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SAGGI E OPINIONI<br />

possibile fornire un giudizio di superiorità in termini di efficienza di un sistema<br />

rispetto ad un altro né vièuna ragione per affermare che uno si<br />

adatti maggiormente ai modelli di analisi economica rispetto all’altro. Tuttavia,<br />

per Posner ed i seguaci della scuola di Chicago, il common law tenderebbe<br />

per sua stessa natura a promuovere l’efficienza, in quanto in tale<br />

sistema i giudici prenderebbero decisioni come se il loro obbiettivo implicito<br />

fosse l’efficienza economica( 17 ).<br />

Oggi a ben vedere, le differenze fra i sistemi di common law edicivil<br />

law non possono più dirsi così nette e si assiste da un lato ad una tendenza<br />

di molti paesi di common law a muoversi verso processi di codificazione, e<br />

dall’altro ad una graduale penetrazione del common law nella prassi giuridica<br />

dell’Europa continentale tanto da dar luogo ad un ripensamento di tali<br />

diversità sistemiche registrando una evidente tendenza verso meccanismi di<br />

convergenza. Infatti, non è la formale presenza o assenza di codificazioni<br />

ad esprimere la correlata profonda differenza tra i due sistemi. In realtà,<br />

sono le differenze ideologiche sottostanti, sia nei contenuti degli istituti giuridici<br />

che nell’approccio metodologico, a caratterizzare molto più sostanzialmente<br />

le differenze tra i due sistemi.<br />

Nella storia della cultura giuridica americana, l’analisi economica del<br />

diritto è il movimento di pensiero cui può attribuirsi il più recente tentativo<br />

d’imporre un preciso modello dottrinale razionalistico. Tale modello richiede,<br />

anzitutto, che le politiche giuridiche siano elaborate ed attuate in<br />

vista di uno scopo prefissato, accuratamente individuato ed esplicitato. I<br />

giureconomisti dispongono a questo proposito di quello che viene definito<br />

il criterio delle preferenze rivelate( 18 ).<br />

Affinché il modello razionalistico possa dare risultati è necessario supporre<br />

in primo luogo che le azioni degli agenti siano il frutto di una deliberazione,<br />

cioè di una scelta, e che la razionalità delle azioni sia la manifestazione<br />

della razionalità del criterio di scelta degli agenti. Si parla, perciò, indifferentemente<br />

della razionalità delle azioni o delle scelte. In secondo luogo,<br />

si precisa il fatto che in tale modello il criterio di scelta è considerato ‘‘razio-<br />

( 17 ) A.R. Germani, Analisi economica del diritto e ambiente: regole e discrezionalità<br />

nei sistemi paese, Rubettino Università, p. 51.<br />

( 18 ) Nell’ambito della teoria dell’homo oeconomicus la scelta dell’individuo, per essere<br />

razionalizzata e riprodotta in modelli economici deve essere coerente. La coerenza rilevante<br />

a questo proposito è quella nota come assioma debole delle preferenze rivelate (WARP).<br />

La teoria della preferenza rivelata, idealizzata dall’economista statunitense Paul Samuelson<br />

nell’ambito della teoria del consumatore, è uno strumento di osservazione del comportamento<br />

del consumatore. Infatti, facendo gli acquisti, il consumatore rivela le sue preferenze. Si<br />

supponga che il consumatore acquisti un paniere di beni A piuttosto che il paniere B. Se<br />

il paniere A ha un costo maggiore o uguale rispetto al costo del paniere B, allora il consumatore<br />

rivela che preferisce il paniere A. Infatti, avendo abbastanza denaro per comperare<br />

il paniere B non lo ha fatto.<br />

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