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L’INDICE <strong>PENALE</strong>, 1/2011<br />

Gli amanti del rischio o le persone inclini all’uso della violenza potrebbero<br />

entrare nel settore illegale anche quando i guadagni netti sono negativi;<br />

mentre i soggetti avversi al rischio o con una forte propensione al rispetto<br />

della legge potrebbero avere soglie di ingresso piuttosto elevate.<br />

Ciononostante, fa osservare Ehrlich, un aumento dei guadagni netti provocherà<br />

comunque nuovi ingressi nel settore illegale. In una collettività, infatti,<br />

esistono in ogni momento soggetti specializzati nelle due attività, legali<br />

e illegali, ed altri che operano al margine.<br />

Anche se una data variazione, ad esempio una riduzione della probabilità<br />

di essere scoperti, potrebbe indurre scarse sostituzioni fra chi è già<br />

specializzato, verosimilmente in una popolazione sufficientemente grande<br />

ci sarà sempre qualcuno sul punto di compiere un’azione illegale che, dopo<br />

tale riduzione, troverà attraente passare ai fatti. Ciò dovrebbe garantire una<br />

funzione aggregata con un andamento regolare: la frequenza dei delitti aumenterà<br />

al diminuire della probabilità esattamente come accade nella funzione<br />

individuale. Questo ragionamento, tuttavia, non vale indistintamente<br />

per tutte le possibili variazioni nelle grandezze esogene.<br />

Se è vero che un aumento della probabilità di essere scoperti e condannati<br />

in tutti i modelli genera l’effetto negativo cui si faceva riferimento,<br />

per altre grandezze, come la severità della pena o le variazioni<br />

del reddito legale, i risultati non sono univoci, in quanto dipendono dalle<br />

attitudini del soggetto nei confronti del rischio. L’effetto aggregato dipenderà,<br />

pertanto, dalla composizione della popolazione rispetto a queste<br />

caratteristiche.<br />

Peraltro, se per superare il problema si facesse l’ipotesi che tutti i soggetti<br />

sono avversi al rischio (come avviene spesso nello studio del comportamento<br />

individuale in altri ambiti), indubbiamente i risultati sarebbero<br />

meno variabili. Ma proprio in questo campo non sembra legittimo limitare<br />

le propensioni soggettive a quest’unica categoria. In ogni caso, i modelli<br />

visti rappresentano una guida indispensabile per interpretare i risultati<br />

degli studi aggregati. Se l’obiettivo dell’enforcement pubblico è quello di<br />

massimizzare il reddito sociale e minimizzare la perdita sociale aggregata<br />

derivante dai crimini, ne consegue che le norme di enforcement devono<br />

agire ‘‘ai margini’’.<br />

Il motivo può essere quello che la probabilità di scoperta, processo e<br />

condanna comporta dei costi marginali positivi, che potrebbero essere convenienti<br />

da sostenere solo se ciò comportasse una riduzione marginale dei<br />

crimini. Secondo Ehrlich tanto maggiori saranno i costi marginali per migliorare<br />

l’enforcement tanto maggiori saranno i benefici marginali, in termini<br />

di effetti preventivi e dissuasivi.<br />

Se è vero che l’equazione del modello di mercato base identifica i fattori<br />

essenziali che determinano la scelta ottimale di compiere attività illegali,<br />

Ehrlich prova a considerare che tipo di influenze avrebbe l’introdu-

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