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52<br />

L’INDICE <strong>PENALE</strong>, 1/2011<br />

spondere 364 omicidi in meno nel 2001, non pochi, in termini assoluti, ma<br />

appena il 4 per cento del calo complessivo registrato quell’anno( 41 ).<br />

Concludendo, per Ehrlich il modello di mercato del crimine è ancora<br />

un lavoro in progressione, i limiti dei dati hanno a lungo precluso la possibilità<br />

di compiere una completa implementazione ed evoluzione della sua<br />

struttura. La letteratura esistente supporta fortemente le premesse di base<br />

del sistema. Nei suoi studi egli sottolinea però, come vi sia un equivoco diffuso<br />

rispetto all’ipotesi di deterrenza: tale concetto viene sempre inteso<br />

come applicazione di incentivi negativi, cioè i motivi che dovrebbero dissuadere<br />

il soggetto a delinquere, mentre potrebbe utilizzare anche incentivi<br />

positivi, incentivi di tipo premiale che potrebbero stimolare il soggetto a<br />

rispettare le norme, in quanto più conveniente.<br />

5. Block ed Heineke e l’importanza del tempo.<br />

I lavori di questi due studiosi si concentrano su alcune complicazioni<br />

dello schema di Becker-Ehrlich che occorre necessariamente chiarire per<br />

definire con precisione l’ambito di applicabilità del modello economico<br />

del crimine. Parallelamente, essi compiono anche un’opera di sistematizzazione<br />

della letteratura sorta nel decennio successivo al contributo pioneristico<br />

di Becker, dalla quale conviene ancora oggi partire per comprendere<br />

il senso delle loro generalizzazioni.<br />

I modelli economici sul crimine vengono suddivisi in due filoni distinti:<br />

da un lato i lavori che seguono un ‘‘approccio di portafoglio’’, dall’altro<br />

quelli incentrati sul ‘‘problema dell’allocazione del tempo’’ da parte<br />

dell’individuo. L’uso dell’espressione ‘‘approccio di portafoglio’’ descrive<br />

un modello caratterizzato dal fatto che tutti i costi e i benefici della scelta<br />

sono di tipo pecuniario e si tratta semplicemente di decidere la frazione di<br />

ricchezza da investire nelle diverse alternative: legali ed illegali. Nel primo<br />

filone, dunque, ritroviamo tanto i modelli alla Allingham e Sandmo ( 42 )<br />

( 41 ) Si vedano I. Ehrlich e E. Liu Zhiqiang, Sensitivity Analysis of the Deterrence<br />

Hypothesis: Lets Keep the Econ in Econometrics, Journal of Law & Economics , 1999, vol. 42,<br />

Numero 1, pagine 455-87, Bradford, An inquiry how far the punishment of death is necessary<br />

in Pennsylvania, The American Journal of Legal History, April, 1968. vol. 12, n. 2, pp. 122-<br />

175 e Joanna M. Shepherd, The Deterrent Effect of Capital Punishment: Evidence from a<br />

‘‘Judicial Experiment’’, American Law & Economics Association Annual Meetings, 2004, paper<br />

n.18, pp. 4-12.<br />

( 42 ) M. Allingham, A. Sandmo; Income Tax Evasion: a Theoretical Analysis, Journal<br />

of Public Economcs, 1971, vol 1, pp. 323-338.<br />

Secondo i due studiosi per un potenziale evasore fiscale, la scelta di dichiarare un reddito<br />

inferiore a quello percepito, o di non dichiararlo affatto, potrebbe dar luogo a possibilità<br />

di consumo diverse a seconda della frequenza e del successo degli accertamenti da parte del-

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