br />

Innegabile: situazioni del genere possono aver senz’altro complicato e<br />

confuso l’incerto limite tra l’attività lavorativa mobile, priva di una sede<br />

fissa, quale ne fosse poi l’anomalia, e semplice vagabondaggio. Possono<br />

avere coartato arbitrariamente la libertà di fare teatro di burattini; e però<br />

non al punto da creare un caso persecutorio. Per il mestiere del marionettista,<br />

girovago, forse agli inizi, il discorso – lo si nota incidentalmente – è<br />

del tutto diverso: riflessioni e conclusioni sembrano davvero altre.<br />

Anche se talvolta si è linguisticamente accumunato marionette e burattini,<br />

oltretutto ritenendo sostanzialmente uguale la forma dello spettacolo,<br />

la vicenda di questa arte scenica si sottrasse al destino delle professioni ambulanti(<br />

81 ).<br />

Nato infatti in uno spazio chiuso, una sala, un cortile nel palazzo dell’aristocrazia<br />

cittadina, dotato poi di una sede stabile, di impianti scenici<br />

piuttosto complessi e costosi – il castello anzitutto –, frequentato da spettatori<br />

tutt’altro che sprovveduti, votati a rappresentazioni raffinate,anzi<br />

spesso virtuosistiche, di opere, commedie, tragedie a volte notissime, il<br />

teatro delle marionette assunse quasi subito un carattere elitario. Frutto<br />

della convergenza – si è osservato – tra un ambiente sociale egemonico,<br />

che ha la sua sede nella corte di principi e nei palazzi di una ricca borghesia<br />

urbana, con una casta di intellettuali, scrittori e artisti in vario modo legati<br />

organicamente a questo ambiente l’attività dei marionettisti esordì e si consolidò<br />

appunto in un luogo chiuso, delegato allo spettacolo. A significare<br />

non solo una relativa stabilità del mestiere, ma l’idea insieme di una sede<br />

specifica destinata proprio allo spettacolo, sostenuta da un gruppo solidale.<br />

È l’idea, in breve, di un attività esclusiva, non in dissonanza, omogenea<br />

al gruppo egemonico che la organizza, gestisce e fatalmente controlla; in<br />

una situazione per certi aspetti di splendida cattività, ma senza dubbio<br />

di sostanziale integrazione; e di dissenso, in ogni caso, squisitamente culturale.<br />

Indicativa ad esempio la difformità, in sé già polemica, dal teatro ufficiale<br />

di figura, significativo lo stesso carattere eccentrico della rappresentazione:<br />

in bilico sempre fra imitazione del vero e creazione del fantastico.<br />

Ma del resto, altre considerazioni ancora indurrebbero a concludere<br />

che il teatro delle marionette si sia organizzato e affidato ad una complicità<br />

di ordine intellettuale, ad una integrazione dunque con un ambiente sociale<br />

chiuso, aristocraticamente esclusivo, attento e, comunque, selettivo nei<br />

confronti di contenuti inutilmente ingiuriosi, spregiativi o dissonanti dal<br />

potere cui gli spettatori sostanzialmente appartenevano, e da cui i marionettisti<br />

concretamente dipendevano. Insomma, nello spazio chiuso privile-<br />

( 81 ) L’adozione indifferenziata delle espressioni burattino e marionette, pur confermandosi<br />

la diversa tecnica rappresentativa nell’uno e nell’altro teatro, non è affatto infrequente.<br />

Si veda, ad esempio, per questo uso promiscuo, C. Magnin, Histoire des marionnettes<br />

en Europe, cit. Ma anche B. Baird, Le marionette, cit.

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