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L’INDICE PENALE, 1/2011
Inserite in questo sfondo culturale possono meglio comprendersi le risultanze
dell’elaborazione giurisprudenziale tedesca che attribuisce grande
valore alle c.d. conoscenze scientifiche certe( 143 ), riferendo tale crisma ad
esempio al test alcoolemico, condotto sui valori dell’alcool presenti nel
sangue( 144 ), ovvero alla determinazione del gruppo sanguigno. Questi esiti
assumono efficacia dimostrativa tale da elidere ogni elemento probatorio di
segno contrario (unbedingt)( 145 ) in qualche misura coartando entro binari
predeterminati il convincimento giudiziale.
Il probabilismo tipico dell’ambito scientifico induce spesso a riconoscere
l’esistenza di un nesso causale, dinnanzi a conoscenze ‘‘certe’’, che
sono fondate su calcoli e valutazioni statistiche( 146 ); la difficoltà per il giudice,
in tali ipotesi, risiede nel fatto che all’esito del processo è a lui rimessa
la decisione in ordine alla scientificità della conoscenza cui si richiamerà il
giudizio, servendosi di un esperto del quale tuttavia non può dimostrare
l’esattezza del responso, con la conseguente necessità di obblighi di attenta
verifica. Lo stesso accade quando il giudice intenda discostarsi da una conoscenza
scientifica considerata ‘‘sicura’’, fondata su ricerche accurate che
godono di ampio consenso nell’universo scientifico di riferimento( 147 ). In
ogni caso lo stesso giudice deve poi esplicitare nella motivazione le ‘‘fonti’’
delle conoscenze poste a base della decisione. Nell’ambito del libero convincimento
(§ 261 StPO( 148 )), il giudice può però discostarsi dall’opinione
del perito se nel processo si registra la presenza di materiale probatorio di
uguale rilievo, quale ad esempio un’altra perizia ovvero un elemento di
prova di segno contrario( 149 ).
va del DNA e delle sue implicazioni sul convincimento giudiziale. Gli esiti processuali di
un’altra vicenda giudiziaria di grande eco in Italia sono interpretati da F. Caprioli, Scientific
evidence e logiche del probabile nel processo per il delitto di Cogne, inCass.pen., 2009,
1867.
( 143 ) BGHSt 5, 332, 16 febbraio 1954, 1 StR 578/53.
( 144 ) BGHSt 28, 235, 20 ottobre 1978, in Neue Juristische Wochenschrift, 1979, 609.
( 145 ) BGHSt 5, 332, loc.ult.cit.
( 146 ) BGHSt 21, 157, 9 dicembre 1966, 4 StR 119/66.
( 147 ) BGHSt V, 1993, 234, 16 dicembre 1992, 2 StR 440/92.
( 148 ) K. Geppert, Der Grundsatz der freien Beweiswürdigung, inJura, 2004, 105 ss.
( 149 ) Cfr. M. Maiwald, L’evoluzione del sistema penale tedesco in un confronto con
l’ordinamento italiano, a cura di V. Militello, Torino, 1993, 154. Lungo queste direttive l’enucleazione
della tematica della prova scientifica ha avuto grande sviluppo nell’ambito di alcuni
noti casi giurisprudenziali, ampiamente dibattuti dalla dottrina tedesca. Tra i più noti si
segnalano il processo Contergan sull’utilizzo del Talidomide’’ (Landgericht Aachen, 18 dicembre
1970, Contergan, in Juristen- Zeitung, 1971, 507 ss.; il caso della ‘‘sostanza per la protezione
del legno’’ (Landgericht Franfürt Am Main, 2 agosto 1995, BGH 41, 206, in Neue
Juristische Wochenschrift, 1995, 2930; interessanti notazioni sono offerte da K. Volk, Kausalität
im Strafrecht, inNeue Zeitschrift für Strafrecht, 1996, 105 ss.); e il processo incentrato
su uno spray, rivelatosi poi gravemente nocivo per la pelle (BGHSt 37, 106, 6 luglio 1990, in
Strafverteidiger, 1990, 446).