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STUDI E RASSEGNE<br />

127<br />

Se si intendesse trovare dei fondamenti, seppure indiretti, della rilevanza<br />

costituzionale della vita dell’embrione, ci si potrebbe ricollegare alla<br />

tutela dei diritti inviolabili dell’uomo (art. 2), al principio di uguaglianza<br />

(art. 3) e alla salvaguardia del diritto alla salute degli individui (art. 32),<br />

salvo poi comprendere fino a che punto sia legittimo tutelare l’embrione<br />

alla stregua di una ‘‘persona’’( 7 ).<br />

connotati da dannosità sociale che non erano stati presi in considerazione – o lo erano stati in<br />

maniera inadeguata –, perché non avevano ancora, oggettivamente, assunto una caratteristica<br />

di gravità che rendesse consigliabile l’attivazione dello strumento penale, o perché, infine,<br />

non si erano ancora verificati in precedenza».<br />

( 7 ) Tra i bioeticisti esiste, infatti, un dibattito sull’ampiezza del concetto di ‘‘persona’’.<br />

Si veda L. Palazzani, Il concetto di persona tra bioetica e diritto, Giappichelli, Torino 1996,<br />

p. 238 ss., che identifica ontologicamente la nozione di ‘‘persona’’ con quella di ‘‘essere umano’’:<br />

«ciò che è rilevante per il riconoscimento dell’essere persona è l’appartenenza, per natura,<br />

alla specie umana razionale, indipendentemente dalla manifestazione esteriore in atto di<br />

certi caratteri, operazioni o comportamenti» (p. 239). In tal senso, l’A. – riprendendo il concetto<br />

aristotelico di ‘‘potenza’’ – afferma che la ‘‘persona’’ viene in essere «sin dal momento<br />

in cui si forma la sostanza», e cioè dal momento della fecondazione dell’ovocita, in quanto<br />

«La presenza di un principio sostanziale consente di riconoscere lo statuto attuale della persona<br />

nell’essere umano anche in condizioni di ‘‘potenzialità’’» (p. 240-241). Sull’inscindibile<br />

legame tra l’embrione e la persona umana, si sofferma anche il Comitato Nazionale per la<br />

Bioetica (C.N.B.), che in un documento del 1996 (Identità e statuto dell’embrione umano,<br />

22 giugno 1996, in www.portaledibioetica.com) ha affermato che «l’embrione umano deve<br />

essere considerato e trattato sempre, fin dalla fecondazione, in base al valore etico di persona<br />

umana e il semplice dubbio di poter sopprimere la persona umana – anche in un embrione<br />

nelle prime fasi di sviluppo – impone di astenersi dal farlo». In base a tale dichiarazione,<br />

emerge che il C.N.B. afferma implicitamente – in conseguenza del legame tra quelle due entità<br />

– l’esistenza di un principio di precauzione finalizzato alla salvaguardia dell’embrione.<br />

Nell’ambito della dottrina penalistica, considera, invece, l’embrione come persona già in atto,<br />

F. Mantovani, La fecondazione assistita tra il ‘‘diritto alla prole’’ e il ‘‘diritto ai due genitori’’,<br />

inInd. Pen. 1990, p. 421, secondo cui «l’embrione è organismo attuale della vita<br />

umana e non potenziale»; nonché R.Riz, Bioetica – Fivet – Clonazione. Tutela della persona<br />

e della vita, inInd. Pen. 2000, p. 475. Una critica dettagliata all’argomento della potenzialità<br />

– nonché, e a maggior ragione, all’equiparazione tre embrione e persona ‘‘in atto’’ – è elaborata<br />

da M. Mori, Il feto ha diritto alla vita? Un’analisi filosofica dei vari argomenti in materia<br />

con particolare riguardo a quello della potenzialità, in AA.VV., Il meritevole di tutela, a cura di<br />

L. Lombardi Vallauri, Giuffrè, Milano 1990, p. 735 ss. Tra le teorie che posticipano la<br />

persona rispetto all’inizio della vita umana, si veda N. Ford, When did I begin? Conception<br />

of the human individual in history, philosophy and sciences, Cambridge University Press,<br />

Cambridge 1989, p. 72 ss. Secondo l’A. – che parifica le espressioni ‘‘essere umano’’, ‘‘individuo<br />

umano’’ e ‘‘persona’’, – può parlarsi di persona nel momento in cui si definisce l’individualità<br />

umana, cioè a partire da quando si forma l’asse caudale e cessa la possibilità della<br />

gemellazione (quattordicesimo giorno dalla fecondazione). Secondo P. Singer, Etica pratica,<br />

Liguori, Napoli 1989, p. 86 ss., per ‘‘persona’’ si intende l’essere umano nel momento in cui<br />

sia dotato di autocoscienza e di razionalità. Si veda, inoltre, H.T. Engelhardt, The foundations<br />

of Bioetichs, Oxford University Press, New York 1996, p. 138, secondo cui la ‘‘persona’’<br />

deve essere dotata di autonomia e deve presentare quelle caratteristiche mentali che le<br />

consentirebbero di comportarsi come ‘‘agente morale’’. La conseguenza aberrante di tale ragionamento<br />

è l’esclusione dallo status di persona di esseri umani quali i feti, gli infanti, i ri-

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