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L’INDICE <strong>PENALE</strong>, 1/2011<br />

Nel caso U.S. v. Pohl & Others il Tribunale fonda la responsabilità per<br />

la partecipazione nel reato sulla divisione funzionale dei compiti, che realizzati<br />

insieme hanno facilitato la consumazione del crimine. Nella sentenza<br />

si evidenzia come un’elaborata e complessa operazione, come la deportazione<br />

e lo sterminio degli Ebrei e l’appropriazione dei loro beni, è ovviamente<br />

un compito per più di una persona; si sottolinea come nonostante<br />

ciascun partecipante tenta di scaricare la sua responsabilità sugli altri, la<br />

Corte ritenga che «gli atti di ognuno dei quattro, realizzati con lo scopo<br />

di perseguire il complesso piano, diventano gli atti di tutti gli altri»( 70 ).<br />

Il Tribunale di Tokyo ha richiesto l’effettiva partecipazione al piano come<br />

condizione per la condanna, ma tale partecipazione veniva, talora, presunta<br />

se l’imputato apparteneva al «livello politico», presunzione in violazione<br />

del principio di colpevolezza( 71 ).<br />

Nel caso Eichmann il Tribunale israeliano imputa lo sterminio degli<br />

Ebrei a tutti coloro che parteciparono al piano, in qualità di coautori( 72 ).<br />

La partecipazione diretta e quella indiretta sono state equiparate poiché la<br />

«persona che persuade un’altra a commettere un omicidio, la persona che<br />

fornisce l’arma letale per consentire di perseguire tale scopo, e la persona<br />

che preme il grilletto sono tutti autori o complici del crimine (principals or<br />

accessories to the crime)»( 73 ); non è importante distinguere tra autori e<br />

complici.<br />

La giurisprudenza in materia di crimini di guerra del dopoguerra,<br />

come evidenziato in dottrina, ha affermato la responsabilità dei superiori<br />

(anche dei dirigenti politici per gli atti compiuti contro gli avversari) accogliendo<br />

il concetto di «organizational responsability or domination of the<br />

act», in quanto si ritiene che, in virtù della struttura di un apparato militare,<br />

i superiori hanno il potere di dominare gli atti dei subordinati, che sono i<br />

diretti esecutori dei crimini concepiti e ordinati dai comandanti; si precisa<br />

che pur essendo responsabili i subalterni, i comandanti hanno il totale controllo<br />

su di essi sino a quando essi (i subordinati) sono facilmente sostituibili,<br />

i soldati diventano fungibili strumenti per la consumazione dei crimini(<br />

74 ). La giurisprudenza del dopoguerra tenta così di imputare giuridi-<br />

( 70 ) Trials of War Criminals, Oswald Pohl & Others, V, cit., 1173; cfr. K. Ambos, Individual<br />

Criminal Responsability, cit., p. 10; Id., Der Allgemeine Teil, cit., p. 548.<br />

( 71 ) Cfr. K. Ambos, Individual Criminal Responsability, cit., p. 13.<br />

( 72 ) District court (Israel), Adolf Eichmann, 12 Dicembre 1961, nº 40/61, 36 I.L.R.,<br />

236-237; K. Ambos, Der Allgemeine Teil, cit., p. 549.<br />

( 73 ) Trials of War Criminals, Justice Case, cit., 1063; in tale direzione anche il caso United<br />

States Military Commission Appointed By The Commanding General Western Military District,<br />

U.S.F.E.T., Wiesbaden, Germany, 8th-15th October, 1945, Alfons Klein and six others<br />

(The Hadamar Trial), (Case 4), in Law Reports of Trials of War Criminals, Vol. I, 1947; cfr.<br />

K. Ambos, Der Allgemeine Teil, cit., p. 94 - 95.<br />

( 74 ) Cfr. C. Roxin, Täterschaft und Tatherrschaft, VI ed., Berlin, 2006, 8 ed., p. 242 ss.;

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