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SAGGI E OPINIONI<br />

minata; tali aspettative sono basate su informazioni accessibili, dunque le<br />

opportunità legittime e quelle illegittime possono essere connesse.<br />

Il terzo presupposto è che c’è una sorta di stabilità nella distribuzione<br />

delle preferenze per il crimine come anche nella distribuzione delle preferenze<br />

per la negazione del crimine nella popolazione. Il quarto punto<br />

esplica come, per definizione, il crimine rappresenti un’esternalità negativa<br />

e l’obiettivo delle istituzioni preposte all’enforcement è presuntivamente<br />

quello di massimizzare il benessere sociale combattendo tali esternalità negative<br />

con il minor sforzo possibile. L’ultimo punto infine sancisce come le<br />

condizioni aggregate del comportamento di tutte le parti rilevanti assicurino<br />

degli equilibri ben definiti.<br />

Tali cinque presupposti conducono ad un modello del crimine equilibrato.<br />

Ehrlich precisa nei suoi articoli che per mercato del crimine non si<br />

intende un luogo fisico dove vengono effettuate transazioni illegali ma una<br />

nozione astratta secondo cui l’aggregazione dei comportamenti della domanda<br />

e dell’offerta si coordinano e si concretizzano in modo reciproco attraverso<br />

assestamenti di prezzi.<br />

Egli ritiene che se in Becker l’equilibrio si trovava attraverso l’interazione<br />

tra criminali e forze dell’ordine, nella realtà sono coinvolti anche altri<br />

soggetti: i ‘‘consumatori’’ o produttori di beni e servizi illegali e le potenziali<br />

vittime. Questi soggetti determinano un’influenza diretta o derivata<br />

sulla domanda di specifiche attività illegali. La decisione di un soggetto<br />

di partecipare o meno ad una attività illegale può essere vista come dipendente<br />

dall’analisi di costi e benefici derivanti dall’attività stessa( 33 ). Tale valutazione<br />

include l’aspettativa di guadagno dell’attività illegittima, i costi diretti<br />

che i criminali devono sostenere per raggiungere il loro guadagno, la<br />

probabilità di essere catturato e condannato, l’entità della sanzione e la<br />

propensione o l’avversione al rischio (che si concretizza in un insieme di<br />

valori morali, propensione alla violenza e attitudine al rischio).<br />

La riformulazione del modello base muove dalla considerazione che lo<br />

svolgimento di attività legali e illegali non è necessariamente inconciliabile:<br />

nel corso della propria esistenza l’individuo può infatti scegliere combinazioni<br />

diverse di entrambe le attività, saltare dall’una all’altra oppure dedicarsi<br />

sistematicamente all’una e saltuariamente all’altra. L’oggetto rilevante<br />

di scelta, pertanto, diventa il mix di attività, ossia la ripartizione ottimale<br />

del tempo e delle altre risorse di cui l’individuo dispone fra attività legali<br />

e illegali. Per rendere funzionante il modello sono necessarie alcune ipotesi<br />

semplificatrici. Ehrlich suppone innanzitutto che esistano solamente due<br />

attività, una legale e l’altra illegale, nessuna delle due richiede alcun tipo<br />

( 33 ) I. Ehrlich, Partecipation in Illegittimate Activities: A Theoretical and Empirical<br />

Investigation, in Journal of Political Economy, 1973, vol. 85, 4, pp. 524.<br />

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