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DIRITTO <strong>PENALE</strong> STRANIERO, COMPARATO, COMUNITARIO<br />

311<br />

civil law( 285 ). Ciò non vuol dire che si richiede intent e knowledge per tutti<br />

gli elementi del crimine, occorre distinguere, come stabilito dalla stessa<br />

norma nei suoi capoversi( 286 ).<br />

Intent significa, infatti, che il soggetto vuole realizzare la condotta e<br />

vuole cagionare le conseguenze della sua condotta oppure è consapevole<br />

del fatto che la loro realizzazione rientra nell’ordinario decorso degli<br />

eventi( 287 ); knowledge vuol dire che deve essere consapevole che le circostanze<br />

del fatto sussistono o che una determinata conseguenza si realizzerà<br />

secondo l’ordinario decorso degli eventi( 288 ). In relazione agli elementi descrittivi<br />

la conoscenza comporta la percezione reale, con riguardo agli elementi<br />

normativi è sufficiente la conoscenza dei presupposti fattuali su cui si<br />

fonda la definizione giuridica e non l’esatta conoscenza del significato giuridico<br />

dell’elemento( 289 ).<br />

Per realizzare l’«intent», quindi, non è necessario che l’evento rappresenti<br />

il principale scopo del reo («he acted in order to bring about the result»)( 290 ), ma<br />

è sufficiente la consapevolezza che l’evento rientra nel normale decorso<br />

degli eventi( 291 ); tale consapevolezza deve essere accertata, non sembra<br />

ammissibile l’applicazione di quella regola probatoria di common law,<br />

che talora diviene una presunzione relativa, in base alla quale se un soggetto<br />

vuole un’azione, ne prevede le conseguenze( 292 ).<br />

cit., par. 325-329; TPY, Furundzˇija, Trial Chamber II, cit., par. 245-249, in cui si richiede la<br />

knowledge per la complicità; R. Sicurella, Le principe nulla poena sine culpa, cit., p. 271.<br />

Cfr. M.C. Bassiouni, Diritto penale degli Stati Uniti d’America, traduzione di L.de Cataldo<br />

Neuburger, Milano, 1985, p. 220, che parla di intent o knowledge come elementi dell’intent<br />

specifico, distinto dall’intent generico (foreseeability, recklesness, criminal negligence).<br />

( 285 ) N. Pisani, L’elemento psicologico, cit., p. 1381.<br />

( 286 ) G. Werle -F.Jessberger, ‘‘Unless Otherwise Provided’’, cit., p. 38; cfr. A. Cadoppi,<br />

Mens Rea, cit., pp. 643-644.<br />

( 287 ) A. Eser, Mental Elements, cit., p. 906. Cfr. W.R. LaFave, op. cit., p. 102 ss.<br />

( 288 ) Sulla knowledge come consapevolezza delle circostanze e dell’atto, ma non della<br />

loro antigiuridicità, cfr. A. Cassese, International Criminal Law, cit., p. 166. Nel sistema statunitense<br />

si distingue tra purpose e knowledge, ma nei codici di alcuni Stati la purpose e talora<br />

anche la knowledge sono state sostituite dal termine intention, cfr. A. Cadoppi, Mens Rea,<br />

cit., p. 645, nota 214. La dottrina di common law sottolinea che il soggetto vuole (intention)<br />

le specifiche conseguenze del reato, conosce (knowledge) le specifiche circostanze, cfr. A.<br />

Ashworth, op. cit., p. 145; S. Meseke, La contribution de la jurisprudence des Tribunaux<br />

pénaux internationaux pour la ex - Yougoslavie et le Ruande à la concrétisation de l’incrimination<br />

du crime contre l’humanité, inLa justice pénale internationale entre passé et avenir,<br />

cit., p. 210 ss.<br />

( 289 ) G. Werle -F.Jessberger, ‘‘Unless Otherwise Provided’’, cit., p. 43.<br />

( 290 ) Così J. Smith -B.Hogan, Criminal Law, 9th ed., London, 1999, p. 54.<br />

( 291 ) Cfr. A. Aschworth, op. cit., pp. 148-149; J.C. Smith, A Note on Intention, in<br />

Crim. Law. Rev., 1990, p. 85; M. Kelt -H.von Hebel, What are elements of crimes?, in<br />

R.S. Lee (a cura di), The International Criminal Court, Elements of Crimes and Rules of Procedure<br />

and Evidence, New York, 2001, p. 24 ss.<br />

( 292 ) N. Pisani, L’elemento psicologico, cit., p. 1382.

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