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L'INDICE PENALE - Shop - Wolters Kluwer Italia

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SAGGI E OPINIONI<br />

zialmente è stata definita la funzione di mercato dei reati si rivela essere<br />

‘‘funzione di funzioni’’ e le sue variazioni possono essere sensibili quando,<br />

anziché valutare complessivamente le diverse variabili (il numero di reati<br />

commessi da un soggetto, la probabilità di essere condannato, la gravità<br />

della pena a cui potrebbe essere sottoposto ed un insieme di altri fattori<br />

contestuali) come entità globali, le si considera come entità singolari correlate<br />

ad ogni singola unità operativa sul mercato per cui un aumento sia della<br />

probabilità che della gravità della pena ridurrà l’utilità attesa del reato e così<br />

il numero stesso dei reati perché in entrambi i casi la probabilità dipagareil<br />

prezzo ovvero il prezzo in sé aumenterebbero.<br />

Secondo Becker, sulla scia della rimodernizzazione delle teorie di Beccaria<br />

e Bentham, è possibile affermare che l’aumento delle probabilità di<br />

cattura e condanna influenzi il numero dei reati commessi molto più che<br />

l’aumento della severità della pena stessa. Aumentando la probabilità di essere<br />

catturati e condannati e diminuendo proporzionalmente l’entità della<br />

pena, non si varierebbe il reddito atteso dal reato ma ne varierebbe l’utilità<br />

attesa per effetto delle variazioni di rischio. Dal momento che solo i delinquenti<br />

catturati e condannati vengono puniti, la decisione se commettere<br />

un reato o meno è assunta tipicamente in condizioni di incertezza. Se condannato,<br />

il criminale paga per ogni suo crimine ma in caso contrario non<br />

paga nulla.<br />

Viene in gioco appunto la propensione al rischio del soggetto: in tale<br />

situazione di incertezza solo soggetti con spiccata propensione al rischio,<br />

all’aumentare della probabilità di condanna e quindi al contestuale diminuire<br />

dell’utilità attesa, sarebbero ancora disposti a commettere un crimine.<br />

Si può ragionevolmente ipotizzare che l’aumento delle probabilità<br />

di cattura e condanna in una società composta da tutti i tipi di soggetti<br />

(sia avversi che indifferenti che propensi al rischio), comporti una generale<br />

diminuzione del numero di reati.<br />

Contrariamente, nell’ipotesi di soggetti avversi al rischio sarebbe l’aumento<br />

dell’entità della pena a costituire una maggiore deterrenza, dunque a<br />

causare la diminuzione di crimini commessi. Per dare dei risultati utili in<br />

tale modello è necessario operare due ulteriori semplificazioni dell’eterogeneità<br />

umana: si deve assumere che il soggetto agente sia per definizione indifferente<br />

al rischio( 31 ) e che la probabilità di essere scoperti sia fissa. Si<br />

tratta certamente di un’astrazione ma è proprio dal presupposto che i reati<br />

( 31 ) In economia, l’avversione al rischio è la proprietà che caratterizza un agente economico<br />

che preferisce sempre un ammontare certo rispetto a una quantità aleatoria. Caratterizzando<br />

più in generale l’atteggiamento di un agente economico nei confronti del rischio,<br />

si parla di: avversione al rischio se un agente preferisce sempre ottenere con certezza il valore<br />

atteso di una data quantità aleatoria rispetto alla quantità aleatoria stessa; neutralità al rischio<br />

se un agente è sempre indifferente tra valore atteso di una quantità aleatoria e la quantità<br />

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