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L’INDICE <strong>PENALE</strong>, 1/2011<br />

zioni di equilibrio, prima e dopo il cambiamento di una variabile esogena(<br />

29 ). Nel caso specifico, tuttavia, è sufficiente stabilire come cambia<br />

l’utilità attesa, cioè la convenienza a compiere un reato, al variare dei parametri<br />

cui siamo interessati. Ad esempio, in relazione ad un aumento della<br />

probabilità di subire una condanna o di un inasprimento della pena inflitta.<br />

Nel modello della scelta dell’uomo razionale l’aumento di una di tali variabili<br />

rappresenta un disincentivo al commettere un reato. Infatti, tanto un<br />

aumento del ‘‘prezzo’’ da pagare in caso di condanna quanto un aumento<br />

della probabilità di pagare tale prezzo riducono l’utilità attesa e, di conseguenza,<br />

il numero di reati compiuti da un individuo.<br />

Contrariamente a quanto succede nei modelli più sofisticati, tale risultato<br />

si ottiene senza che si debbano fare assunzioni speciali sulle attitudini<br />

dei soggetti nei confronti del rischio. Dal punto di vista del costo del reato<br />

sofferto dalla società, Becker afferma che esso è rappresentato dalla differenza<br />

tra il danno vivo sofferto dalla vittima individuale o collettiva ed il<br />

guadagno ottenuto dall’autore, (tale guadagno a sua volta è la differenza<br />

tra i costi sostenuti per commettere il reato e l’effettivo riscontro ottenuto<br />

dal reo). L’autore di un reato ottiene dei guadagni marginali decrescenti e,<br />

viceversa, provoca danni marginali crescenti commettendo reati ulteriori(<br />

30 ).<br />

Becker ha realizzato una vera e propria funzione di mercato dei reati<br />

che allude ad una serie di fattori molteplici, i quali presentano un certo tasso<br />

di variabilità soggettiva determinato anche dalle caratteristiche del singolo<br />

autore come per esempio la propensione al rischio. Dunque quella che ini-<br />

( 29 ) In economia si definisce variabile esogena una variabile economica che, all’interno<br />

di un determinato modello, assume un valore indipendente dall’equilibrio rappresentato nel<br />

modello stesso; si tratta quindi di una variabile che influisce sull’equilibrio rappresentato nel<br />

modello, ma non è influenzata dall’equilibrio stesso. L’esempio più semplice è rappresentato<br />

dal reddito o dal progresso tecnico in un semplice modello domanda-offerta (modello di<br />

mercato concorrenziale): la quantità domandata è funzione inversa del prezzo di mercato<br />

e funzione diretta del reddito dei consumatori; l’offerta è funzione diretta del prezzo di mercato<br />

e funzione inversa del progresso tecnico; in un modello di questo tipo abbiamo quattro<br />

variabili: quantità, prezzo, reddito e progresso tecnico; prezzo e quantità sono tipicamente<br />

variabili endogene (nella curva di domanda la quantità dipende dal prezzo, nella curva di<br />

offerta il prezzo dipende dalla quantità; i valori effettivi della quantità e del prezzo dipenderanno<br />

però dall’equilibrio simultaneo tra le due relazioni); il reddito e il progresso tecnico<br />

sono invece tipicamente variabili esogene, in quanto i loro valori vengono determinati altrove<br />

rispetto al modello di riferimento, e quindi influenzano l’equilibrio del modello considerato,<br />

ma non ne vengono influenzati (saranno cioè le variazioni del reddito e del progresso tecnico<br />

a variare l’equilibrio del mercato e non viceversa).<br />

( 30 ) L’idea di utilità marginale relativa all’incremento della soddisfazione derivante dal<br />

consumo di un’unità addizionale di un bene è regolata dal principio dell’utilità marginale<br />

decrescente. Secondo tale principio l’utilità marginale che deriva dal consumo di un bene,<br />

decresce via che si aumenta la quantità complessiva del bene consumato. Per ogni unità addizionale<br />

che si consuma vi sarà una corrispondente diminuzione dell’utilità.

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