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322<br />

L’INDICE <strong>PENALE</strong>, 1/2011<br />

(direct intent), dolus directus di secondo grado, conosciuto come «oblique<br />

intention», e dolus eventualis (comunente conosciuto come subjective o advertent<br />

recklessness)( 340 ).<br />

Ad avviso della Corte, l’art. 30, c. 2 e 3, dello Statuto abbraccia due<br />

gradi di dolo: il dolo diretto di primo grado e il dolo diretto di secondo<br />

grado. Nel dolus directus di primo grado( 341 ) prevale l’elemento volitivo,<br />

in quanto l’imputato vuole intenzionalmente (di proposito) o desidera ottenere<br />

il risultato proibito (the suspect purposefully wills or desires to attain<br />

the prohibited result)( 342 ).<br />

Nel dolo diretto di secondo grado (elemento soggettivo accolto dalla<br />

giurisprudenza della Corte, dai Tribunali ad hoc e dalla letteratura giuridica(<br />

343 )) non si richiede che il sospettato abbia l’intento o la volontà di<br />

realizzare gli elementi tipici del crimine (actual intent or will), ma che lui<br />

o lei sia consapevole che questi elementi saranno la perlomeno inevitabile<br />

conseguenza dei suoi atti o delle sue omissioni in base all’ordinario decorso<br />

degli eventi («will occur in the ordinary course of events»– art. 30(2)(b)<br />

StCPI). In questo contesto, l’elemento volitivo si riduce sostanzialmente<br />

e prevale l’elemento rappresentativo, e cioè la consapevolezza che i suoi atti<br />

od omissioni provocheranno le conseguenze vietate indesiderate( 344 ).<br />

La Camera nel caso Bemba-Gombo esclude quindi che l’art. 30 ricomprenda<br />

anche il dolo eventuale, la recklessness o altra forma meno grave di<br />

colpevolezza, nella sua definizione, in base, innanzitutto, alla considerazione<br />

che l’espressione «will occur in the ordinary course of events» non<br />

consenta di ricomprendere uno standard inferiore rispetto a quello richiesto<br />

dal dolus directus di II grado( 345 ). La Camera base la sua convinzione<br />

sulle seguenti considerazioni.<br />

Lo Statuto è un trattato multilaterale che deve essere interpretato in<br />

base ai «principles of treaty interpretation», sanciti dagli articoli 31 e 32<br />

della Convenzione di Vienna della Legge dei Trattati (‘‘VCLT’’)( 346 ).<br />

In base ad un’interpretazione letterale la Camera ritiene che le parole<br />

( 340 ) ICC, Bemba Gombo, cit., par. 357.<br />

( 341 ) Il primo richiede che l’imputato conosca (knows) che il suo o i suoi atti o omissioni<br />

integreranno gli elementi materiali del crimine e li realizzi con l’intento (express intent -<br />

purposeful will) o con il desiderio (desire) di integrare tali elementi, ICC, Pre-Trial Chamber<br />

I, Katanga et Ngudjolo Chui, cit., par. 529.<br />

( 342 ) ICC, Bemba Gombo, cit., par. 358.<br />

( 343 ) ICC, Katanga et Ngudjolo Chui, cit., par. 530 e dottrina citata in nota 692.<br />

( 344 ) ICC, Bemba Gombo, cit., par. 359.<br />

( 345 ) ICC, Bemba Gombo, cit., par. 360. Nel caso Katanga et Ngudjolo Chui la Corte<br />

decide di non affrontare tale questione perché non ritiene che venga in rilievo il dolo eventuale<br />

in relazione ai crimini consumati, ICC, Katanga et Ngudjolo Chui, cit., par. 531.<br />

( 346 ) ICC, Bemba Gombo, cit., par. 361. UNTS, vol. 1155, 331; ICC, Appeals Chamber,<br />

Judgment on Prosecutor’s Application for Extraordinary Review of Pre-Trial Chamber Ìs<br />

31 March 2006 Decision Denying Leave to Appeal, ICC-01/04-168, par. 33.

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