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6. Onus probandi vs onere di allegazione.<br />

L’INDICE <strong>PENALE</strong>, 1/2011<br />

Per valutare a pieno il senso dell’’’estensione’’, oggetto della sentenza in commento,<br />

non si può prescindere dalla trattazione di quelli, che sino a tutt’oggi rappresentano<br />

il ‘‘tallone d’Achille’’ dell’art. 12 sexies, lavexata quaestio dell’inversione dell’onus<br />

probandi( 35 ), ed il ‘‘nesso di pertinenzialità’’, laddove, la disposizione in rassegna, pare<br />

abbia comportato, almeno ‘‘apparentemente’’, un’ inversione dell’onere della prova, anch’essa<br />

mutuata dal sistema delle misure di prevenzione. Di qui la connotazione, secondo<br />

parte della dottrina di ‘‘potenziale foriera di una cosiddetta truffa delle etichette’’(<br />

36 ).<br />

Addurre la prova della ‘‘legittima’’ provenienza dei propri beni, laddove in sproporzione<br />

con il reddito dichiarato o l’attività economica svolta, sembrerebbe, soprattutto<br />

tenendo conto della giurisprudenza di legittimità, nel caso di specie, in linea<br />

con il principio costituzionalmente garantito, di cui si va disquisendo, tenendo anche<br />

in debito conto, che il principio di presunzione d’innocenza ed il diritto di difesa (in<br />

particolare il diritto al silenzio), risultano altresì garantiti dalla Convenzione Europea<br />

dei Diritti dell’Uomo?( 37 )<br />

Proprio in merito ad una possibile ‘‘‘apparente inversione dell’onus probandi’’ ( 38 ),<br />

e se effettivamente l’articolo in oggetto vi darebbe luogo, o diversamente, se debba trattarsi<br />

in tal senso di un mero ‘‘onere di allegazione’’, appare senz’altro opportuno prendere<br />

le mosse dalle varie sentenze dell’orientamento giurisprudenziale, per il quale, l’applicazione<br />

della confisca disciplinata dall’art. 12 sexies, non realizza alcuna inversione,<br />

‘‘perché la legge ricollega a fatti sintomatici la presunzione di illecita provenienza dei<br />

beni e non alla mancata allegazione della loro lecita provenienza, la cui dimostrazione<br />

è idonea a superare quella presunzione’’( 39 ).<br />

Già qualche anno addietro altra sentenza rilevava non riscontrabile una violazione<br />

del diritto difesa, ritenendo trattarsi di ‘‘una presunzione iuris tantum’’, applicabile<br />

‘‘quando sia dimostrata la sproporzione tra il valore dei beni da un lato e i redditi e<br />

le attività economiche dall’altro, al momento di ogni acquisto dei beni stessi. Solo dopo<br />

una tale dimostrazione il soggetto dovrà, con riferimento temporale precisamente determinato,<br />

indicare le proprie giustificazioni, le quali dunque potranno anche loro essere<br />

( 35 ) D. Fondaroli, ibidem, in particolare, p. 218.<br />

( 36 ) A. Manna, Misure di prevenzione: aspetti comparatistici e prospettive di riforma, in<br />

Quest. Giust., 1995, n. 2, cit., p. 320.<br />

( 37 ) Sul punto, V. Nicosia, Convenzione Europea e diritto penale, Torino, 2006; D.<br />

Fondaroli, Le ipotesi speciali di confisca nel sistema penale, edA.M. Maugeri, Le moderne<br />

sanzioni patrimoniali tra funzionalità e garantismo; inoltre, in ordine al rapporto tra diritto<br />

penale e diritto comunitario, si veda Riccardi, Diritto comunitario e diritto penale: l’influenza<br />

interpretativa in materia di confisca, inSgubbi-Manes, L’interpretazione conforme al diritto<br />

comunitario in materia penale, Bologna, 2007.<br />

( 38 ) Problema, questo, già rilevato in merito al comma 2 dell’art. 12 quinquies, d.l. n.<br />

306/92 (conv. in l.n. 356/92), dichiarato incostituzionale dalla Suprema Corte, con sentenza<br />

n. 48 del 1994, per contrasto con l’art. 27, comma 2 della Costituzione. Invero, rispetto a<br />

detto articolo, il 12 sexies differisce profondamente, come già sottolineato, poiché presupposto<br />

del provvedimento ablativo, è la sentenza di condanna o di applicazione della pena su<br />

richiesta.<br />

( 39 ) Cass. Pen. Sez. V, n. 228 del 12 dicembre 2007.

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