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L’INDICE PENALE, 1/2011
ma una opzione piuttosto imbarazzante tra repressione punitiva e attività di
prevenzione, affidabile poi ad una disciplina amministrativa di polizia. Una
scelta, in sostanza, tra valorizzazione dei poteri appunto di polizia, o dislocazione
dell’intervento repressivo di profilo penale in una fase estremamente
anticipata.
Di certo la costatazione più immediata è che, pur individuato attraverso
una discutibile etichettatura dell’ozioso e del vagabondo, riconosciuto
e poi negato nella sua versione di illecito penale, il fatto di vagabondaggio
abbia infine indotto l’applicazione di un provvedimento non facilmente
definibile nella sua natura sanzionatoria, quale l’ammonizione.
Non facilmente definibile: anomala anzi, dannosa – si affermerà – all’ordine
sociale e alle stesse istituzioni della Polizia e della Giustizia( 13 ).
Prevista infatti nella legge di pubblica sicurezza, ma affidata alla competenza
dell’organo giudiziario, il Presidente del Tribunale, l’ammonizione,
nel suo avvalersi di uno schema processuale, certo non privo di vistose anomalie
(l’assenza di appello ad esempio), segnato comunque da un minimo
di garanzie giurisdizionali , poteva adombrare un’ibrida parvenza di pena
criminale. E facilitare, in fondo, la convinzione che al vagabondaggio fosse
allora possibile assegnare un carattere penale di delitto o di contravvenzione(
14 ). Per essere più precisi: facilitare l’idea che il vagabondaggio,
pur se estraneo al codice penale, indicasse in ogni caso un fatto meritevole
di pena.
E però, chiaramente, la questione non poteva investire soltanto le originarie
incertezze, le controverse, opinioni, e le mutevoli decisioni sulla rilevanza
penale eventualmente ascrivibile al vagabondaggio in sé – o a situa-
siero giuridico moderno’’, 3-4, 1974-1975, I, p. 557 ss. Dello stesso,Elementi per una bibliografia
del socialismo giuridico italiano, Milano, 1976, e La penalistica civile. Teorie e ideologie
del diritto penale nell’Italia di unità, inStato e cultura giuridica in Italia dalla unità alla Repubblica
(a cura di A. Schiavone), Bari, 1990, spec. p. 188 ss. Vd inoltre, i contributi di
P. Cappellini, Mario Sbriccoli, il giurista civile, ediP. Costa, Politica, diritto, società: la’’storiografia
civile’’ di Mario Sbriccoli, nel volume Penale Giustizia Potere, EUM, Macerata
2007, rispettivamente a p. 59 e p. 41 ss. Scelte di politica del diritto per il controllo della
cosiddetta questione sociale, e tendenze dottrinali del socialismo giuridico, sono documentate
con ampie indicazioni bibliografiche da A. Mantello, ‘‘Il più perfetto codice civile moderno’’.
A proposito di B.G.B., Diritto romano e questione sociale in Italia,inRivista del diritto
commerciale, edel diritto generale delle obbligazioni,1996, p. 1110 ss. Sull’ideologia di classe
del sistema penale riproponendo taluni temi del socialismo giuridico, G. Neppi-Modona,
Sciopero, potere politico e magistratura, 1870/1922, Bari, 1969, spec. p. 13. ss.
( 13 ) Così L. Lucchini, La riforma della legge di P.S., Firenze, 1883, p. 33.
( 14 ) In definitiva sottolineando come la polizia di sicurezza fosse comunque argomento
di diritto penale, non si escludeva affatto che il vagabondaggio, oggetto di repressione vera e
propria, di ‘‘prevenzione diretta’’, dovesse ascriversi all’ambito penale. Critici sul punto, E.
Florian - G. Cavaglieri. Sostengono anzi gli Aa. l’inopportunità di una conferma nel
nuovo codice dell’89 del reato di vagabondaggio (I vagabondi, cit., vol. II, p. 228 ss.)