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L’INDICE PENALE, 1/2011
contesto tedesco viene giustificata dagli obiettivi di politica criminale correlati
all’accertamento processuale. L’argomento più frequentemente proposto
è quello secondo il quale i modelli di identità di DNA (anche oltre
la morte dell’accusato) potrebbero talvolta risultare assai utili, in concreto,
per discolpare soggetti innocenti( 29 ). La possibilità di un ‘‘uso congiunto’’
dei file relativi alle analisi del DNA da parte di diverse autorità federali e
delle forze di polizia regionali rende inoltre assai complessa la verifica delle
avvenute cancellazioni, in quanto sarebbe necessario chiedere ed ottenere
informazioni specifiche sul punto a tutti i singoli Bundesländer.
L’aspetto più delicato è costituito proprio dalla presenza accanto alla
Banca dati nazionali, istituita presso il BKA, con il compito di elaborare dati
per finalità preventive, repressive e di cooperazione giudiziaria internazionale,
di ulteriori Banche dati presso i vari corpi di polizia per la conservazione
dei risultati degli esiti scaturiti dai controlli (la tecnica è detta del
Schleppnetzfahndung). I §§ 98 a, b StPO consentono infatti la consultazione
dei dati personali e la comparazione con i profili delle persone sospettate di
reato (Rasterfahndung). La condizione essenziale per la conservazione dei
dati personali a fini identificativi ai sensi del § 152 comma 2 StPO è che
ci sia un sospetto iniziale di reato (Anfangsverdacht), nei confronti di una
persona per uno dei delitti previsti dal § 98 a. Questa previsione della Rasterfahndung,
inizialmente contemplata dalla legislazione di alcuni Länder( 30 ), è
stata dichiarata incostituzionale dal Bundesverfassunsgericht con una significativa
sentenza del 4 aprile 2006( 31 ) che ha lasciato ugualmente persistere
( 29 ) Sugli aspetti problematici della disciplina K. Rogall, Die DNA-Analyse im Strafverfahren
– Eine endlose Geschichte, inFestschrift für Friedrich-Christian Schröder, Heidelberg,
2006, 691 ss.
( 30 ) Nord Westfalia § 31 PlG WF 1990.
( 31 ) La complessa tecnica investigativa (detta «indagine a setaccio», Rasterfahndung),
già sperimentata nella lotta al terrorismo interno negli anni 1970, è stata estesa e potenziata
per le indagini sul terrorismo internazionale, consentendo di compiere selezioni di determinati
gruppi di persone dalle banche dati pubbliche o private sulla base di criteri presuntivi, e
pertanto problematici sotto il profilo della compatibilità con i diritti fondamentali. Il giudice
costituzionale tedesco, con una operazione di bilanciamento, ha ritenuto in linea di principio
compatibile con il diritto all’autodeterminazione informativa del singolo tale controllo preventivo
nei confronti di sospetti terroristi, laddove sussista un pericolo concreto per beni giuridici
meritevoli della massima tutela, come l’esistenza dello Stato o la vita e la libertà delle
persone. Si è invece escluso un impiego di queste tecniche quali «normale» strumenti investigativi
ovvero mezzi di prevenzione generica del pericolo di attentati terroristici. (BVerfGE
115, 320 (1. Senato, ord. 4 aprile 2006 – 1 BvR 518/02), in Neue Juristische Wochenschrift,
2006, 1939, con nota di W. Bausback, Fesseln für die wehrhafte Demokratie?, ibidem, 1922
ss. Cfr. altresì U. Volkmann, Grenzen der präventiven Rasterfahndung, inJuristen-Zeitung,
2006, 906 ss.; G. Kett-Straub, Rasterfahndung fällt durch das Raster des Grundgesetzes, in
Zeitschrift für Internationale Strafrechtsdogmatik, 2006, n. 9, 447 ss.; V. Baldini, L’incostituzionalità
della Rasterfahndung, ovverossia, alla perenne ricerca di un (difficile...) equilibrio
tra stato di diritto e «stato di prevenzione», inwww.associazionedeicostituzionalisti.it; A.Ni-