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DIRITTO PENALE STRANIERO, COMPARATO, COMUNITARIO
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viduato come probabile colpevole un soggetto possessore di una vettura
tipo Porsche, targata Monaco, inducendo per questa via la polizia tedesca
a realizzare una gigantesca ed anomala indagine di massa( 23 ). In effetti il §
81 a comma 1, punto 1, StPO non ha potuto rappresentare un sufficiente
quadro autorizzativo per queste pratiche, giacché nei test genetici di massa
non solo difetta la basilare caratteristica correlata allo status d’accusato, ma
non sussiste neppure la presenza di un sospetto qualificato a carico del medesimo.
La discussione ha coinvolto pure i §§ 81 e, f StPO, lasciando emergere
con chiarezza come la fondamentale distinzione debba porsi soprattutto
con riguardo al tratto volontario o non volontario del test di massa
del DNA, visto che la Corte costituzionale ha ampiamente permesso il ricorso
della prassi ai test genetici di serie su base volontaria( 24 ).
Rispondendo a queste sollecitazioni, il legislatore, con l’introduzione
del § 81 h StPO, ha inteso regolamentare espressamente i test di massa volontari,
imponendo per il prelievo di materiale corporeo l’autorizzazione
degli interessati. Ciò ha attenuato solo in parte i toni del dibattito teorico,
rimanendo a tutt’oggi problematica e, per molti profili, discutibile l’ammissibilità
dell’indagine di ‘‘serie genetica’’ non volontaria. I principali coni
d’ombra si addensano sull’effettività e sulla volontarietà del consenso,
espresso in questi casi( 25 ) in dimensioni per così dire ‘‘gruppali’’. Il consenso
differenzia questa previsione dalle misure disposte secondo il § 81
e StPO (per scopi attuali di accertamento) o secondo il § 81 g StPO (misure
adottate per verifiche di identità del DNA, che poi sarà registrato nel
file dell’analisi del DNA) che possono invece essere eseguite fondamentalmente
anche contro la volontà del soggetto (§ 81 a e§81c StPO), anche se
nella prassi registra, in un elevato numero di casi, la presenza di specifica
autorizzazione dell’interessato.
Riassumendo sinteticamente può dirsi che, se è in corso un’indagine, il
pubblico ministero e i suoi ausiliari possono disporre in situazioni di ur-
( 23 ) Su questi temi C. Fanuele, Dati genetici e procedimento penale, Padova, 2009,
143 ss.; in precedenza, Ead., Un archivio centrale per i profili del DNA nella prospettiva di
un «diritto comune» europeo, inDir.pen.proc., 2007, 385; P. Felicioni, Prova del DNA,
in Il diritto-Encicl. giur., Milano, 2007, vol. XII, 411; con aperture ad aspetti biologici e probabilistici,
U. Ricci, C.Previderè, P. Fattorini, F.Corradi, La prova del DNA per la
ricerca della verità - Aspetti giuridici, biologici e probabilistici, Milano, 2006, 291 ss.; A. Spinella,
S.Solla, L’identificazione personale nell’investigazione scientifica: DNA e impronte,
in Cass.pen., 2009, 428 ss.; L. Saponaro, Prelievo coattivo del DNA, inIl diritto-Encicl.
giur., Milano, 2007, vol. XI, 335; R. Domenici, Prova del DNA,inDig. disc. pen., X, Torino,
1995, 372 ss.; V. Barbato, F.Corradi, G.Lago, L’identificazione personale tramite DNA,
in Dir. pen. proc., 1999, 215 ss. In una specifica angolazione, P. Corso, Esame del DNA e
reati tributari, inCorriere trib., 2009, 2814.
( 24 ) BVerGE, 27 febbraio 1996, in Neue Juristische Wochenschrift, 1996, 1587 ss., con
particolare riguardo al principio di sussidiarietà.
( 25 ) V. infra § 5, 469.