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VECCHIE PAGINE, RICORDI E PROSPETTIVE STORICHEI
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D’accordo, dissensi forse non sempre decisivi, chiaro riflesso, in
fondo, di realtà e assetti sociali: indubbiamente capaci, però, di influenzare,
di indurre una piuttosto che altra scelta, di segnare limiti variabili di disciplina.
Indicativa in questo senso la stessa perplessità nel definire natura e regole
per un’attività squisitamente tradizionale come quella delle bande musicali
appartenenti a società private. Estranee ai sensi dell’art. 77 del Regolamento
di polizia (R.D. 8-11-1889 n. 6517) all’elencazione dell’art. 72, e
quando anche i componenti si prestassero a suonare per mercede in occasioni
di feste, anniversari, inaugurazioni o altre solennità in luoghi diversi,
la loro attività sottostava comunque al controllo dell’autorità di P.S.: necessità
quindi di preavviso, ed in particolare eventuale divieto per ragioni di
ordine pubblico se esercitata sulle pubbliche vie o sulle pubbliche piazze.
Radicate appunto in costumi ed abitudini della vita sociale, di fatto, le
bande private soggiacevano dunque ad un controllo di profilo e natura preventiva
che avrebbe forse facilitato – e talvolta facilitò – una loro assimilazione
alla tipologia di mestiere girovago.
Se infatti il Regolamento applicativo di polizia risolse talune incertezze
definitorie stabilendo infine che le bande musicali non dovessero essere
soggette all’obbligo di iscrizione perché non equiparabile la loro attività all’esercizio
di una professione vagabonda, indicò comunque per gli appartenenti
alla banda la qualifica di suonatori ambulanti individuali; come tali
destinati ad una disciplina di controllo e vigilanza formalmente espressa dal
preciso divieto di suonare sulle vie o piazze pubbliche senza preavviso dell’Autorità(
36 ).
Formalmente. Sostanzialmente tuttavia, e come altre occupazioni ambulanti,
giustificata dal carattere girovago del lavoro.
( 36 ) In proposito, una decisione della Corte di Cassazione di Roma datata 22-4-1895 in
Il Foro italiano, 1895, Parte 2º, vol. XVIII, col. 288. Precisava la Corte che se nella prima
parte l’art. 77 del Regolamento dichiarava inapplicabile alle bande musicali di associazione
la disciplina dell’art. 72 l.p.s., nel capoverso vietava loro, comunque, di suonare sulle vie o
piazza pubbliche senza preavviso all’autorità di Polizia. E per inciso, inapplicabile sarebbe
stata la stessa previsione dell’art. 1 l.p.s. posta a disciplina dell’ipotesi di riunione pubblica
senza preavviso: la banda musicale consistendo essenzialmente in una riunione di persone
associate allo scopo di suonare. Erroneo dunque – concludeva il Supremo Collegio – il riferimento
appunto all’art. 1 della succitata legge, secondo il quale i promotori devono dare
avviso almeno ventiquattro ore prima, alla autorità locale.
In precedenza, vd.,anche, Corte di Cassazione di Roma, 19-8-1893 in Il Foro italiano,
1893, Parte 2º, vol. XVIII col. 479. La Corte nel confermare l’obbligo di preavviso richiesto
dall’art. 77 cpv. del Regolamento di Polizia ritenne impossibile giustificare, nel caso di specie,
l’inottemperanza all’obligo di preavviso giacché diciassette appartenenti ad una banda
musicale, intervenuti di propria iniziativa e uti singuli in occasione di una festa religiosa, costituivano
una vera e propria banda soggetta appunto a quella disciplina.
V. comunque A. Gilardoni, op. cit., p. 61 ss.