L'INDICE PENALE - Shop - Wolters Kluwer Italia

DIRITTO PENALE STRANIERO, COMPARATO, COMUNITARIO
369
mazione di un tale crimine da parte di un gruppo di persone che agisce con
il medesimo scopo»(25(3)(d)); sotto il profilo soggettivo che tale contributo
sia volontario (intentional) e realizzato con lo scopo di favorire la realizzazione
dell’attività criminale o il proposito criminale del gruppo, o sia
realizzato nella consapevolezza dell’intenzione del gruppo di commettere
un crimine.
In base a tale descrizione gli elementi della comune impresa criminosa
dovrebbero essere gli stessi previsti dal TPY, e cioè una pluralità di persone
(almeno tre) (( 529 )), che operano in una struttura organizzata; l’esistenza
di un comune piano, disegno o proposito (common purpose) tra
due o più persone che comporta la consumazione di un crimine (o il tentativo)
previsto dallo Statuto; la partecipazione dell’accusato al disegno comune(
530 ).
L’espressione utilizzata dal legislatore internazionale, «o in qualunque
altro modo contribuisce alla...», lascia intendere che la partecipazione in
una joint criminal enterprise si può innanzitutto concretizzare nelle altre
forme di partecipazione già descritte, come la coautorìa e la complicità;
solo laddove non si realizzi con tali modalità si può in ogni caso realizzare
«in qualunque altro modo»( 531 ). Tale interpretazione, come accennato, è
stata confermata dai giudici della Camera internazionale nella Décision
sur la confirmation des charges, del caso Lubanga, in cui si evidenzia, che
la forma di responsabilità prevista dall’art. 25-3-d) rappresenta una forma
di responsabilità residuale del complice che consente di punirlo quando il
suo contributo non integri gli estremi delle altre forme di responsabilità
concorsuale (ordine, sollecitazione, incoraggiamento, aiuto, una forma di
concorso o di assistenza previste dalle lettere b) e c) dell’art. 25-3)( 532 ).
E allora, se già sorgono dei dubbi sull’intenzione del legislatore di limitare
la rilevanza penale della complicità (aids, abets) ai contributi causalmente
rilevanti( 533 ), maggiori dubbi sorgono in relazione a questa forma di
partecipazione nella comune impresa, espressa in termini così aperti e generici(
534 ); la genericità dell’espressione utilizzata per descrivere l’elemento
( 529 ) In tale direzione cfr. G. Werle, Völkerstrafrecht, cit., p. 420.
( 530 ) Cfr. A.M. Maugeri, op. cit., p. 629 ss.; S. Manacorda, op. cit., p. 274 ss.
( 531 ) Cfr. E. Amati, Concorso di persone, cit., p. 146.
( 532 ) ICC, Lubanga Dyil, cit., par. 337.
( 533 ) Sia consentito il rinvio a A.M. Maugeri, op. cit., p. 456 ss.
( 534 ) Cfr. K. Ambos, Art. 25, cit., p. 477; R. Sicurella, Le principe nulla poena sine
culpa, cit., p. 277-278; Id., Per una teoria della colpevolezza, cit., p. 310; M.C. Bassiouni,
The Permanent International Criminal Court, inJustice for Crimes Against Humanity, cit.,
p. 186; K. Weltz, op. cit., p. 245 esprime perplessità in generale sulla mancanza di chiarezza
del legame richiesto tra il singolo contributo e il crimine e sulla circostanza che il contributo
non deve sempre essere causale; V. Militello, The Personal Nature of Individual Criminal
Responsibility and the ICC Statute, inInternational Criminal Justice, 2007, p. 949, teme che