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DIRITTO PENALE STRANIERO, COMPARATO, COMUNITARIO
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di organizzazione assume allora un differente tipo di responsabilità rispetto
all’ipotesi ordinaria in cui si danno ordini. In quest’ultimo caso,
l’art. 25, c. 3 b) dello Statuto stabilisce che un leader o un comandante
cheordinalaconsumazionediuncriminepuòessere considerato come
un complice (accessory)( 470 ).
Altre caratteristiche, oltre alla fungibilità dei subordinati, possono
garantire l’automatico adempimento degli ordini dell’autorità più alta
in grado, come un’intensivo, severo e violento regime di addestramento
delle truppe. Per esempio, sequestrare minori e sottoporli a un addestramento
punitivo per costringerli a sparare, a saccheggiare, a violentare e
uccidere, può essere un mezzo per assicurarsi l’automatico adempimento
degli ordini da parte dei leader. La capacità del capo di assicurarsi l’adempimento
automatico agli ordini è la base per la sua responsabilità
come autore, piuttosto che come complice. Le più alte autorità nonsilimitano
ad ordinare l’esecuzione del crimine, ma attraverso il controllo
sull’organizzazione, essenzialmente decidono se e come il crimine sarà
commesso( 471 ).
Applicando tale modello di responsabilità la Pre – Trial Chamber ritiene
che, in base alle prove assunte, i due imputati avvessero coordinato
il piano comune di distruzione del villaggio di Bogoro (addirittura anche
con istruzioni scritte diffuse tra i comandanti), e sono responsabili come
autori mediati dei crimini realizzati dalle truppe – FNI e FRPI – facenti
capo ai rispettivi gruppi etnici: con dolo di I grado dell’attacco alla popolazione
civile, dell’uccisione di civili e della distruzione della proprietà; con
dolo di II grado del saccheggio, delle violenze sessuali e riduzione in schiavitù
sessuale delle donne (con opinione dissenziente del giudice Usˇacka); si
ritiene che non sussista neanche il dolo di II grado rispetto ai crimini di atti
inumani o di oltraggio alla dignità umana( 472 ).
La Camera riprende, insomma, la dottrina tedesca che riconduce all’autorìa
mediata, o meglio alla teoria dell’«autore dietro l’autore», l’ipotesi
dello sfruttamento di un apparato di potere organizzato (del dominio dell’organizzazione
- Organisationsherrschaft), così da attribuire il ruolo di
autore del fatto di reato ai soggetti posti al vertice dell’organizzazione,
anche se gli esecutori risultano sicuramente capaci e punibili( 473 ); questa
viene considerata l’ipotesi più importante di autorìa mediata riscontrabile
( 470 ) ICC, Katanga et Ngudjolo Chui, cit., par. 517.
( 471 ) ICC, Katanga et Ngudjolo Chui, cit., par. 518.
( 472 ) ICC, Katanga et Ngudjolo Chui, cit., par. 573 ss., cfr. 540 ss.
( 473 ) C. Roxin, §25, cit., § 128 ss., 61 ss.; P. Cramer -G.Heine, § 25, cit., § 25-25a;
K. Ambos, Der Allgemeine Teil, cit., p. 565 ss.; Id., Art. 25, cit., p. 480; A. Eser, Individual
Criminal Responsibility, cit., p. 795; G. Werle, Völkerstrafrecht, cit., p. 408; A. Eser -H.
Kreicker, op. cit., p. 286.