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DIRITTO <strong>PENALE</strong> STRANIERO, COMPARATO, COMUNITARIO<br />

341<br />

Questo criterio richiede al coautore la consapevolezza del suo ruolo essenziale<br />

per l’attuazione del crimine e, in connessione a tale ruolo essenziale, la<br />

consapevolezza di essere capace di frustarne la consumazione( 429 ), anche<br />

attraverso il rifiuto di attivare i meccanismi che condurebbero quasi automaticamente<br />

alla consumazione dei crimini( 430 ).<br />

Qualche dubbio rimane sul concetto di carattere essenziale del contributo,<br />

la cui valutazione rimane affidata alla discrezionalità del giudice; tale<br />

contributo essenziale può, innanzitutto, intervenire sia nella fase esecutiva,<br />

sia nella fase di pianificazione e organizzazione del crimine, come precisato<br />

dalla Camera preliminare( 431 ). Si dovrebbe trattare di un contributo funzionale<br />

al controllo del crimine, o meglio dell’intera vicenda criminosa.<br />

Non si tratta solo dell’ipotesi in cui si realizzano gli elementi materiali<br />

del crimine, altrimenti si ricadrebbe nell’approccio oggettivo per distinguere<br />

le condotte principali dalla forma di complicità. Anche se si deve ricordare<br />

che in base alla teoria della Tatherrschaft di Roxin la teoria oggettiva<br />

formale rappresenta il punto di partenza, anzi la teoria in esame vuole<br />

colmare le lacune della prima; ma in base a tale teoria occorre valorizzare<br />

anche l’elemento soggettivo (non sarà considerato autore chi non si rende<br />

conto di esercitare un ruolo fondamentale e quindi non esercita il dominio<br />

sugli avvenimenti). Per il resto si ritiene che occorrerà verificare in base alla<br />

fattispecie concreta e alle circostanze del caso concreto se il soggetto rappresenta<br />

una «figura chiave» o riveste un ruolo centrale nella realizzazione<br />

del fatto tipico; la teoria in esame fornisce una sorta di principio guida<br />

(Leitprinzip) da applicare ai casi concreti, non fornisce una soluzione teorica,<br />

astrattamente utilizzabile (né rappresenta un principio universale<br />

adottabile per tutte le fattispecie)( 432 ).<br />

Il giudice Shahabudden nella sua opinione dissenziente nel caso Gacambutsi<br />

ha sostenuto che la teoria della coautorìa diRoxin è fondata sulla<br />

nozione di controllo del crimine, richiedendo che il contributo del coautore<br />

sia condicio sine qua non della realizzazione del crimine, al punto<br />

che il soggetto non eseguendo il proprio contributo può impedirne la realizzazione<br />

(in questo senso ha il controllo del crimine)( 433 ). Il riferimento<br />

( 429 ) ICC, Bemba Gombo, cit., par. 371; ICC, Lubanga Dyil, cit., par. 366-367; ICC,<br />

Katanga et Ngudjolo Chui, cit., par. 538-539.<br />

( 430 ) ICC, Katanga et Ngudjolo Chui, cit., par. 539.<br />

( 431 ) ICC, Lubanga Dyil, cit., par. 348; G. Werle, Individual Criminal Responsibility<br />

in Artiche 25 ICC Statute, cit., p. 962.<br />

( 432 ) C. Roxin, § 25, cit., § 34 ss.<br />

( 433 ) TPR, Gacumbitsi, Appeals Chamber, cit., Dissenting Opinion of Judge Shahabuddeen,<br />

par. 46, cfr. par. 42 ss.-47. Cfr. T. Weigend, op. cit., p. 480, il quale sottolinea che il<br />

carattere condizionalistico deve essere valutato rispetto al concreto piano criminale; il fatto<br />

che il crimine può essere consumato anche in modo differente da quello pianificato non rende<br />

il contributo non essenziale, sino a quando i partecipanti confidano reciprocamente di

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