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L'INDICE PENALE - Shop - Wolters Kluwer Italia

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SAGGI E OPINIONI<br />

dunque preferirà assumere comportamenti illeciti nella misura in cui l’utilità<br />

attesa derivante dal compimento dell’atto è maggiore rispetto alle alternative<br />

lecite. Il soggetto, inteso come homo oeconomicus, sceglierà che tipo<br />

di condotta assumere a seguito di un vero e proprio bilancio tra costi e benefici<br />

di un’azione piuttosto che un’altra.<br />

Secondo Becker, attraverso un attento utilizzo degli strumenti economici<br />

applicati al diritto penale, è possibile influenzare il comportamento<br />

umano, imponendo costi alle attività criminali, fornendo l’individuo di<br />

un incentivo economico a non commettere un reato. Tale teoria, fondata<br />

sul semplice meccanismo razionale ed economicamente valutabile della<br />

scelta, sostiene conseguentemente l’inutilità dei concetti specifici per la<br />

spiegazione del comportamento criminale, elaborati dalle discipline criminologiche<br />

sociologiche e psicologiche. L’economia infatti, nel novero delle<br />

scienze sociali, è la disciplina che si è maggiormente specializzata nello<br />

studio sistematico del comportamento razionale.<br />

L’homo oeconomicus bilancia accuratamente i costi e i benefici delle<br />

diverse alternative e sceglie, fra queste ultime, quella che assicura il massimo<br />

benessere personale( 25 ). L’analisi economica del crimine, in sintonia<br />

con questa impostazione, si astiene dal formulare ipotesi speciali sulle caratteristiche<br />

dei potenziali delinquenti: essi vengono considerati quali soggetti<br />

razionali come tutti gli altri, che perseguono il proprio benessere, così<br />

come lo percepiscono, sotto i consueti vincoli di tempo e di denaro e in<br />

condizioni di incertezza( 26 ).<br />

Da questa angolazione la scelta di commettere un reato non è fondamentalmente<br />

diversa da qualunque altra scelta razionale, né rimanda, di<br />

conseguenza, a politiche di controllo radicalmente diverse da quelle riguardanti<br />

altri fenomeni che comportano ‘‘esternalità negative’’. Proprio radicandosi<br />

sul Teorema di Coase sulle esternalità negative e sulla relazione<br />

tra costi privati e costi sociali sul processo di allocazione delle risorse,<br />

Becker elabora il paradigma di analisi economica del comportamento. Egli<br />

afferma che, di norma, dati i fattori di sfondo, il rimedio per arginare il fenomeno<br />

criminale è rappresentato da un’opportuna miscela di sanzioni<br />

(multe e/o reclusione) e di probabilità di applicazione delle stesse, che dipende<br />

in generale dalle caratteristiche dei potenziali delinquenti (reddito e<br />

attitudini verso il rischio), dai benefici netti derivanti dai reati, nonché dai<br />

costi, pubblici e privati, di cattura, condanna ed esecuzione delle pene. Per<br />

molti versi l’odierna economia del crimine costituisce l’approdo naturale<br />

della cosiddetta ‘‘scuola classica’’ del diritto penale, ossia delle riflessioni<br />

( 25 ) G. Becker, Law Enforcement, Malfeasance and Compensation of Ensorcers, Journal<br />

of Legal studies, 1974, pp. 1 ss.<br />

( 26 ) R. Marselli, M. Vannini, Economia della criminalità Delitto e Castigo Come<br />

Scelta Razionale, Utet Libreria, 1999, pp. 40-47.<br />

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