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STUDI E RASSEGNE<br />

215<br />

poter fornire giustificazioni perché il meccanismo di cui al citato art. 6 non<br />

presuppone direttive circa il comportamento dei soggetti apicali, riposando,<br />

invece, sul rapporto di immedesimazione organica tra soggetti apicali<br />

ed ente, che consente, sostanzialmente, di ascrivere al secondo la colpevolezza<br />

del primo, fatta salva la prova liberatoria.<br />

Secondo un opposto orientamento, al quale s’intende aderire, non esistono<br />

valide ragioni per escludere la corresponsabilizzazione dell’ente nel<br />

caso di reati tributari( 129 ) e non soltanto perché, in linea generale, i due<br />

modelli di responsabilità sono così diversi da non sollevare i profili di ‘‘incompatibilità<br />

paventata tra la natura dell’obbligo tributario ed il sistema<br />

della responsabilità degli enti’’ ex 231/2001( 130 ), quanto per ragioni di politica<br />

criminale. Nonostante l’ampio orizzonte applicativo che apparentemente<br />

deriva dall’aver qualificato comuni i reati di cui al d. lgs. 74/2000,<br />

l’accento sulla personalizzazione degli obblighi tributari( 131 ) consente invece<br />

di restringere la base soggettiva e la sovrapponibilità tra le figure funzionali<br />

alla realizzazione del presupposto di esigibilità dell’imposta ed i soggetti<br />

in posizione apicale – diversamente che nel sistema sanzionatorio ex d.<br />

lgs. 472/1997 – permette poi di sfruttare l’inversione dell’onere della<br />

prova( 132 ) nel dimostrare in capo all’ente la responsabilità da reato tributario.<br />

In ogni caso, quand’anche l’ente riuscisse a dimostrare di essere senza<br />

colpa, se ai sensi dell’art. 5, primo comma, del d. lgs. 472/1997 non consegue<br />

una sanzione, a norma dell’art. 6, quinto comma, del d. lgs. 231/2001<br />

‘‘è comunque disposta la confisca del profitto che l’ente ha tratto dal reato,<br />

anche nella forma per equivalente’’. Assume parimenti rilevanza la previsione<br />

dell’autonomia della responsabilità di cui al successivo art. 8 che<br />

rende indifferenti le vicende del reato presupposto, salva la limitata ipotesi<br />

dell’amnistia e sempre che l’ente non vi rinunci.<br />

Un ultimo, ma non meno importante accenno al profilo dell’efficacia<br />

preventiva, generale e speciale, dell’apparato sanzionatorio offerto dai due<br />

sistemi di responsabilità degli enti. Tralasciata la sanzione pecuniaria basti<br />

( 129 ) Cfr. Aldrovandi, Profili evolutivi dell’illecito tributario, cit., pag. 230; Ielo,<br />

Reati tributari e responsabilità degli enti, inLa responsabilità amministrativa delle società e<br />

degli enti, 3/2007, pag. 7.<br />

( 130 ) Così D’Avirro-Di Amato, La responsabilità da reato degli enti, cit., pag. 498.<br />

( 131 ) Si veda Mangione, La dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture, inDiritto<br />

penale tributario (a cura di Musco), cit., pag. 20. Quanto ai soggetti obbligati a presentare<br />

la dichiarazione ai fini dell’imposta sul valore aggiunto si veda l’art. 1 del D.P.R. 26 ottobre<br />

1972, n. 633. Per le imposte dirette il riferimento è agli artt. 1 e 13 del D.P.R. 29 settembre<br />

1973, n. 600, nonché all’art. 2 del D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917.<br />

( 132 ) Sul punto si veda la proposta di legge d’iniziativa dell’On. Della Vedova, cit.,<br />

che tra le principali linee guida delle modifiche al d. lgs. 231/2001 prevede ‘‘lo spostamento<br />

dell’onere della prova di dimostrare l’inefficacia del modello a carico della pubblica accusa<br />

anche quando il reato è commesso da un soggetto apicale’’.

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