Diario virtuale Labriola prima e dopo - Archivi di Famiglia
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SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA<br />
FACOLTÀ DI MEDICINA E PSICOLOGIA<br />
CORSO DI LAUREA<br />
IN PEDAGOGIA E SCIENZE DELL'EDUCAZIONE E DELLA FORMAZIONE<br />
ELABORATO DI PEDAGOGIA GENERALE I<br />
Arianna Gualillo<br />
Matricola<br />
1234011<br />
<strong>Diario</strong> <strong>virtuale</strong><br />
<strong>Labriola</strong> “<strong>prima</strong>” e “<strong>dopo</strong>”<br />
Anno Accademico<br />
2011 – 2012<br />
Chiar. mo prof.<br />
Nicola Siciliani de Cumis
Composizione grafica a cura dell’Autrice
In<strong>di</strong>ce<br />
Premessa ......................................................................................................... VII<br />
Capitolo primo – <strong>Diario</strong> Virtuale.................................................................. 12<br />
Capitolo secondo – <strong>Labriola</strong> <strong>prima</strong> .............................................................. 29<br />
Capitolo terzo – <strong>Labriola</strong> <strong>dopo</strong> ..................................................................... 37<br />
Bibliografia ........................................................................................................ 43<br />
Sitografia ........................................................................................................... 44<br />
In<strong>di</strong>ce dei nomi .................................................................................................. 45<br />
In<strong>di</strong>ce delle tematiche ......................................................................................... 46
De<strong>di</strong>co l’elaborato a tutte le persone<br />
che non hanno smesso <strong>di</strong> sognare.
Premessa<br />
Mi chiamo Arianna Gualillo e sono nata a Roma il 30 giugno 1989. Ho<br />
avuto un’infanzia felice, ricca <strong>di</strong> affetto, grazie alla mia famiglia. Il mio<br />
primo anno d’asilo è stato problematico: la mia insegnante era ‘fredda’ e<br />
poco accogliente. Per questo i miei genitori decisero <strong>di</strong> farmi sospendere<br />
l’asilo per riprenderlo l’anno successivo: fu un successo!<br />
La nuova insegnante, infatti, Cettina, non solo si <strong>di</strong>mostrò amorevole,<br />
ma si rivelò una vera e propria ‘educatrice’: fu determinante nel favorire<br />
il mio inserimento scolastico e affettivo, nonché nel sviluppare e potenziare<br />
la mia autostima. Negli anni che vanno dalle elementari alle me<strong>di</strong>e<br />
purtroppo ho avuto maestri e docenti che non mi hanno “sostenuta” nel<br />
mio percorso “formativo”: <strong>di</strong>cevano che avevo problemi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento.<br />
Ci sono insegnanti che invece <strong>di</strong> mettere in primo piano (<strong>di</strong>mensione<br />
per me fondamentale) <strong>di</strong> bambini e i ragazzi, con i problemi che presentano,<br />
privilegiano le questioni personali all’insegnamento (cosa deplorevole<br />
ai miei occhi). Sapevo con certezza quello che avrei fatto da grande:<br />
contribuendo a renderli più consapevoli e maturi.<br />
Dopo gli esami <strong>di</strong> terza me<strong>di</strong>a ebbi una vera e propria “reazione” che<br />
determinò un’evoluzione nella mia persona. Non so spiegare come avvenne;<br />
so solo che raggiunsi gran<strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazioni nel mio percorso <strong>di</strong><br />
stu<strong>di</strong>o: mi iscrissi al liceo socio-psico-pedagogico “Jean Jacques Rousseau”<br />
e fu molto gratificante.<br />
Furono cinque anni in<strong>di</strong>menticabili: stu<strong>di</strong>avo volentieri e con entusiasmo<br />
tutte le materie umanistiche – pedagogia, sociologia, psicologia, filosofia<br />
– ; leggevo libri <strong>di</strong> Piaget e Rousseau, ed ero affascinata dalle loro<br />
tecniche educative “ad personam”.<br />
Gli ultimi anni furono davvero formativi. La scuola aveva dato, infatti,<br />
la possibilità a tutti gli studenti <strong>di</strong> fare dei corsi <strong>di</strong> tirocinio in asili statali,<br />
permettendoci <strong>di</strong> stare a contatto <strong>di</strong>retto con bambini dai tre ai sei<br />
anni.<br />
Questa esperienza mi rinforzò nella convinzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare educatrice<br />
della <strong>prima</strong> infanzia. La maturità fu sod<strong>di</strong>sfacente.<br />
Entrare in un Corso <strong>di</strong> Laurea in Scienze dell’Educazione e della<br />
Formazione era sempre stato uno dei miei sogni, perché volevo un giorno<br />
poter insegnare alle nuove generazioni con amore e pazienza.<br />
I tempi in cui ero terrorizzata erano finiti e il giorno in cui entrai<br />
all’università, accompagnata da mio padre, incontrai per la <strong>prima</strong> volta
VIII<br />
Premessa<br />
il professor Nicola Siciliani de Cumis, che sarà il mio relatore e mi sosterrà<br />
nell’affrontare la tesi <strong>di</strong> laurea. Mi piacerebbe fare uno ‘sberleffo’ a<br />
tutti quegli insegnanti che non avevano creduto nelle mie potenzialità.<br />
La Facoltà che frequento fa parte della Sapienza UNIVERSITÀ DI ROMA.<br />
Qui si respira un’aria famigliare: grande è la <strong>di</strong>sponibilità e la fiducia<br />
che i docenti infondono negli studenti; essi sono sempre in grado <strong>di</strong> rispondere<br />
a ogni curiosità o incertezza, senza mostrare segni d’insofferenza.<br />
Per questo ho stu<strong>di</strong>ato con facilità e impegno anche le materie più<br />
dure.<br />
Mi sembra ieri che entrai per la <strong>prima</strong> volta in questa facoltà (Scienze<br />
dell’Educazione e della Formazione), tre anni ormai sono passati. In<br />
questi ultimi mesi sto preparando con il mio relatore “Nicola Siciliani de<br />
Cumis” la tesi <strong>di</strong> laurea dal titolo Il mio <strong>di</strong>ario 2011-2012.<br />
Illustrerò brevemente i contenuti della tesi.<br />
Per i motivi illustrati nel curriculum e per l’interesse verso i bambini,<br />
ho pensato <strong>di</strong> scrivere una tesi che “desse la parola” anche ai piccoli<br />
“scrittori”: raccogliere, in una sorta <strong>di</strong> <strong>di</strong>ario, le paure, le gioie, gli interessi<br />
che più li appassionano, si svolge attraverso il lavoro <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong><br />
materiale scritto e prodotto (come i <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> bambini).<br />
I vari testi che ho consultato sono stati scritti da bambini <strong>di</strong> ceto sociale<br />
<strong>di</strong>verso e ho proceduto ad una selezione del materiale visionato.<br />
Tutto questo materiale è stato reperibile, perché pubblico, su quoti<strong>di</strong>ani,<br />
riviste, libri e siti internet. Questo aspetto è proprio ciò che <strong>di</strong>fferenzia<br />
questo <strong>di</strong>ario da altri generi simili, scritti magari da adulti o <strong>di</strong><br />
genere privato. Da questo materiale è nato il <strong>di</strong>ario, dove il bambino può<br />
scegliere che uso farne: privatamente o per la scuola.<br />
Il periodo che è stato preso in considerazione riguarda la fascia d’età<br />
compresa dai 6 ai 15 anni.<br />
I testi e le illustrazioni sono stati selezionati, alcuni, quasi per un abbellimento<br />
del <strong>di</strong>ario stesso; altri, con l’intento <strong>di</strong> segnalare, nei giorni<br />
“giusti”, fatti o ricorrenze riconducibili per qualche ragione specifica alla<br />
“loro” data <strong>di</strong> riferimento.<br />
Alcuni racconti sono stati scritti in più giorni, per invogliare il piccolo<br />
lettore incuriosito ad arrivare alla fine della storia.<br />
Ho lasciato nel <strong>di</strong>ario anche delle righe bianche per dare la possibilità<br />
ai bambini <strong>di</strong> scriverci sopra e offrendo ad educatori e a pedagogisti <strong>di</strong><br />
conoscere ed interpretare la personalità <strong>di</strong> ciascun bambino.<br />
Il giorno che ho accettato <strong>di</strong> scrivere questo <strong>di</strong>ario, sapevo già che<br />
avrei incontrato molte <strong>di</strong>fficoltà. In effetti, gli scritti in commercio, <strong>di</strong> cui
Premessa IX<br />
sono autori bambini, sono pochi. Mi sono dovuta barcamenare, avendo<br />
pochissimo materiale a <strong>di</strong>sposizione.<br />
Per questo ho dovuto attingere informazioni dagli stessi libri consultati<br />
più volte e questo mi ha creato <strong>di</strong>sagio.<br />
Ho scelto i vari testi e <strong>di</strong>segni nel <strong>di</strong>ario in base ad un opinione personale.<br />
L’elaborato <strong>di</strong> laurea riguarda a pieno il mondo dell’infanzia.<br />
Ed è proprio la problematica della relazione tra mondo degli adulti e<br />
mondo dell’infanzia, con tutte le sue implicazioni <strong>di</strong> carattere emozionale<br />
e <strong>di</strong> comunicazione, è ciò che ha stimolato maggiormente il mio interesse<br />
sotto il profilo sia della ricerca che dell’analisi.<br />
Dal <strong>di</strong>ario così concepito è possibile senza me<strong>di</strong>azioni osservare il<br />
punto <strong>di</strong> vista del soggetto in formazione, che ha una sua propria sensibilità,<br />
una sua visione, una sua proposta non del tutto con<strong>di</strong>zionata dal<br />
mondo degli adulti.<br />
Alcuni scritti <strong>di</strong>mostrano <strong>di</strong> essere più maturi, rispetto a quelli propri<br />
<strong>di</strong> bambini <strong>di</strong> una scuola <strong>prima</strong>ria.<br />
Si è inteso procedere in questo senso, per sottolineare la funzione <strong>di</strong><br />
stimolo, che la lettura dei testi più “<strong>di</strong>fficili” scritti da bambini più gran<strong>di</strong><br />
può ricoprire. Tra tutte le tematiche ricorrenti, ho selezionato solo<br />
quelle più citate nel <strong>di</strong>ario e che catturano maggiormente l’interesse<br />
dell’infante.<br />
Esse sono: la fantasia, la creatività, l’umorismo, il gioco, l’educazione<br />
ambientale, l’insegnante, la scuola, la famiglia, il bambino, la pace/guerra,<br />
i <strong>di</strong>ritti, la religione, il razzismo/pregiu<strong>di</strong>zi, catastrofe naturale.<br />
Il tre<strong>di</strong>ci luglio 2011, mi sono laureata è stata un’emozione indescrivibile,<br />
mi hanno dato il massimo dei voti. C’era tutta la mia famiglia a festeggiarmi.<br />
Sono passati alcuni mesi, da quel giorno.<br />
Mi sono iscritta al corso magistrale, <strong>di</strong>: ”Pedagogia e Scienze<br />
dell’Educazione e della Formazione”.<br />
Sto frequentando il corso <strong>di</strong> Pedagogia generale I tenuto dal professor<br />
Sicliani de Cumis e dal dottor Alessandro Sanzo. Stiamo leggendo attentamente<br />
i due libri per l’esame, ricostruiti e scritti da Nicola Siciliani de<br />
Cumis: I figli del papuano 1 e <strong>Labriola</strong> <strong>dopo</strong> <strong>Labriola</strong> 2 .<br />
1 N. SICILIANI DE CUMIS, I figli del papuano. Cultura, culture, intercultura, interculture<br />
da <strong>Labriola</strong> a Makarenko, Gramsci, Yunus. Prefazione <strong>di</strong> F. Ferrarotti, Milano, E<strong>di</strong>zione<br />
Unicopli, 2010.
X<br />
Premessa<br />
Il titolo dell’elaborato è <strong>Diario</strong> <strong>virtuale</strong> <strong>Labriola</strong> <strong>prima</strong> e <strong>dopo</strong>.<br />
Nel capitolo primo <strong>Diario</strong> <strong>virtuale</strong>, scriverò passo passo della formazione<br />
del <strong>di</strong>ario, iniziando dalle lezioni <strong>di</strong> Pedagogia generale I, per arrivare<br />
alla de<strong>di</strong>ca relativa al sogno, prendendo come riferimento entrambi<br />
i libri, cercando paragoni e raffronti, segnalando solo i giorni delle<br />
lezioni <strong>di</strong> pedagogia generale.<br />
Nel capitolo secondo <strong>Labriola</strong> <strong>prima</strong> e nel capitolo terzo <strong>Labriola</strong> <strong>dopo</strong>,<br />
ho cercato <strong>di</strong> costruire la formazione biografica e intellettuale dell’autore,<br />
inserendo le opere in or<strong>di</strong>ne cronologico, tracciando un percorso<br />
dell’autore esistenziale, scegliendo alcuni saggi dei libri, ricostruendo un<br />
<strong>Labriola</strong> “<strong>prima</strong>”: con le primissime opere, l’accostamento alle idee <strong>di</strong><br />
Socrate, <strong>di</strong> Hegel, la morte del padre, l’incontro con la moglie Rosalia,<br />
<strong>Labriola</strong> professore alla Sapienza, <strong>di</strong>rettore del Museo d’istruzione e <strong>di</strong><br />
educazione.<br />
Un <strong>Labriola</strong> “<strong>dopo</strong>”: più maturo che si avvicinerà alle idee <strong>di</strong> Herbart<br />
allontanandosi da Hegel per poi ritornarci sopra, inizierà a stu<strong>di</strong>are le<br />
opere <strong>di</strong> Marx ed Engels, intratterrà un fitto corteggio con i massimi<br />
esponenti del socialismo europeo, fino ad arrivare alla celebre frase le:<br />
idee non cascano dal cielo per concludere con la sua improvvisa morte.<br />
Ho fatto una selezione del materiale visionato tentando <strong>di</strong> costruire<br />
un filo logico preciso della sua vita, una sorta <strong>di</strong> <strong>di</strong>ario <strong>virtuale</strong>, con il<br />
giorno e mese progettato e ideato da me e l’anno che rispecchi l’uscita<br />
dell’opera.<br />
Le mie sono state scelte personali, ho cercato <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le citazioni<br />
più significative, non commentandole alla lettera, ma affiancando<br />
il percorso filosofico che ha portato il <strong>Labriola</strong> giovane alla sua maturazione.<br />
2 N. SICILIANI DE CUMIS, <strong>Labriola</strong> <strong>dopo</strong> <strong>Labriola</strong>. Tra nuove carte d’archivio, ricerche,<br />
<strong>di</strong>dattica. Postfazione <strong>di</strong> G. Mastroianni, Pisa, ETS, 2011.
Capitolo primo<br />
<strong>Diario</strong> <strong>virtuale</strong><br />
Lunedì 10 Ottobre 2011<br />
Il primo giorno <strong>di</strong> lezione, abbiamo parlato in generale <strong>di</strong> quello che<br />
faremo nel semestre e dei libri da portare per l’elaborato d’esame: I figli<br />
del papuano e <strong>Labriola</strong> <strong>dopo</strong> <strong>Labriola</strong>, ambedue scritti dello stesso autore,<br />
Siciliani de Cumis. Il primo libro è caratterizzato da un materiale esistenziale<br />
che supporta l’uscita dell’altro libro che è più tecnico.<br />
Entrambi hanno in comune molti particolari che approfon<strong>di</strong>rò man<br />
mano che andrò avanti a scrivere l’elaborato. Con il dottor Alessandro<br />
Sanzo abbiamo parlato del laboratorio <strong>Labriola</strong>.<br />
Il “Laboratorio <strong>Labriola</strong>” dell’Università <strong>di</strong> Roma “La Sapienza” (Prima cattedra<br />
<strong>di</strong> Pedagogia generale) si propone come l’insieme delle attività <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e<br />
<strong>di</strong> ricerca che, da quasi cinquant’anni a questa parte, in <strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong>, chi scrive<br />
ha potuto svolgere e far svolgere, a più livelli, sul tema della formazione e<br />
dell’opera <strong>di</strong> Antonio <strong>Labriola</strong> e sul <strong>Labriola</strong>, in quanto uomo <strong>di</strong> cultura, personalità<br />
<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>oso, educatore politico e docente nella stessa Università <strong>di</strong> Roma<br />
“La Sapienza”.<br />
E questo, anzitutto relativamente al periodo 1874-1904, cioè dal momento<br />
dell’ingresso <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong> nella “sua” Università all’anno della morte; ma anche<br />
per perio<strong>di</strong> precedenti il 1874, con riferimento alla formazione labrioliana tra<br />
Cassino e Napoli, alla fase <strong>di</strong> preparazione del trasferimento <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong> a Roma,<br />
alle importanti esperienze giornalistiche labrioliane tra Napoli, Bologna,<br />
Firenze; e per gli anni successivi al 1904, in relazione alla “fortuna” <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong>,<br />
dalla morte fino ai giorni nostri 3 .<br />
3 ID., <strong>Labriola</strong> <strong>dopo</strong> <strong>Labriola</strong>. Tra nuove carte d’archivio ricerche, <strong>di</strong>dattica, cit., pp. 15-17.
12<br />
Capitolo primo<br />
Martedì 11 Ottobre 2011<br />
Il professor Siciliani ha spiegato il contenuto del volume, <strong>Labriola</strong> <strong>dopo</strong><br />
<strong>Labriola</strong>. Tale opera mette assieme la maggior parte dei contributi su <strong>Labriola</strong>,<br />
pubblicati o in corso <strong>di</strong> stampa dal (1985-2011). Siciliani porta<br />
avanti questa ricerca a più strati, sul tema della formazione <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong>,<br />
in quanto uomo <strong>di</strong> cultura, stu<strong>di</strong>oso, educatore, politico e docente<br />
nell’Università <strong>di</strong> Roma La Sapienza.<br />
Si tratta <strong>di</strong> una raccolta <strong>di</strong> saggi volti a chiarire l’unicità, l’esperienza;<br />
filosofica, pedagogica, sociale e politica, una costruzione a tutto tondo<br />
della formazione culturale ed umana, per arrivare a ciò che <strong>di</strong> in<strong>di</strong>menticabile<br />
se ne è conservato e trasmesso nell’ambiente universitario romano.<br />
Ha una struttura <strong>di</strong>aristica.<br />
Il volume ha un titolo molto particolare che lascia intendere una molteplicità<br />
<strong>di</strong> significati.<br />
Un titolo che, nella mia ottica attuale, vorrebbe non solo <strong>di</strong>re in generale <strong>di</strong><br />
un capitolo della “fortuna” dell’autore, ma pure recuperare puntualmente i <strong>di</strong>fferenti<br />
valori semantici dell’espressione cronologica “al plurale” (più <strong>Labriola</strong>,<br />
<strong>di</strong>verse fasi della sua formazione) e in<strong>di</strong>cante “ successione tematica” (questo<br />
aspetto <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong> <strong>di</strong> seguito e accanto a quest’altro aspetto <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong>).<br />
Di qui il significato evidente, del collegamento stabilito tra questo libro,<br />
l’ampia gamma <strong>di</strong> iniziative commemorative dell’Università <strong>di</strong> Roma “La Sapienza”<br />
in occasione del centenario della morte <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong>, la notevole serie <strong>di</strong><br />
riscontri critici che tali iniziative hanno avuto e l’altro mio testo “labroliano” recente,<br />
I figli del papuano 4 .<br />
Dopo <strong>Labriola</strong> e oltre <strong>Labriola</strong>, per rintracciare confronti, rapporti,<br />
supposizioni, tenuti da questo autore con <strong>di</strong>verse figure <strong>di</strong> spicco come:<br />
Makerenko, Gramsci, Yunus, Dewey, Montessori, Piaget, Vygotskij, Garin.<br />
Sopra <strong>di</strong> ogni cosa c’è l’impronta hegeliana.<br />
I testi raccolti in <strong>Labriola</strong> <strong>dopo</strong> <strong>Labriola</strong>, sembrano costruire un’indagine<br />
scientifica. Il testo è sud<strong>di</strong>viso in tre parti ed è chiuso da un’appen<strong>di</strong>ce e<br />
da una postfazione <strong>di</strong> Giovanni Mastroianni.<br />
4 Ivi, pp. 10-13.
<strong>Diario</strong> <strong>virtuale</strong> 13<br />
Lunedì 17 Ottobre 2011<br />
Il professore ci ha spiegato come si fa una recensione, abbiamo preso<br />
come riferimento una recensione del <strong>Labriola</strong> <strong>dopo</strong> <strong>Labriola</strong> <strong>di</strong> Vincenzo<br />
Orsomarso. Di seguito riporterò la recensione del volume <strong>Labriola</strong> <strong>dopo</strong><br />
<strong>Labriola</strong> e lo scriverò in più giorni nel <strong>di</strong>ario per la sua capienza.<br />
Più avanti esporrò invece la recensione del libro I figli del papauno.<br />
La <strong>prima</strong> parte dal titolo, Terminologia Labroliana, comprende tre capitoli,<br />
Antonio <strong>Labriola</strong> critico della cultura del suo tempo. I concetti, le parole, i<br />
segni, Il principio “<strong>di</strong>alogico” in <strong>Labriola</strong> e il criterio del “morfologico”, secondo<br />
<strong>Labriola</strong>.<br />
La seconda parte dal titolo La “formazione” e la “cosa formata”, tale capitolo<br />
si apre con un’indagine sulla figura predominante <strong>di</strong> Francesco<br />
Saverio <strong>Labriola</strong>, padre <strong>di</strong> Antonio <strong>Labriola</strong> si attribuisce un ruolo <strong>di</strong><br />
educatore continuo in tutti campi del sapere, nella formazione del figlio.<br />
Trasferendo nel figlio una forazione prioritaria forte.<br />
Nel secondo capitolo, Sulla <strong>prima</strong> pedagogia universitaria romana e Don<br />
Guanella. Illazioni ed ipotesi. L’autore svolge un confronto tra “<strong>Labriola</strong><br />
filosofo e insegnante laico” e “Don Guanella, uomo <strong>di</strong> fede ed educatore”<br />
entrambi dello stesso periodo. Facendo un raffronto, sulle cause etiche<br />
ed attività pedagogiche <strong>di</strong> entrambi.<br />
Il terzo e il quarto capitolo dal titolo, Un <strong>Labriola</strong> da “Museo” e <strong>Labriola</strong><br />
a Venezia 1880, offre la possibilità al lettore <strong>di</strong> avere, un quadro complessivo<br />
ine<strong>di</strong>to delle conferenze pedagogiche <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong>, ed è proprio<br />
quest’ultimo che <strong>di</strong>scute con gli insegnanti elementari: dei mezzi educativi,<br />
fini dell’istruzione, <strong>di</strong> insegnamento della storia e della geografia<br />
nella suola popolare e infine <strong>di</strong> educazione morale.<br />
La terza parte del volume, Tra filosofia, università, educazione, vita, si<br />
apre con un capitolo de<strong>di</strong>cato ad Antonio <strong>Labriola</strong> a centosessant’anni<br />
dalla nascita; un presentazione globale del Cassinate, che fa leva su rilettura<br />
del “Quarto saggio” sulla concezione materialistica della storia, una ricostruzione<br />
del processo <strong>di</strong> formazione storica.<br />
Il secondo e il terzo capitolo; dai titoli: <strong>Labriola</strong> filosofo, Rileggendo<br />
L’università e la libertà della scienza <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong>, (una rilettura del <strong>di</strong>scorso<br />
pronunciato il 14 novembre, per l’inaugurazione dell’anno accademico<br />
1896-1897) un testo che coglie nel segno, per le sue intenzioni pedagogiche<br />
e per la limpidezza degli ideali universitari che l’ispirano. Traducendo<br />
il tutto in una proposta chiara <strong>di</strong>: politica culturale, scolastica e<br />
universitaria. Tale <strong>di</strong>scorso offre al’autore la possibilità <strong>di</strong> far luce sui<br />
propri valori morali e intellettuali.
14<br />
Capitolo primo<br />
Martedì 18 Ottobre 2011<br />
A lezione stiamo continuando a parlare della recensione del libro e<br />
dell’importanza per <strong>Labriola</strong> dell’università e dei valori che deve istituire,<br />
esaminando il celebre <strong>di</strong>scorso che <strong>Labriola</strong> realizzò per<br />
l’inaugurazione dell’anno accademico (1896-1897). In questo <strong>di</strong>scorso si<br />
sente: la profon<strong>di</strong>tà, l’entusiasmo, la passione che <strong>Labriola</strong> poneva; per<br />
l’università, per i studenti, e in tutto quello che credeva.<br />
Signori studenti,<br />
noi siamo qui per rendere un servigio a voi: − voi non avete obbligo <strong>di</strong> renderne nes-<br />
suno a noi <strong>di</strong>rettamente. Nel rendere un servigio a voi, noi, per il tramite delle persone<br />
vostre, lo prestiamo alla società in generale.<br />
Voi, con l’applicazione pratica ed efficace delle conoscenze acquistate qui dentro, fate<br />
poi <strong>di</strong> rendere agli altri i frutti <strong>di</strong> ciò che l’opera nostra, spesa in pro’ vostro, costa, sotto<br />
tanti aspetti, alla società tutta intera.<br />
Noi non siamo qui per farvi da padroni, e non ci assumiamo, certo, le parti <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettori<br />
spirituali, o <strong>di</strong> vostri in<strong>di</strong>viduali consiglieri. Noi non abbiamo facoltà, né <strong>di</strong> scegliervi, né<br />
<strong>di</strong> respingervi. Voi ci venite <strong>di</strong> vostro impulso, e per le con<strong>di</strong>zioni favorevoli delle fami-<br />
glie vostre. Di fronte alla gran massa dei lavoratori, che rimangon privi dei benefizi della<br />
cultura, voi – permettetemi che ve lo <strong>di</strong>ca – voi siete dei privilegiati.<br />
Uscendo dall’università, la più gran parte <strong>di</strong> voi – il che fa in fondo la regola – non ci<br />
tornerà più ad occuparvi ufficio alcuno. Volgere le <strong>di</strong>scipline apprese qui dentro ad altri<br />
usi ed intenti, che non sian quelli del <strong>di</strong>retto e proprio esercizio della scienza stessa. En-<br />
trando nella gara della vita, vi toccherà <strong>di</strong> tentare le contingenze della fortuna, e <strong>di</strong> subi-<br />
re le alee della concorrenza. Questa è la vita, per ora almeno: né noi abbiamo modo <strong>di</strong><br />
farvi veleggiare con agile e sicura navicella verso i regni <strong>di</strong> Madonna Utopia […].<br />
Noi professori siamo, senza dubbio, orgogliosi della superiorità <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zione mora-<br />
le, in cui ci troviamo rispetto a quelli che ci precedettero nei secoli scorsi, pei quali le li-<br />
bertà furono privilegi; e per rispetto ancora a quei cultori della scienza, che dovettero in<br />
altri tempi, o devono in altri paesi, piegare innanzi ai capricci dei mecenati, o delle pre-<br />
potenze dei protettori e dei gran<strong>di</strong>.<br />
Ma saremo, per fermo, più orgogliosi, se, associando voi all’opera nostra la vostra in-<br />
telligente docilità, ci permetterete <strong>di</strong> chiamarvi cooperatori nostri in questo lavoro, che è il<br />
più gra<strong>di</strong>to e nobile che capiti ad uomo <strong>di</strong> esercitare or<strong>di</strong>natamente, anzi commilito-<br />
ni sotto l’insegna <strong>di</strong> quella libera e spregiu<strong>di</strong>cata ricerca, che per noi e per voi tutti è <strong>di</strong>-<br />
ritto e dovere ad un tempo. E con tale augurio, a rivederci! 5 .<br />
5 A. LABRIOLA, L’ università e la libertà della scienza, Roma, Loescher, 1987. Ora in<br />
ID., Scritti pedagogici, a cura <strong>di</strong> N. SICILIANI DE CUMIS, cit., pp. 614-616.
<strong>Diario</strong> <strong>virtuale</strong> 15<br />
Lunedì 24 Ottobre 2011<br />
Dopo il capitolo Su Maria Montessori e Antonio <strong>Labriola</strong>, come se fosse<br />
un’indagine sulla possibilità o meno <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong> <strong>di</strong> conoscere la Montessori<br />
o se quest’ultima ha frequentato o meno le sue lezioni. Già dottoressa<br />
in Me<strong>di</strong>cina, Chirurgia, quali saranno stati i motivi ad iscriversi nella<br />
Facoltà <strong>di</strong> Filosofia e Lettere dell’ Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma “La<br />
Sapienza”, negli anni accademici 1902-1903 e 1903-1904.<br />
Capitolo quinto: Dal Pane e la fortuna <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong> nei primi decenni del<br />
Novecento (Note promemoria). Una ricostruzione precisa storica da parte<br />
del Dal Pane e<strong>di</strong>tore e storico, del <strong>Labriola</strong>.<br />
Le pagine su: La Russia <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong>. Materiali per una lezione, hanno un<br />
carattere principalmente formativo, si collocano nell’ambito della ricerca<br />
<strong>di</strong>dattica, l’intento è <strong>di</strong> mostrare all’attenzione degli studenti alcuni testi,<br />
del <strong>Labriola</strong> sulla Russia. Per precisarne il punto <strong>di</strong> vista apertamente<br />
riduttivo, polemico infine problematico.<br />
Capitolo conclusivo dal titolo: Ultime del “Laboratorio <strong>Labriola</strong>”. In ricordo<br />
<strong>di</strong> Eugenio Garin, a cent’anni dalla nascita (1909-2009), filosofo e storico.<br />
In questo capitolo si collocano tre tesi <strong>di</strong> laurea specialistica su <strong>Labriola</strong>,<br />
<strong>di</strong>scusse nell’Università <strong>di</strong> Roma la “Sapienza”, nell’anno accademico<br />
2008-2009.<br />
Il volume si conclude con un’appen<strong>di</strong>ce, Idee per un film su <strong>Labriola</strong>, e<br />
una postfazione <strong>di</strong> Giovanni Mastroianni, <strong>Labriola</strong> si, <strong>Labriola</strong> no.<br />
Abbiamo concluso la recensione e la spiegazione passo passo del volume.<br />
Ognuno sta considerando il tema da prendere in riferimento per<br />
l’elaborato d’esame.<br />
Per spiegare gli interessi precedenti, nella premessa ho voluto <strong>di</strong>segnare<br />
rapidamente il mio percorso formativo, <strong>di</strong>dattico e il contenuto<br />
della tesi triennale, che mi hanno spinto a intraprendere un percorso simile<br />
a quello passato, per l’elaborato <strong>di</strong> esame <strong>di</strong> Pedagogia generale I<br />
tenuto dal professor Siciliani de Cumis, focalizzato su <strong>Labriola</strong>.<br />
Per spiegare il mio argomento re<strong>di</strong>gerò brevemente una biografiabibliografia<br />
<strong>di</strong> <strong>Labriola</strong>.
16<br />
Capitolo primo<br />
Martedì 25 Ottobre 2011<br />
Nasce a Cassino nel 1843.<br />
A Napoli, è allievo <strong>di</strong> Bertrando Spaventa, che aveva portato in Italia, col De<br />
Sanctis, l'idealismo e lo storicismo <strong>di</strong> Hegel, e che vedeva nello Stato risorgimentale<br />
la realizzazione dell'eticità hegeliana.<br />
I fratelli Bertrando e Silvio Spaventa erano tipici esponenti della destra storica,<br />
liberale ma non democratica. Il primo scritto <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong>, Una risposta alla<br />
prolusione <strong>di</strong> Zeller (un docente <strong>di</strong> filosofia greca nell'Università <strong>di</strong> Heidelberg)<br />
del 1862, è chiaramente ispirato alla lettura hegeliana <strong>di</strong> B. Spaventa., Avendo<br />
seguito all'Università <strong>di</strong> Napoli l'insegnamento <strong>di</strong> A. Tari, F. De Sanctis e B.<br />
Spaventa, abbandona ben presto l'hegelismo ortodosso (è del 1869 una sua dura<br />
recensione critica alle Lezioni sulla filosofia della Storia, dell'hegeliano A. Vera).<br />
Tra il 1870 e il 1874 (<strong>prima</strong> della caduta della Destra), <strong>Labriola</strong> collabora a<br />
gran parte del giornalismo politico liberale, come cronista o e<strong>di</strong>torialista <strong>di</strong> vari<br />
giornali: «Gazzetta <strong>di</strong> Napoli», «Il Piccolo», «L'Unità Nazionale» (in questo<br />
escono nel 1872 le <strong>di</strong>eci Lettere napoletane, in occasione delle elezioni amministrative<br />
<strong>di</strong> Napoli), il «Monitore <strong>di</strong> Bologna». Da questi articoli già si può notare<br />
la preoccupazione <strong>di</strong> guardare in maniera concreta alle esigenze delle masse<br />
popolari.<br />
Molto sentito è il tema dell'educazione nazionale, intesa come riforma intellettuale<br />
e morale: tema che si ritrova anche negli scritti filosofici <strong>di</strong> questo periodo<br />
(Origine e natura delle passioni secondo l'Etica <strong>di</strong> Spinoza del 1866, La dottrina<br />
<strong>di</strong> Socrate secondo Senofonte, Platone e Aristotele del 1871, Della libertà morale<br />
e Morale e religione, entrambi del 1873).<br />
<strong>Labriola</strong> professore alla “Sapienza” <strong>di</strong> Filosofia morale e <strong>di</strong> Pedagogia. Successivamente<br />
insegnò teoretica, dal 1874 al 1904.<br />
Direttore del Museo d’istruzione e <strong>di</strong> educazione dal 1877 al 1891 che fu parte<br />
centrale della sua formazione.<br />
<strong>Labriola</strong> mo<strong>di</strong>fica progressivamente le proprie idee separando lo storicismo<br />
dall'idealismo (e quin<strong>di</strong> da ogni metafisica romantica e da ogni sacralizzazione<br />
statuale), grazie all'apporto della pedagogia scientifica <strong>di</strong> Herbart.<br />
Netta è la sua polemica contro il "ritorno a Kant" dei neokantiani tedeschi.<br />
Dap<strong>prima</strong> si avvicina ai ra<strong>di</strong>cali come Cavallotti, poi ai socialisti come Turati.
<strong>Diario</strong> <strong>virtuale</strong> 17<br />
Lunedì 31 Ottobre 2011<br />
Lo Stato moderno gli appare sempre più compromesso con la corruzione <strong>di</strong><br />
una classe decadente: la borghesia. In tutti gli anni accademici dal 1880 al 1886<br />
egli tratta <strong>di</strong> un unico tema: lo Stato, le sue origini e le sue funzioni.<br />
Progressivamente matura l'idea che la vera forza propulsiva della storia si<br />
trovi nel movimento politico delle masse popolari. Cioè nel sociale più che nello<br />
statuale.<br />
Infatti nel triennio 1887-90 egli prospetta un processo <strong>di</strong> trasformazione democratica<br />
dello Stato e della società civile a partire dalle comunità locali (il Comune).<br />
Egli in sostanza elabora il progetto <strong>di</strong> costruire una sorta <strong>di</strong> democrazia<br />
sociale <strong>di</strong> base che avesse come elemento caratteristico <strong>di</strong> coinvolgimento la<br />
struttura comunitaria locale, quale possibilità decentrata <strong>di</strong> autogoverno popolare.<br />
Per capire questa fase del suo pensiero occorre leggere I problemi della filosofia<br />
della storia (1887) e Del socialismo (1889).<br />
Intorno al 1890 iniziò a stu<strong>di</strong>are le opere <strong>di</strong> Marx ed Engels e si convince che<br />
nel mondo contemporaneo la forza più creativa e rivoluzionaria è quella del<br />
movimento operaio-socialista. Intrattiene un fitto carteggio coi massimi esponenti<br />
del socialismo europeo: Engels, Kautsky, Bernstein, Sorel. I suoi Saggi sul<br />
materialismo storico, del 1877. Dove si evidenzia in mondo forte e incisivo il valore<br />
della storia per <strong>Labriola</strong>:<br />
La storia va intesa come un organismo sociale complesso è impossibile capirla<br />
solo stu<strong>di</strong>andone i processi economici, vanno stu<strong>di</strong>ati anche quelli della psicologia<br />
sociale (coscienza degli uomini) 6 .<br />
Forte era la sua opposizione nei confronti del marxismo neokantiano. <strong>Labriola</strong><br />
preferiva il marxismo scientifico. Un'altra opera <strong>di</strong> altissimo valore fu:<br />
Discorrendo <strong>di</strong> socialismo e <strong>di</strong> filosofia del 1898, che costituisce una raccolta <strong>di</strong> do<strong>di</strong>ci<br />
lettere inviate a Sorel, dove parleranno delle idee <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong> sul socialismo<br />
e sulla filosofia.<br />
<strong>Labriola</strong> morirà il 2 febbraio del 1904 gravemente malato <strong>di</strong> un cancro alla<br />
gola (organo pedagogico).<br />
Finendo una carriera <strong>di</strong> educatore, teorico, scrittore. (Nel 1927-28 vengono<br />
pubblicate le sue Lettere ad Engels) 7 .<br />
6 A. LABRIOLA, Saggi sul materialismo storico. A cura <strong>di</strong> V. GERRATANA E A. GUERRA,<br />
Roma, E<strong>di</strong>tori Riuniti, 1977.<br />
7 http://www.homolaicus.com/teorici/labriola/labriola.htm [ultima consultazione<br />
20 novembre 2012]
18<br />
Capitolo primo<br />
Lunedì 7 Novembre 2011<br />
Da tutte queste informazioni ricostruite da libri, siti internet e leggendo<br />
attentamente i due libri per l’esame <strong>di</strong> pedagogia generale, scritti<br />
da Siciliani: I figli del papuano, <strong>Labriola</strong> <strong>dopo</strong> <strong>Labriola</strong>, ho scelto <strong>di</strong> riorganizzare<br />
la figura <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong>, prendendo come riferimento solo le opere,<br />
per questo nelle prime pagine ho scritto una biografia interessata esclusivamente<br />
alla sua formazione e ai suoi lavori più importanti cercando<br />
<strong>di</strong> ricomporre un percorso “educativo”, “storico”, ”filosofico” “<strong>di</strong>dattico”.<br />
Cercando <strong>di</strong> ripercorrere in modo cronologico le sue opere costruendo<br />
un quadro dettagliato della sua vita. Partendo dalle prime citazioni<br />
dei suoi scritti commentandoli in modo esaustivo, fino ad arrivare<br />
agli ultimi suoi lavori <strong>prima</strong> della morte.<br />
Per avere un quadro completo della sua vita, dagli inizi fino alla fine<br />
dei suoi giorni.<br />
Il titolo dell’elaborato è <strong>Diario</strong> <strong>virtuale</strong> <strong>Labriola</strong> <strong>prima</strong> e <strong>dopo</strong>.<br />
Nel <strong>Diario</strong> <strong>virtuale</strong>, scriverò passo passo della formazione del <strong>di</strong>ario,<br />
iniziando dalle lezioni <strong>di</strong> Pedagogia generale I, per arrivare alla de<strong>di</strong>ca<br />
relativa al sogno, prendendo come riferimento entrambi i libri, cercando<br />
paragoni e raffronti.<br />
Riportando non solo le citazioni più caratteristiche delle sue opere<br />
trascritte nei due libri citati pocanzi <strong>di</strong> Siciliani, spiegando anche il rapporto<br />
che quest’ultimo teneva con <strong>di</strong>verse figure rappresentative come<br />
ad esempio: suo padre Francesco Saverio, sua moglie Rosalia von<br />
Sprenger, Bertrando e Silvio Spaventa, Benedetto Croce, Antonio Gramsci<br />
e tanti altri.<br />
Tentando <strong>di</strong> costruire un filologico preciso della sua vita, una sorta <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>ario <strong>virtuale</strong>, con il giorno e mese progettato e ideato da me e l’anno<br />
che rispecchi l’uscita dell’opera.
<strong>Diario</strong> <strong>virtuale</strong> 19<br />
martedì 8 Novembre 2011<br />
Il tema dell’elaborato riguarda la formazione culturale dell’autore,<br />
scegliendo alcuni saggi del libro, ricostruendo un <strong>Labriola</strong> “<strong>prima</strong>”: con<br />
le primissime opere, l’accostamento alle idee <strong>di</strong> Socrate, <strong>di</strong> Hegel, la<br />
morte del padre, l’incontro con la moglie Rosalia, <strong>Labriola</strong> professore alla<br />
Sapienza, <strong>di</strong>rettore del Museo d’istruzione e <strong>di</strong> educazione. Un <strong>Labriola</strong><br />
“<strong>dopo</strong>”: che si avvicinerà alle idee <strong>di</strong> Herbart allontanandosi da<br />
Hegel per poi ritornarci sopra, inizierà a stu<strong>di</strong>are le opere <strong>di</strong> Marx ed<br />
Engels, intratterrà un fitto corteggio con i massimi esponenti del socialismo<br />
europeo. Le sue opere più mature; quelle che riguarderanno le opere<br />
morali, fino ad arrivare alla celebre frase le: idee non cascano dal cielo<br />
per concludere con la sua improvvisa morte.<br />
Questo <strong>di</strong>ario sarà un’indagine anche <strong>di</strong> esperienza biografica.<br />
Ho fatto una selezione del materiale visionato, con l’intento <strong>di</strong> segnalare,<br />
fatti riconducibili per qualche ragione specifica alla loro data <strong>di</strong> riferimento,<br />
prendendo in considerazione l’anno dell’uscita dell’opera.<br />
Le mie sono state scelte personali, ho cercato <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le citazione<br />
più espressive, non commentandole alla lettera, ma creando un<br />
percorso filosofico che ha portato il <strong>Labriola</strong> fanciullo alla sua maturazione.<br />
Ho riflettuto molto su entrambi i testi, notando molti aspetti in comune,<br />
come se i due libri fossero un’unica opera.<br />
Al centro dei due volumi, c’è il celebre saggio collocato nel capitolo<br />
<strong>Labriola</strong> centosessant’anni dalla nascita, inoltre in ambedue i volumi c’è<br />
una tematica ricorrente molto forte ed è quella relativa al sogno, infine<br />
molte citazioni vengono riprese più volte in ambo i libri.
20<br />
Capitolo primo<br />
Lunedì 14 Novembre 2011<br />
Tale citazione viene ripresa dai due volumi, I figli del papuano e <strong>Labriola</strong><br />
<strong>dopo</strong> <strong>Labriola</strong> nel capitolo <strong>Labriola</strong> centosessant’anni dalla nascita.<br />
“Come fareste a educare moralmente un papuano?”, Domandò uno <strong>di</strong> noi<br />
scolari, tanti anni fa (credo circa trent’anni fa), al prof. <strong>Labriola</strong>, in una delle sue<br />
lezioni <strong>di</strong> pedagogia, obiettando contro l’efficacia della pedagogia. «Provvisoriamente<br />
(rispose con vichiana e hegeliana asprezza l’herbertiano professore),<br />
provvisoriamente lo farei schiavo; e questa sarebbe la pedagogia del caso, salvo<br />
a vedere se pei suoi nipoti e pronipoti si potrà cominciare ad adoperare qualcosa<br />
della pedagogia nostra» 8 .<br />
Questa citazione è stata molto commentata con il professor Siciliani e<br />
il dottor Sanzo a lezione, riflettendo sulla risposta <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong> secondo<br />
me nasconde molti significati nascosti e si capisce che è una risposta giusta<br />
data per quel epoca.<br />
8 ID., <strong>Labriola</strong> <strong>dopo</strong> <strong>Labriola</strong>. Tra nuove carte d’archivio ricerche, <strong>di</strong>dattica, cit., p. 280.
<strong>Diario</strong> <strong>virtuale</strong> 21<br />
Martedì 15 Novembre 2011<br />
Un’uscita, com’è noto respinta da Antonio Gramsci nei Quaderni del<br />
carcere:<br />
Questa risposta del <strong>Labriola</strong> è da avvicinare alla intervista da lui data sulla<br />
questione coloniale (Libia) […] Pare si tratti <strong>di</strong> uno pseudo-storicismo, <strong>di</strong> un<br />
meccanicismo abbastanza empirico e molto vicino al più volgare evoluzionismo<br />
[…]. Il modo <strong>di</strong> pensare implicito nella risposta del <strong>Labriola</strong> non pare per tanto<br />
<strong>di</strong>alettica e progressivo, ma piuttosto meccanico e retrivo. Nella intervista sulla<br />
questione coloniale il meccanicismo implicito nel pensiero del <strong>Labriola</strong> appare<br />
anche più evidente. Infatti: può darsi benissimo che sia «necessario ridurre i<br />
papuani in schiavitù» per educarli, ma non è necessario meno che qualcuno affermi<br />
che ciò non è necessario che contingentemente, perché esistono determinate<br />
con<strong>di</strong>zioni, che cioè questa è una necessità “storica” e non assoluta: è necessario<br />
anzi che ci sia una lotta in proposito, e questa lotta è proprio la con<strong>di</strong>zione<br />
per cui i nipoti o pronipoti del papuano saranno liberati dalla schiavitù e<br />
saranno educati con la Pedagogia moderna 9 .<br />
Innanzitutto in questi anni viene maturando nel <strong>Labriola</strong> una duplice evoluzione<br />
sul piano ideologico da Herbart a Marx e sul piano politico dal ra<strong>di</strong>calismo<br />
al socialismo e l’episo<strong>di</strong>o del papuano serviva egregiamente al Croce per<br />
sostenere le sue tesi elitarie sulla cultura, trasportato poi sul piano più propriamente<br />
politico-sociale: come tutto l’Idealismo propugnava il classismo e il dominio<br />
sui ceti subalterni ai quali non restava che aspettare in una posizione <strong>di</strong><br />
attesa e non <strong>di</strong> lotta 10 .<br />
2012]<br />
9 A. GRAMSCI, Quaderni del carcere, cit., vol. II, pp. 1366-1367.<br />
10 http://www.dubla<strong>di</strong>dattica.it/labriola.htm [ultima consultazione il 20 gennaio
22<br />
Capitolo primo<br />
Lunedì 21 Novembre 2011<br />
Il sogno è la chiave centrale del <strong>Diario</strong> Virtuale, non accorgendomi che<br />
dalla de<strong>di</strong>ca è partito tutto il mio lavoro, facendo un elaborato a più strati.<br />
La tematica relativa al sogno viene ripresa e sviluppata in modo <strong>di</strong>verso<br />
da entrambi i libri. Nel libro <strong>Labriola</strong> <strong>dopo</strong> <strong>Labriola</strong>, vengono inserite<br />
varie tesi <strong>di</strong> laurea, quella che ha suscitato il mio interesse è stata la tesi<br />
<strong>di</strong> Genny Bramato, dove ho trovato una citazione molto incisiva <strong>di</strong> Shakespeare.<br />
Il vero scopritore <strong>di</strong> questo nuovo mondo del cuore, è Shakespeare [sic], il<br />
quale, quasi altro Colombo, seppe trovare come partendo dall’uomo si possa<br />
tornare all’uomo. Shakespeare è il poeta moderno per eccellenza;per lui non va<br />
altro mondo che l’umano. I suoi uomini portano in se medesimi la sfinge che<br />
l’interroga – e danno da se medesimi la risposta. Le passioni sotto il loro destino,<br />
ed essi se ne liberano solo operando per esse, etc 11 .<br />
<strong>Labriola</strong> leggeva molto i libri <strong>di</strong> Shakespeare con<strong>di</strong>videva come lui le<br />
passioni come fattori della storia. Due autori molto vicini con il pensiero,<br />
ma <strong>di</strong> epoche storiche <strong>di</strong>verse.<br />
11 A. LABRIOLA, [Minuta <strong>di</strong> Prefazione al saggio su Spinoza (1965 o 1966), in ID., Scritti<br />
e appunti su Zeller e su Spinoza (1862-1868), cit., p. 332.
<strong>Diario</strong> <strong>virtuale</strong> 23<br />
Martedì 22 Novembre 2011<br />
Un‘opera importante <strong>di</strong> Shakespeare inerente con l’elaborato, pertinente<br />
alla tematica del sogno è la comme<strong>di</strong>a intitolata: Sogno <strong>di</strong> una notte<br />
<strong>di</strong> mezza estate.<br />
"Atto V - Scena I - Conclusione<br />
Puck<br />
Se l'ombre nostre v'han dato offesa,<br />
Voi fate conto v'abbian colto<br />
Queste visioni così a sorpresa,<br />
Mentr'erravate in preda al sonno;<br />
In lieve sonno sopiti, ed era<br />
Ogni visione vaga chimera.<br />
Non ci dovete rimproverare<br />
Se vana e sciocca sembrò la storia;<br />
Ne andrà <strong>di</strong>ssolta ogni memoria,<br />
Come <strong>di</strong> nebbia se il sole appare;<br />
Se ci accordate vostra clemenza,<br />
Gentile pubblico, faremo ammenda.<br />
E com'è vero ch'io son folletto<br />
Onesto e semplice,<br />
sincero e schietto,<br />
Se pure ho colpe, non mai ho avuta<br />
Lingua <strong>di</strong> serpe falsa e forcuta;<br />
Pago l'ammenda senza ritardo,<br />
O mi <strong>di</strong>rete che son bugiardo.<br />
Ora vi auguro sogni felici,<br />
Se sia ben vero che siamo amici,<br />
E ad applauso tutti vi esorto,<br />
Poiché ho promesso che ad ogni torto<br />
A voi causato per inesperienza,<br />
Gentile pubblico, faremo ammenda" 12 .<br />
12 http://www.shakespeareinitaly.it/sogno<strong>di</strong>unanotte<strong>di</strong>mezzaestate.html [ultima<br />
consultazione il 20 gennaio 2012]
24<br />
Capitolo primo<br />
Lunedì 28 Novembre 2011<br />
Sogno <strong>di</strong> una notte <strong>di</strong> mezza estate fu scritta con tutta probabilità tra il 1595 e il<br />
1596. questa comme<strong>di</strong>a è una delle prime scritte da shakespeare, certamente<br />
una delle più popolari, nonché quella più <strong>di</strong>fficile da comprendere. Il tema<br />
principale della comme<strong>di</strong>a-fiaba, è ancora una volta l'amore romantico.<br />
L'espe<strong>di</strong>ente del liquido del fiore che, versata sugli occhi <strong>di</strong> una persona che<br />
dorme lo farà innamorare della <strong>prima</strong> persona vista al suo risveglio ,ci fa capire<br />
come l'innamoramento nasconda le qualità fisiche e morali della persona amata,per<br />
poi rivelarle una volta svanito l'incanto.<br />
Nel sogno <strong>di</strong> una notte <strong>di</strong> mezza estate si fondono le vicende degli umani e<br />
degli dei, questi ultimi partecipano alle vicende in maniera silenziosa, talora <strong>di</strong>vertendosi,<br />
talora soffrendo per essi. Vi è il mondo dei sogni, in cui normalmente<br />
il confronto tra uomini e spiriti, tra vita e morte, da qui trae vita l'aforisma<br />
shakespeariano per eccellenza:<br />
"Siamo fatti della stessa sostanza <strong>di</strong> cui sono fatti i sogni, e la nostra vita è<br />
circondata dal sonno" 13. .<br />
Un’opera <strong>di</strong> altissimo spessore, dove il sonno e la veglia vengono mescolati<br />
formando una cosa sola.<br />
Ritenere la propria vita composta dalla stessa materia sfuggente, eterea,<br />
propositiva dei sogni è un modo speciale per affermare che, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong><br />
quanto credono alcuni, noi non ci esauriamo nella rigida e sor<strong>di</strong>da realtà contingente:<br />
noi siamo esseri multi<strong>di</strong>mensionali.<br />
D’altro canto i sogni sono un nostro prodotto, sono la proiezione dei nostri<br />
desideri più intimi.<br />
Siamo, in parte, parimenti proiettati verso qualcosa <strong>di</strong> sempre migliore, ci<br />
proten<strong>di</strong>amo verso un destino più roseo, più felice, più sereno.<br />
E la nostra esistenza è come immersa in un liquido amniotico, è circondata<br />
da una nuvola <strong>di</strong> sonno, <strong>di</strong> passività, <strong>di</strong> inerzia, spesso <strong>di</strong> noia e <strong>di</strong> ine<strong>di</strong>a che ci<br />
impe<strong>di</strong>scono <strong>di</strong> esserne i protagonisti e primi attori, <strong>di</strong> prenderla in mano, <strong>di</strong><br />
governarla e guidarla verso la realizzazione delle nostre aspettative e speranze<br />
14 .<br />
13 Ivi.<br />
14 http://wellthiness.wordpress.com/2010/09/26/siamo-fatti-della-stessa-sostanzadei-sogni-e-la-nostra-piccola-vita-e%E2%80%99-circondata-dal-sonno-williamshakespeare<br />
[ultima consultazione 20 gennaio 2012]
<strong>Diario</strong> <strong>virtuale</strong> 25<br />
Martedì 29 Novembre 2011<br />
Come anticipato <strong>prima</strong> ora parlerò del libro, I figli del papuano, prendendo<br />
spunto dalla recensione <strong>di</strong> Vincenzo Orsomarso e la riporterò nel<br />
<strong>di</strong>ario in più giorni.<br />
L’opera si apre con la Prefazione <strong>di</strong> Franco Ferrarotti, che precisa come<br />
la società multiculturale non è considerata un’opzione etica politica ma<br />
un dato <strong>di</strong> fatto.<br />
In Italia si tende ad associare il termine intercultura, a una serie <strong>di</strong><br />
approcci pedagogici, <strong>di</strong> misure sociali e amministrative, o <strong>di</strong> comportamenti<br />
e attitu<strong>di</strong>ni legati alla gestione del fenomeno migratorio, nell'orizzonte<br />
<strong>di</strong> una risoluzione pacifica dei conflitti.<br />
Nella premessa, Daniela Nar<strong>di</strong>, autrice <strong>di</strong> una tesi <strong>di</strong> Laurea, su Pedagogia<br />
interculturale. Per una <strong>di</strong>dattica innovativa nella scuola materna ed elementare,<br />
precisa che Nicola Siciliani de Cumis, anche se non si è mai occupato<br />
tecnicamente <strong>di</strong> intercultura, in questo volume svolge<br />
un’inchiesta, tra cultura e intercultura al plurale, sollecitando la ricerca<br />
<strong>di</strong> tante sfaccettature come la relazione tra docente e studente.<br />
Nel volume l’autore si muove tra il Poema pedagogico <strong>di</strong> Anton S. Makarenko<br />
e Lamerica <strong>di</strong> Gianni Amelio, tra i ragazzi <strong>di</strong> Casal del Marmo e<br />
il centro internazionale <strong>di</strong> Artek, tra Antonio <strong>Labriola</strong>, Gramsci e Muhammad<br />
Yunus. Quest’ultimo analizza l’intercultura come ritrovo, tra<br />
esperienze formative e autoformative, tra linguaggi, concetti e valori,<br />
soffermandosi sulla lettura <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi testi, con <strong>di</strong>fferenti tipologie, che<br />
vanno: dalla trasmissione generazionale, al tema dei bambini infine<br />
l’intercultura. Lamerica <strong>di</strong> Gianni Amelio è un lavoro <strong>di</strong> massimo impegno,<br />
nel narrare realtà assolutamente <strong>di</strong>fficili e poco ricercate, seppure<br />
note nel loro effetto finale (l'arrivo <strong>di</strong> migranti), con un set realizzato essenzialmente<br />
in esterno, dando una visione dell'intera Albania.<br />
Kadarè, se invece <strong>di</strong> abitare a Parigi vivesse in Albania, si renderebbe<br />
conto <strong>di</strong> come il suo Paese si è trasformato in questi anni, e <strong>di</strong> come continua<br />
a cambiare adesso, <strong>di</strong> giorno in giorno. Ha detto delle stupidaggini<br />
fragorose, è un trombone, un vate retorico, che crede <strong>di</strong> avere l’esclusiva<br />
sull’Albania, per cui solo lui può parlarne. Vada in Albania ci torni 15 !<br />
Gianni Amelio<br />
15 ID., I figli del papuano. Cultura, culture, intercultura, interculture da <strong>Labriola</strong> a Ma-<br />
karenko, Gramsci, Yunus, cit., 2010, p. 81.
26<br />
Capitolo primo<br />
Lunedì 5 Dicembre 2011<br />
Nella lettura Il banchiere dei poveri <strong>di</strong> Yunus, si può in<strong>di</strong>viduare il motivo<br />
che rende il volume sulla strategia del microcre<strong>di</strong>to interessante dal<br />
punto <strong>di</strong> vista pedagogico e cioè; l’educazione ai fini dello sviluppo del<br />
potenziale umano dei poveri grazie alla rilevazione dei punti <strong>di</strong> forza<br />
dei questi ultimi, tutto reso possibile da: processi, appren<strong>di</strong>mento, insegnamento<br />
che può essere formale e informale.<br />
Un luogo comune è che, nei Paesi così detti avanzati l’esperienza yunusiana<br />
non possa attaccare, come nei Paesi sottosviluppati e che pertanto<br />
sia destinata a fallire; questo sul piano dell’educazione estetica, della<br />
comunicazione è il presupposto alla Vita Nova.<br />
Sempre Yunus richiede <strong>di</strong> fare i conti con la permanenza <strong>di</strong> quel pregiu<strong>di</strong>zio<br />
occidentale, che portava il professor <strong>Labriola</strong> in una delle sue<br />
lezioni a ritener necessario fare “provvisoriamente schiavo il papuano” .<br />
Non <strong>di</strong>mentichiamo che <strong>Labriola</strong> è quello che assume Socrate maestro<br />
del <strong>di</strong>alogo, <strong>di</strong>ventando egli stesso il Socrate dei saggi.<br />
Socrate è ben presente in tutta l’attività del <strong>Labriola</strong>, che fa della rivelazione<br />
del’ «Aporia» il motivo <strong>di</strong> ulteriore ricerca e <strong>di</strong> allargamento delle<br />
indagini. Tanto il Socrate, quanto gli scritti pedagogici, i Saggi insieme<br />
ai Quaderni del carcere, <strong>di</strong> cui Siciliani sottolinea la <strong>di</strong>scontinuità, rappresentano<br />
le sollecitazioni tra <strong>di</strong>dattica e ricerca.<br />
L’obbiettivo è quello <strong>di</strong> arrivare alla tesi attraverso l’esercizio <strong>di</strong> ricerca<br />
con l’aiuto del docente, una <strong>di</strong>dattica universitaria che non trascura il<br />
già appreso, ma muove dalle istanze culturali del potenziale ricercatore.<br />
Tale volume si conclude con una Postfazione a due voci, <strong>di</strong> Silvia<br />
Lanzetta e Nicola Siciliani de Cumis.
<strong>Diario</strong> <strong>virtuale</strong> 27<br />
Martedì 6 <strong>di</strong>cembre 2011<br />
La tematica del sogno è presente assiduamente anche nel volume I figli<br />
del papuano. Si può osservare nel paragrafo, appunti per un sabato<br />
mattina, nella parte relativa alla poesia <strong>di</strong> Danilo Dolci del 1974. Dove il<br />
poeta, affida ai versi una composizione poetica <strong>di</strong> altissimo spessore.<br />
C'è chi insegna<br />
Guidando gli altri come cavalli<br />
passo per passo:<br />
forse c'è chi si sente sod<strong>di</strong>sfatto<br />
così guidato.<br />
C'è chi insegna lodando<br />
quanto trova <strong>di</strong> buono e <strong>di</strong>vertendo:<br />
c’è pure chi si sente sod<strong>di</strong>sfatto<br />
essendo incoraggiato.<br />
C’è pure chi educa, senza nascondere<br />
L’assurdo ch’è nel mondo, aperto ad ogni<br />
sviluppo ma cercando<br />
d’essere franco all’altro come a sé<br />
sognando gli altri come ora non sono:<br />
ciascuno cresce solo se sognato 16 .<br />
Uno dei problemi ricorrenti che Danilo Dolci poneva nelle sue poesie,<br />
era la <strong>di</strong>stinzione fra potere e dominio, questa <strong>di</strong>versificazione per lui<br />
basilare.<br />
L’azione educativa, pur se finalizzata alla crescita umana e quin<strong>di</strong> per sua<br />
natura antitetica alle repressioni proprie del dominio, potesse non sfuggire ad<br />
una tendenza che è generale nella storia (appunto quella del dominio dell'uomo<br />
sull'uomo, dell'uomo sulla donna, <strong>di</strong> una nazione su un'altra, dell'uomo sulla<br />
natura). Eppure questa è una grande questione <strong>di</strong> sopravvivenza e <strong>di</strong> civiltà; un<br />
problema certamente contestuale. Esso prefigura senza dubbio una grande sfida,<br />
una grande svolta antropologica, una nuova pratica dei rapporti (fra uomo e<br />
uomo, uomo e natura, ecc.) impossibile senza il contributo <strong>di</strong> un'azione educativa<br />
la quale sia soprattutto consapevole dei nessi sbagliati, dei nessi "malati",<br />
come Danilo si esprime 17 .<br />
2012]<br />
16 D. DOLCI, “C’è chi insegna”, in ID., Poema umano, Einau<strong>di</strong>, Torino, 1974, p. 105.<br />
17 http://danilo1970.interfree.it/potere.html [ultima consultazione il 21 gennaio
28<br />
Capitolo primo<br />
Lunedì 12 Dicembre 2011<br />
Il sogno lo possiamo osservare anche nel paragrafo relativo a Pinocchio.<br />
Celebre scritto <strong>di</strong> Carlo Collo<strong>di</strong>.<br />
Pinocchio, il burattino pedagogico: per i bambini, dalle scuole materne alle<br />
elementari, come percorso <strong>di</strong> conoscenza per crescere insieme, superando ogni<br />
paura e imparando dai propri errori, come necessità <strong>di</strong> raccontarsi in una storia<br />
che sia un po’ quella <strong>di</strong> tutti noi 18 .<br />
Pinocchio celebre personaggio inventato da Collo<strong>di</strong>, è un’importante<br />
figura per insegnare ai bambini quanto sia rilevante un’autonoma crescita<br />
spirituale, quanto sia fondamentale la conquista della libertà e infine<br />
l’esser guidati nell’istruzione da qualcuna che già sa.<br />
Il sogno <strong>di</strong> un burattino <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare bambino. Arriverà a tale obiettivo,<br />
ma <strong>prima</strong> dovrà affrontare molte debolezze per farlo crescere e maturare.<br />
Sono stati fatti numerosi spettacoli teatrali, relativi a Pinocchio, nel libro<br />
I figli del papuano sono elencati e approfon<strong>di</strong>ti.<br />
Per un certo verso i due testi I figli del papuano e <strong>Labriola</strong> <strong>dopo</strong> <strong>Labriola</strong><br />
sono molto simili, anche se sotto molti aspetti hanno una metodologia<br />
<strong>di</strong>versa, ma è proprio questo che li rende unici per il loro genere.<br />
Ho trovato più <strong>di</strong>fficoltà nel recensire I figli del papuano, essendo un<br />
libro più saggistico e autobiografico ricco <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi riferimenti e paragoni,<br />
rispetto a <strong>Labriola</strong> <strong>dopo</strong> <strong>Labriola</strong>, un volume più tecnico e storico volto<br />
a chiarire l’esperienza storico-filosofica, pedagogico-<strong>di</strong>dattica eticopolitica<br />
e sociale <strong>di</strong> Antonio <strong>Labriola</strong>.<br />
Nei due capitoli più avanti sarà affrontata la figura <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong>.<br />
18 ID., I figli del papuano. Cultura, culture, intercultura, interculture da <strong>Labriola</strong> a Ma-<br />
karenko, Gramsci, Yunus, cit., pp. 98-99.
Capitolo secondo<br />
<strong>Labriola</strong> <strong>prima</strong><br />
13 Dicembre 1891<br />
Cominciai la mia carriera con un libro <strong>di</strong> Socrate, che fu molto lodato dallo Zeller,<br />
e son sempre un po’ socratico nella mia vocazione 19 .<br />
<strong>Labriola</strong> finisce sempre per richiamarsi sia implicitamente che esplicitamente<br />
al suo Socrate, sottolineando la propria vocazione <strong>di</strong>alogica. Difatti<br />
<strong>Labriola</strong> provava volentieri ad esercitare la sua maieutica, con: familiari,<br />
scolari, insegnanti. <strong>Labriola</strong> scopre nel Socrate l’attività educativa<br />
come fatto scientifico.<br />
14 Dicembre 1862-1868<br />
La Teoria della conoscenza dello Zeller, è una <strong>di</strong>sciplina puramente empirica,<br />
una descrittiva psicologica; in conseguenza della quale, e della Logica formale,<br />
si otterranno esatte ricerche, ma non un sistema filosofico.<br />
[…] A me pare che l’impotenza sia nella Scuola, e non nel principio.<br />
Anzi la Scuola è stata l’esagerazione del principio. Hegel intese per sapere assoluto.<br />
Che la conoscenza è in sé tutto il conoscibile; ma il conoscibile certo non è<br />
ora attualmente tutto conosciuto 20 .<br />
<strong>Labriola</strong> respinge, da un punto <strong>di</strong> vista hegeliano-spaventiano, la tesi<br />
zelleriana “<strong>di</strong> un ritorno a Kant”.<br />
Un <strong>Labriola</strong> che delinea subito il proprio quadro teorico, criticando<br />
da un lato contro il “puramente empirico” e lo psicologismo semplicemente<br />
“descrittivo” e dall’altro contro le formalizzazioni “assolute” del<br />
“sapere”.<br />
<strong>Labriola</strong> mentalmente hegeliano incomincia con l’obbiettare contro il<br />
soggettivismo <strong>di</strong> Zeller e contro un certa scolastica hegeliana.<br />
19 A. LABRIOLA, Epistolario (1890-1895), cit., p. 354 (si fa riferimento a una lettera<br />
del 9 novembre 1891).<br />
20 A. LABRIOLA, a cura <strong>di</strong> L. DAL PANE, I. Scritti e appunti su Zeller e Spinoza (1862-<br />
1868), Feltrinelli, Milano 1959, p. 52.
30<br />
Capitolo secondo<br />
16 Dicembre 1865-1869<br />
Veramente quello che ha inari<strong>di</strong>to sempre il mio cuore sono le mie relazioni,<br />
e niente me ne fa più fede quanto l’allontanamento da Spaventa.<br />
Quest’uomo stomachevole ha sciupato un tempo tanto del mio amore e della<br />
mia fiducia, senza darmi in cambio che noia e mal’umore. Ora che veggo lui<br />
uomo fra gli altri, e più meschino <strong>di</strong> molti altri, non so se debba piangere o ridere<br />
della mia sciocchezza! Tanto è vero che l’uomo non è che un lento prodotto<br />
del suo lavoro, e che il suo destino è <strong>di</strong> raccogliere i tar<strong>di</strong> frutti dei suoi <strong>di</strong>singanni<br />
[…] 21 .<br />
Il ventiquattrenne <strong>Labriola</strong> consumando il proprio scontento esistenziale<br />
nell’amore per Rosalia von Sprenger, <strong>di</strong>chiara in questo scritto una<br />
delusione e un allontanamento verso il suo maestro Bertrando Spaventa.<br />
Da questi presupposti sentimentali che viene a formarsi un <strong>Labriola</strong><br />
critico del suo mondo reale e razionale.<br />
17 Dicembre 1871<br />
Ad un certo punto dello sviluppo umano questa educazione, preesistente<br />
come fatto è già ridotta ad un’ arte empirica, comincia a <strong>di</strong>ventare oggetto <strong>di</strong><br />
una <strong>di</strong>scussione scientifica, come, per esempio, accade per la <strong>prima</strong> volta in<br />
Grecia al tempo dei Sofisti e <strong>di</strong> Socrate. Allora nascono dei problemi come questi:<br />
L’uomo è educabile ad arte? Entro quali limiti lì educazione è possibile?<br />
Quale ne è il fine? Quali ne sono i mezzi e i gra<strong>di</strong>? Da questo momento comincia<br />
la storia della pedagogia come tentativo <strong>di</strong> completare, correggere, sviluppare<br />
e sistematizzare l’arte pratica dell’educazione 22 .<br />
Da questo scritto nasce l’interesse <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong> per Socrate, stimola a<br />
considerare quest’ultimo uno stu<strong>di</strong>oso per eccellenza degli elementi <strong>di</strong>alogici,<br />
che caratterizzano soggettivamente lo stesso ragionamento labrioliano.<br />
<strong>Labriola</strong> privilegia il Socrate <strong>di</strong> Senofonte, critica tutti gli altri.<br />
Quest’ultimo è meno piegato alla volontà dell’interprete. Tale socratismo<br />
ha alcuni limiti dettati dalla storia dell’educazione e della scienza<br />
pedagogica.<br />
46.<br />
21 ID., <strong>Labriola</strong> <strong>dopo</strong> <strong>Labriola</strong>. Tra nuove carte d’archivio, ricerche, <strong>di</strong>dattica, cit., pp. 45-<br />
22 A. LABRIOLA, La dottrina <strong>di</strong> Socrate secondo Senofonte Platone ed Aristotele, in,<br />
Scritti pedagogici, Torino, UTET, 1981, cit., pp. 568-569.
<strong>Labriola</strong> <strong>prima</strong> 31<br />
20 Dicembre 1871-73<br />
Ma noi seguiamo la spiegazione dell’Herbart: il bene figura qui come un<br />
principio <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione che mette in comunità le idee per sé rigide ed incomunicabili.<br />
E in quanto poi l’essere in quanto qualità è anch’esso un’idea, il bene in<br />
unione <strong>di</strong> esso comunica l’essere alle altre; e da ciò procede che esso produca<br />
anche il conoscere, in quanto le intelligenze entrano in contatto con l’essere 23 .<br />
Nel decennio (1870-1880) <strong>Labriola</strong> subisce una cambiamento, dal<br />
pensiero prevalentemente hegeliano, sposta la sua attenzione per la filosofia<br />
<strong>di</strong> Herbart e per le ricerche sulla “psicologia dei popoli”.<br />
Dall’interesse verso Herbart ha maturato in <strong>Labriola</strong> una metodologia<br />
realistico-scientifica.<br />
27 Dicembre 1874<br />
Carissimo professore!<br />
Mio padre è morto ieri d’un colpo <strong>di</strong> aplopessia alle cinque p[o]m[eri<strong>di</strong>ane].<br />
Io sono arrivato qui la notte scorsa con la febbre addosso.<br />
Sono proprio rovinato! Non so dove mettere le mani.<br />
Forse verrò a vedervi 24 .<br />
Alla morte improvvisa del padre, Antonio <strong>Labriola</strong> scriverà la sua <strong>di</strong>sgrazia<br />
, al maestro Bertrando Spaventa.<br />
Il padre per <strong>Labriola</strong> è un figura importantissima che investe sia il<br />
ruolo <strong>di</strong> educatore che quello <strong>di</strong> formatore. Il rapporto che costruiscono<br />
non è solo quello <strong>di</strong> padre e <strong>di</strong> figlio, ma anche <strong>di</strong> amico e per poco<br />
tempo anche quello <strong>di</strong> colleghi, nel ginnasio Principe Umberto <strong>di</strong> Napoli.<br />
23 A. LABRIOLA, La dottrina <strong>di</strong> Socrate secondo Senofonte Platone ed Aristotele, cit., p.<br />
252. Cfr. quin<strong>di</strong> J. F. HERBART, Pedagogia generale derivata dal fine dell’educazione, a cura<br />
<strong>di</strong> I. VOLPICELLI, La Nuova Italia, Scan<strong>di</strong>cci (Firenze) 1997, p. 195.<br />
24 Cfr. A. LABRIOLA, Carteggio I 1861-1880, cit., pp. 64, 66, 126 e passim.
32<br />
Capitolo secondo<br />
29 Dicembre 1870-1883<br />
L’educazione sta all’uomo reale, come ogni ideale sta al reale: questo vi si<br />
avvicina, non lo raggiunge mai. E gli uomini <strong>di</strong> fatti la licenza <strong>di</strong> tenersi per tali<br />
se la pigliano spesso da sé, senza avere alcuna considerazione alla capacità loro:<br />
ed oggi così, come due migliaia d’anni fa, Socrate potrebbe tenersi pago, <strong>di</strong> non<br />
trovare che pochi pochissimi <strong>di</strong>scepoli e fi<strong>di</strong> amici, ai quali la sua massima: che<br />
tanto vale quanto egli sa, andasse a sangue e non ribellasse la vanità e la prosunzione<br />
25 .<br />
Tutti gli uomini devono esser educati, portati a scoprire la realtà.<br />
Stato, religione e scuola <strong>di</strong>ventano per <strong>Labriola</strong> soltanto dei coefficienti<br />
morali e pedagogici da usare per indurre le coscienze in<strong>di</strong>viduali a<br />
realizzare un progetto politico comune.<br />
30 Dicembre 1888<br />
Si fa promotore <strong>di</strong> iniziative tendenti ad organizzare e <strong>di</strong>ffondere l’istruzione e<br />
l’educazione popolare. Quest’ultimo motivo, il motivo dell’educazione della<br />
plebe, perché <strong>di</strong>venga popolo, cioè comunità <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni che si riconosce nello Stato,<br />
creato e <strong>di</strong>retto con la sua consapevole partecipazione politica, è estremamente<br />
<strong>di</strong>ffuso nel giornale 26 .<br />
Fu <strong>di</strong>rettore del museo d’istruzione e <strong>di</strong> educazione del Ministero<br />
della pubblica istruzione. Dove curò la preparazione dei maestri<br />
Coltivò un forte interesse per la scuola popolare e per l’educazione<br />
delle masse operaie. Egli sostenne in primis, in modo particolare nella<br />
Conferenza ai maestri romani del 1888, l’urgenza <strong>di</strong> un aumento della<br />
cultura popolare con la con<strong>di</strong>zione primissima della scuola elementare<br />
<strong>di</strong> molti anni e cioè fra i 6 e gli 8, anticipando così tutta la lotta per la<br />
scuola obbligatoria e gratuita fino al 14° anno <strong>di</strong> età.<br />
25 A. LABRIOLA, Ricerche sul problema della libertà e altri scritti <strong>di</strong> filosofia e <strong>di</strong> pedago-<br />
gia (1870-1883), cit., pp. 6-7.<br />
26 Cfr. G. MASTROIANNI, Antonio <strong>Labriola</strong> e la filosofia in Italia, cit., pp. 34-45; N. SI-<br />
CILIANI DE CUMIS, Stu<strong>di</strong> su <strong>Labriola</strong>, cit., pp. 73 sgg. e 89 sgg. (su Positivismo, idealismo,<br />
socialismo e su Herbart e herbartiani alla scuola <strong>di</strong> Bertrando Spaventa).
<strong>Labriola</strong> <strong>prima</strong> 33<br />
31 Dicembre 1896<br />
Chi sta sulla cattedra universitaria, non deve occuparsi della cronaca quoti<strong>di</strong>ana,<br />
non deve esporre la sua opinione su cose particolari, non deve arringare<br />
né agitare, ma insegnare, ciò <strong>di</strong>mostrare, spiegare, interpretare le cose. Egli deve<br />
chiarire i concetti, le parole, i segni, sceverare le regole fondamentali, formulare<br />
le dottrine, condurre ad unità i singoli processi, per quanto più questo gli può<br />
riuscire possibile 27 .<br />
Un professore universitario per <strong>Labriola</strong> non deve intervenire ma deve<br />
aspettare che i studenti facciano il loro percorso intellettuale, non deve<br />
imporre il suo pensiero come legge, ma deve <strong>di</strong>mostrare, spiegare,<br />
chiarire i concetti come un vero e proprio magister.<br />
2 Gennaio 1881-1889<br />
Difen<strong>di</strong>amo pure le idee morali dagli assalti della bestialità umana (la quale<br />
fu del resto maggiore in passato che non ora) ma non esageriamo. Che vi ha fatto<br />
p. e. quel povero <strong>di</strong>vorzio, che per la gente onesta non può significare altro se<br />
non un mezzo legale per ovviare a certi inconvenienti. E per combattere il demimon<strong>di</strong>smo<br />
positivistico, che è una scostumatezza del pensiero, non c’è proprio<br />
bisogno <strong>di</strong> abbandonare il campo della <strong>di</strong>scussione. Contesto partito <strong>di</strong>sperato<br />
mi pare un pessimismo a rovescio 28 .<br />
L’esplicito storicismo <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong> d’impronta vichiana, hegeliana,<br />
herbertiana e successivamente marxista. Uno storicismo che non esclude<br />
le altre forme <strong>di</strong> pensiero. Sarà colpito da un sentimento agrodolce che<br />
avvicinerà <strong>Labriola</strong>, alla spiritualità e d herbartiano Francesco Bonatelli<br />
con il quale <strong>di</strong>alogherà su vari temi. Ad un certo punto, a proposito del<br />
<strong>di</strong>vorzio scriverà così.<br />
27 A. LABRIOLA, Scritti pedagogici, cit., p. 578. (una conferenza su Le ragioni e i limiti<br />
della libertà d’insegnamento, secondo il resoconto della Beilage della «Allegemeine<br />
Zeitung» <strong>di</strong> Monaco, 6 febbraio 1896), p. 578.<br />
28 Cfr. per es. A. LABRIOLA, Carteggio. II. 1881-1889, cit., pp. 113-117.
34<br />
Capitolo secondo<br />
3 Gennaio 1916<br />
Come fareste a educare moralmente un papuano? Domandò uno <strong>di</strong> noi scolari,<br />
tanti anni fa (credo circa trent’anni fa), al prof. <strong>Labriola</strong>, in una delle sue lezioni<br />
<strong>di</strong> pedagogia, obiettando contro l’efficacia della pedagogia. «Provvisoriamente<br />
(rispose con vichiana e hegeliana asprezza l’herbertiano professore),<br />
provvisoriamente lo farei schiavo; e questa sarebbe la pedagogia del caso, salvo<br />
a vedere se pei suoi nipoti e pronipoti si potrà cominciare ad adoperare qualcosa<br />
della pedagogia nostra» 29<br />
La risposta del <strong>Labriola</strong> sul “Papuano” sembra essere la logica Da un<br />
secolo all’altro. Considerazioni retrospettive e presagi.<br />
Il celebre quarto saggio, intorno alla concezione materialistica della<br />
storia, sul tema del passaggio <strong>di</strong> secolo, dal Settecento all’Ottocento,<br />
prospettando visioni future sul Novecento.<br />
Secondo <strong>Labriola</strong>, «nell’insegnare» va escluso il «più vasto campo della cultura»;<br />
il quale − egli afferma – non è <strong>di</strong>sciplinabile, non è esaminabile, non è pratico,<br />
né per così <strong>di</strong>re professionalizzabile: ma che, essendo sia interessato e libero per<br />
sua natura, non va contaminato dell’elemento imme<strong>di</strong>atamente utilitario, che resta<br />
invece al <strong>di</strong> qua del momento euristico, universitario espansivo, della libertà, della<br />
ricerca e dell’opinione. Labriolianamente parlando, si tratta allora <strong>di</strong> muoversi<br />
su piani <strong>di</strong>stinti e <strong>di</strong>versi: l’uno (quello dell’insegnamento-appren<strong>di</strong>mento)<br />
l’altro (quello dell’indagine senza delimitazioni <strong>di</strong> campo. La ricerca <strong>di</strong> una <strong>di</strong>dattica<br />
non passiva 30 .<br />
29 Cfr. B. CROCE, Rivista bibliografica (a proposito <strong>di</strong> Guido De Ruggiero, Critico del<br />
concetto <strong>di</strong> cultura, Battiato, Catania 1914), in «La Critica», cit., p. 312; poi in ID., Conversazioni<br />
critiche, cit., pp. 60-61.<br />
30 http://www.cultureducazione.it/antoniolabriola/nascita.htm [ultima consulta-<br />
zione 3 gennaio 2012].
<strong>Labriola</strong> <strong>prima</strong> 35<br />
4 Gennaio 1916<br />
Questa risposta del <strong>Labriola</strong> è da avvicinare alla intervista da lui data sulla<br />
questione coloniale (Libia) […] Pare si tratti <strong>di</strong> uno pseudo-storicismo, <strong>di</strong> un<br />
meccanicismo abbastanza empirico e molto vicino al più volgare evoluzionismo<br />
[…]. Il modo <strong>di</strong> pensare implicito nella risposta del <strong>Labriola</strong> non pare per tanto<br />
<strong>di</strong>alettica e progressivo, ma piuttosto meccanico e retrivo. Nella intervista sulla<br />
questione coloniale il meccanicismo implicito nel pensiero del <strong>Labriola</strong> appare<br />
anche più evidente. Infatti: può darsi benissimo che sia «necessario ridurre i<br />
papuani in schiavitù» per educarli, ma non è necessario meno che qualcuno affermi<br />
che ciò non è necessario che contingentemente, perché esistono determinate<br />
con<strong>di</strong>zioni, che cioè questa è una necessità “storica” e non assoluta: è necessario<br />
anzi che ci sia una lotta in proposito, e questa lotta è proprio la con<strong>di</strong>zione<br />
per cui i nipoti o pronipoti del papuano saranno liberati dalla schiavitù e<br />
saranno educati con la Pedagogia moderna 31 .<br />
Gramsci lo accusa <strong>di</strong> confondere la civilizzazione con lo sfruttamento,<br />
e la schiavitù viene resa necessità assoluta e non storica.<br />
Gramsci <strong>di</strong>ceva che un popolo più sviluppato culturalmente dovrebbe<br />
universalizzare la propria esperienza e che la riduzione in schiavitù<br />
del popolo arretrato non è necessaria, al massimo all’ inizio necessaria è<br />
una <strong>di</strong>sciplina esteriore coercitiva per essere educato civilmente.<br />
Anzi proprio la liberazione della schiavitù è prerogativa <strong>di</strong> cultura ed<br />
educazione, la lotta quin<strong>di</strong> è necessaria come importante è la funzione<br />
dell’intellettuale nel contesto <strong>di</strong> questa lotta come educatore e come uomo<br />
politico.<br />
Inoltre si può formulare l’ipotesi che il <strong>Labriola</strong> con l’episo<strong>di</strong>o del papuano<br />
abbia voluto esprimere, in forma critica e paradossale, il concetto<br />
che educazione ed autoeducazione presuppongono uno sforzo prolungato<br />
ed un impegno rigoroso 32 .<br />
31 A. GRAMSCI, Quaderni del carcere. Volume secondo. Quaderni 6 (VIII) – Il<br />
(XVIII). E<strong>di</strong>zione critica dell’Istituto Gramsci. A. cura <strong>di</strong> V. GERRATANA, Einau<strong>di</strong>,<br />
Torino 1975, pp. 1366-1367.<br />
32 http://www.dubla<strong>di</strong>dattica.it/labriola.htm [ultima consultazione 2 gennaio<br />
2012].
Capitolo terzo<br />
<strong>Labriola</strong> <strong>dopo</strong><br />
7 Gennaio 1896<br />
Le idee non cascano dal cielo, e che la storia delle idee non consiste nel circolo<br />
vizioso delle idee che spiegano se stesse. Né noi riceviamo i ben <strong>di</strong> Dio in sogno<br />
33 .<br />
Le idee non cascano dal cielo, si formano in date circostanze, in tale<br />
precisa maturità <strong>di</strong> tempi, per l’azione <strong>di</strong> determinati bisogni.<br />
Rifiuta cosi l’interpretazione della storia offerta dagli ideologismi, ma<br />
anche dai teologi che propugnano il corso della storia come guidata da<br />
un <strong>di</strong>segno provvidenziale. Per <strong>Labriola</strong> proprio l’azione dell’ambiente<br />
storico sociale sugli uomini e la loro reazione ad esso costituiscono il tema<br />
dell’educazione. Il nucleo essenziale della pedagogia marxista sta<br />
qui: nella percezione della connessione dell’ opera educativa con le con<strong>di</strong>zioni<br />
della sviluppo economico-sociale.<br />
9 Gennaio 1897<br />
Prescindere da ogni anticipata teoria psicologica e metafisica e seguire attentamente<br />
la genesi del <strong>di</strong>alogo, questa è la sola via che possa tenersi, con la speranza<br />
<strong>di</strong> riprodurre fedelmente le con<strong>di</strong>zioni reali nelle quali si produsse la definizione<br />
socratica. Ma aspetto una <strong>di</strong>ade Socrate Marx; perché Socrate per il<br />
primo scoprì: essere il conoscere un fare, e che l’uomo conosce bene solo ciò che<br />
sa fare […] 34 .<br />
Dalla pedagogia <strong>di</strong> Marx e dai principi basilari del materialismo storico<br />
<strong>Labriola</strong> elabora un metodo <strong>di</strong>dattico ben preciso. Il metodo innanzitutto<br />
deve essere scientifico, deve ripu<strong>di</strong>are ogni sorta <strong>di</strong> dogmatismo<br />
e conformismo. La pedagogia scientifica è altresì una pedagogia sociale.<br />
Si rifiuta cosi l’utopismo pedagogico. Questa scientificità del metodo<br />
parte quin<strong>di</strong> dal materialismo storico.<br />
33 A. LABRIOLA, Saggi sulla concezione materialistica della storia, A cura <strong>di</strong> V. GERRA-<br />
TANA e A. GUERRA, E<strong>di</strong>tori Riuniti, Roma 1977, p. 130.<br />
34 Ivi, p. 142.
38<br />
Capitolo terzo<br />
10 Gennaio 1897<br />
L’eroica rassegnazione, con la quale Marx uscì <strong>dopo</strong> il 1850 dall’arena politica,<br />
ha un riscontro nel suo ritiro dalla Internazionale, <strong>dopo</strong> il congresso dell’Aja<br />
nel 1872. Ai biografi i due fatti possono interessare per ritrovarvi dentro il suo<br />
carattere personale; nel quale, in effetti, e le idee e il temperamento, e la politica<br />
e il pensiero faceva tutt’uno.<br />
Ma in questi fatti particolari c’è una significazione più lata, e <strong>di</strong> maggior peso<br />
per noi. Il comunismo critico non fabbrica le rivoluzioni, non prepara le insurrezioni,<br />
non arma le sommosse 35 .<br />
Filosofo, uomo politico, tra i massimi stu<strong>di</strong>osi italiani del marxismo,<br />
<strong>dopo</strong> aver iniziato lo stu<strong>di</strong>o dei testi <strong>di</strong>: Marx, Engels, si impegnò in<br />
un’opera <strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgazione che risultò una realtà originale. <strong>Labriola</strong> polemizzò<br />
contro le interpretazioni positivistiche e deterministiche e contro<br />
la riduzione del marxismo a una filosofia della storia.<br />
11 Gennaio 1897<br />
Dopo 26 anni che insegno filosofia mi sono persuaso che la filosofia non<br />
s’insegna a nessuno. Marx ed Engels non ebbero che un solo torto, e fu quello <strong>di</strong><br />
volere insegnare la filosofia alle moltitu<strong>di</strong>ni (dei Kautsky, Bernstein, Lafargue,<br />
Turati!), alle quali basta la logichetta formale. Tu, Sorel ed altri avete fatto bene<br />
a scoprire i volgarismi dei marxisti, ma non per questo avete trovato una nuova<br />
teoria della conoscenza. La filosofia non può esistere che come factum già bello<br />
e compiuto 36 .<br />
<strong>Labriola</strong> filosofo e educatore critico e autocritico nella cultura del suo<br />
tempo, scrive una lettere in<strong>di</strong>rizzata a Croce.<br />
Al <strong>di</strong> là della filosofia e delle sue temporanee compiutezze, occorre<br />
fare i conti con la realtà, con la storia, infine con la vita e le sue impreve<strong>di</strong>bilità,<br />
le sue passioni e contrad<strong>di</strong>zioni.<br />
50.<br />
35 Ivi, pp. 39-40.<br />
36 ID., <strong>Labriola</strong> <strong>dopo</strong> <strong>Labriola</strong>. Tra nuove carte d’archivio, ricerche, <strong>di</strong>dattica, cit., pp. 49-
<strong>Labriola</strong> <strong>dopo</strong> 39<br />
16 Gennaio 1897-99<br />
L’Italia ha bisogno <strong>di</strong> progre<strong>di</strong>re materialmente moralmente, intellettualmente.<br />
Io spero che voi vedrete un’Italia, nella quale l’atavistico assetto della<br />
coltura dei campi sarà soppiantato dalla introduzione delle macchine e dalle<br />
larghe applicazioni della chimica; e che ve<strong>di</strong>ate strappare ai corsi superiori dei<br />
fiumi, e forse alle onde del mare ed ai venti, la forza generatrice dell’elettricità,<br />
che sola può compensarci del carbon fossile che manca. Io mi auguro che voi<br />
vedrete spariti dall’Italia gli analfabeti, e con essi gli uomini che non son citta<strong>di</strong>ni,<br />
e le plebi che non son popolo. Voi sarete testimoni e parte <strong>di</strong> una politica,<br />
determinata dalla coltura e dalla potenza economica 37 .<br />
Appoggiava l’espansione coloniale in Italia, <strong>Labriola</strong> la giustificava<br />
con la preoccupazione della piaga dell’immigrazione e soprattutto con la<br />
pesantezza delle con<strong>di</strong>zioni economiche dell’Italia costretta per stare al<br />
passo degli altri stati europei che conquistavano,assoggettavano,e sfruttavano<br />
tutto il resto del mondo. Supponeva dunque che il contesto politico-economico<br />
era il presupposto unico del progresso non più affidato<br />
così a una crescita in<strong>di</strong>viduale e collettiva, che presupponeva un impegno<br />
rigoroso ed una lotta liberante <strong>di</strong> carattere auto-educativo ponendo<br />
“lo svolgimento dei popoli” in posizione nettamente subor<strong>di</strong>nata “allo<br />
svolgimento degli stati”, in contrad<strong>di</strong>zione con la sua impostazione filosofica,<br />
educativa e politica.<br />
17 Gennaio 1899<br />
Non uno dei mie passati corsi <strong>di</strong> filosofia della storia andrà per me ora sperduto:<br />
ma non uno ne ripeterò quest’anno 38 .<br />
L’ultimo <strong>Labriola</strong> contiene tutto il se stesso precedente. Sia nel senso<br />
della ricerca del “nuovo”, in rapporto al presente, nel senso <strong>di</strong> una proposta<br />
pedagogica, <strong>di</strong>dattica, in tema dell’insegnamento e appren<strong>di</strong>mento<br />
della competenza storica.<br />
37 A. LABRIOLA, Discorrendo <strong>di</strong> socialismo e <strong>di</strong> filosofia. p. 270. E ripetendosi, <strong>Labriola</strong><br />
precisa: «Così <strong>di</strong>cevo l’anno passato, nel <strong>di</strong>scorso inaugurale della Università <strong>di</strong><br />
Roma, il 14 Novembre, volgendomi ai giovani: e son queste le parole appunto che<br />
leveranno tanto rumore (Cfr. L’università e la libertà della Scienza, Roma1897, p. 50.)».<br />
38 Cfr. A. LABRIOLA, Saggi intorno alla concezione materialistica della storia. IV. Da un<br />
secolo all’altro, Considerazioni retrospettive e presagi, cit., pp. 24-35.
40<br />
Capitolo terzo<br />
19 Gennaio 1899<br />
L’università italiana, pregi e <strong>di</strong>fetti, va vista allora nel suo complesso e confrontata<br />
con l’università degli altri paesi. Se d’altra parte esse è un’istituzione<br />
autonoma quanto ai suoi propri fini “scientifici”, non lo è quando al contesto<br />
culturale in cui viene a trovarsi ed agli scopi sociali che si propone. Così le <strong>di</strong>scipline<br />
insegnate: per quanto obbe<strong>di</strong>scano in relazione tra <strong>di</strong> loro. Tra <strong>di</strong>sciplinarità<br />
ed inter<strong>di</strong>sciplinarità si stabilisce pertanto un nesso che è intrinseco alla<br />
<strong>di</strong>mensione universitaria. E che a maggior ragione comporta l’esigenza della<br />
comunicazione: che, in Italia, è ciò che caratterizza positivamente l’università,<br />
rendendola in linea <strong>di</strong> principio democratica 39 .<br />
<strong>Labriola</strong> puntava a rinnovare l’università, con meto<strong>di</strong> e strutture profondamente<br />
democratiche e liberata da ogni forma <strong>di</strong> soggezione al potere<br />
politico e religioso.<br />
È l’obiettivo che <strong>Labriola</strong> persegue: una Università nuova per una società<br />
nuova.<br />
Una Università nuova nella quale tuttavia siano assicurate e garantite<br />
la serietà degli stu<strong>di</strong> e la libertà scientifica e <strong>di</strong>dattica degli insegnanti<br />
che cooperano così allo sviluppo sociale insieme a tutti gli altri uomini,<br />
cessando <strong>di</strong> essere una casta e <strong>di</strong>ventando come è giusto che sia.<br />
20 Gennaio 1882-1902<br />
Che la laurea in filosofia si conferisca agli studenti <strong>di</strong> qualunque Facoltà,<br />
compresa la letteraria, i quali, frequentato che abbiano entro il quadriennio <strong>di</strong><br />
obbligo certi corsi filosofici da determinare, si espongono a sostenere una tesi<br />
scritta <strong>di</strong> argomento generale quando all’obbiettivo ed al metodo, ma fondata<br />
sempre sopra una determinata cultura speciale 40 .<br />
Questa citazione del <strong>Labriola</strong> vuole far intendere le sue intenzioni dal<br />
punto <strong>di</strong> vista educativo-formativo. Concentrandosi sulla questione delle<br />
lauree in filosofia, da conferire a tutti gli studenti <strong>di</strong> qualsiasi Facoltà.<br />
Per fare questo c’è il bisogno <strong>di</strong> sostenere alcuni esami obbligatori<br />
della Facoltà <strong>di</strong> filosofia, da parte delle altre Facoltà.<br />
39 A. LABRIOLA, L’Università e la libertà della scienza, Loescher, Roma 1897. Ora in<br />
ID., Scritti pedagogici, a cura <strong>di</strong> N. SICILIANI DE CUMIS, cit., pp. 586-614.<br />
40 A. LABRIOLA, La laurea <strong>di</strong> filosofia, in «La Tribuna» del 14 luglio 1887; ora in N.<br />
SICILIANI DE CUMIS, Filosofia e università. Da <strong>Labriola</strong> a Vailati 1882-1902, cit., pp. 20-21.
<strong>Labriola</strong> <strong>dopo</strong> 41<br />
22 Gennaio 1902<br />
Che Antonio <strong>Labriola</strong> – il maestro del socialismo italiano – ammettesse la<br />
necessità per l’Italia <strong>di</strong> una occupazione della Tripolitania è innegabile. Basta<br />
leggere la famosa intervista concessa nel 1902 al «Giornale d’Italia» e ripubblicata<br />
nel grosso volume degli Scritti vari, raccolti dal Croce, e<strong>di</strong>to dal Laterza 41 .<br />
Tale citazione spiega la posizione assunta da <strong>Labriola</strong> in favore<br />
dell’intervento coloniale dell’Italia in Libia. Parlando <strong>prima</strong> in una manifestazione<br />
nel 1987, poi in un’intervista al “Giornale d’Italia”, nell’aprile<br />
del 1902. Giustificò le mire coloniali dell’Italia argomentando che gli interessi<br />
dei socialisti non possono essere opposti agli interessi nazionali,<br />
che in Libia doveva trovare sfogo l’emigrazione italiana, che l’Italia non<br />
poteva restare in<strong>di</strong>etro alle altre nazioni d’Europa, che sfruttavano il resto<br />
del mondo.<br />
23 Gennaio 1903<br />
Antonio <strong>Labriola</strong> è stato l’interprete più fine e il <strong>di</strong>fensore più geniale del<br />
materialismo storico. Per lui la dottrina marxiana “obiettizza e materializza la<br />
spiegazione dei processi storici”. Ma il <strong>Labriola</strong> sembra rigettare ogni neologismo<br />
volontaristico […]. Il socialismo è dunque necessario, cioè fatale? Ci siano o<br />
non ci siano dei socialisti e dei Partiti socialisti, il socialismo sarà. I socialisti e i<br />
proletari assisteranno dunque passivi a questo grande processo storico? No: conosciuto<br />
il processo storico si deve, <strong>di</strong>ce il <strong>Labriola</strong>, “favorirlo, sorreggerlo, fecondarlo”<br />
42 .<br />
La polemica secondo <strong>Labriola</strong> si svolge su due fronti: in primis contro le revisioni<br />
e le volgarizzazioni deterministiche e positivistiche del marxismo, e ne<br />
affermò il significato integralmente storicistico, in secondo contro i sostenitori<br />
del superamento del marxismo, in nome <strong>di</strong> nuove tecniche pragmatistiche e<br />
idealistiche, <strong>Labriola</strong> attribuì al materialismo storico concezione integrale del<br />
mondo.<br />
41 B. MUSSOLINI, nel cit. vol. V. dell’Opera omnia, un intervento intitolato Il pro-<br />
gramma del partito socialista, p. 325.<br />
42 Cfr. ID., Andrea Costa in un libro <strong>di</strong> Paolo Orano (21 maggio 1910), ibidem, p. 97; e<br />
ID., Tentativi <strong>di</strong> revisionismo (30 giugno 1913), nel vol. V dell’Opera omnia cit., Dalla <strong>di</strong>rezione<br />
dell’«Avanti!» alla guida della fondazione <strong>di</strong> «Utopia» (1 <strong>di</strong>cembre 1912- 21 novembre<br />
1913), pp. 203-207.
Bibliografia<br />
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concetto <strong>di</strong> cultura, Battiato, Catania, 1914.<br />
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N. SICILIANI DE CUMIS, Filosofia e università. Da <strong>Labriola</strong> a Vailati 1882-1902.<br />
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(1871), a cura <strong>di</strong> L. DAL PANE, Milano, Feltrinelli, 1961.<br />
LABRIOLA ANTONIO Saggi intorno alla concezione materialistica della storia. A cura <strong>di</strong><br />
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LABRIOLA ANTONIO Scritti pedagogici. A cura <strong>di</strong> N. SICILIANI DE CUMIS, Torino,<br />
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MUSSOLINI BENITO, Il programma del partito socialista, vol. V. dell’Opera omnia, a cura<br />
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MASTROIANNI GIOVANNI, Antonio <strong>Labriola</strong> e la filosofia in Italia, a cura <strong>di</strong> V. GERRA-<br />
TANA, e A. GUERRA, Urbino, E<strong>di</strong>tori Riuniti, 1976 (<strong>prima</strong> e<strong>di</strong>zione, 1968).<br />
SICILIANI DE CUMIS NICOLA, figli del papuano. Cultura, culture, intercultura, interculture<br />
da <strong>Labriola</strong> a Makarenko, Gramsci, Yunus, con Prefazione <strong>di</strong> F. Ferrarotti, Milano,<br />
E<strong>di</strong>zione Unicopli, 2010.<br />
SICILIANI DE CUMIS NICOLA, <strong>Labriola</strong> <strong>dopo</strong> <strong>Labriola</strong>. Tra nuove carte d’archivio, ricerche,<br />
<strong>di</strong>dattica, con Postfazione <strong>di</strong> G. Mastroianni, Pisa, ETS, 2011.
Sitografia<br />
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sogni-e-la-nostra-piccola-vita-e%E2%80%99-circondata-dal-sonno-william-shakespeare<br />
[ultima consultazione 20 gennaio 2012].
AMELIO GIANNI, 25<br />
ARISTOTELE, 16<br />
BRAMATO GENNY, 22<br />
CAVALLOTTI FELICE CARLO EMANUELE,<br />
16<br />
CETTINA ROSSANA, VII<br />
COLLODI CARLO, 28<br />
CROCE BENEDETTO, 18, 21, 28, 41<br />
DAL PANE LUIGI, 15<br />
DE SANCTIS SANTE, 16<br />
DEWEY JOHN, 12<br />
DOLCI DANILO, 27<br />
ENGELS FRIEDRICH, X, 17, 19, 38<br />
FERRAROTTI FRANCO, 25<br />
GARIN EUGENIO, 12,15<br />
GRAMSCI ANTONIO, 12, 18, 21, 25, 35<br />
GUANELLA DON LUIGI, 13<br />
HEGEL GEORG WILHELM FRIEDRICH, X,<br />
12, 16, 19-20, 29, 31, 34<br />
HERBART JOHANN FRIEDRICH, X, 16, 19,<br />
21, 31, 33<br />
KANT IMMANUEL, 16-17, 29<br />
KAUTSKY KARL, 17, 38<br />
LABRIOLA ANTONIO, IX-22, 25-26, 28-<br />
41<br />
LABRIOLA SAVERIO FRANCESCO, 13, 18<br />
LANZETTA SILVIA, 26<br />
In<strong>di</strong>ce dei nomi<br />
MASTROIANNI GIOVANNI, 12, 15<br />
MARX KARL, X, 17, 21, 33, 37-38, 41<br />
MONTESSORI MARIA, 12, 15<br />
MAKARENKO ANTON SEMËNOVIČ, 25<br />
NARDI DANIELA, 25<br />
ORSOMARSO VINCENZO, 13, 25<br />
PIAGET JEAN, VII, 12<br />
PLATONE, 26<br />
ROUSSEAU JEAN JACQUES, VII<br />
SANZO ALESSANDRO, IX, 11, 20<br />
SENOFONTE, 16, 30<br />
SOCRATE, X, 16, 19, 26, 29-30, 32, 37<br />
SOREL GEORGES, 17<br />
SICILIANI DE CUMIS NICOLA, VIII-IX,<br />
11-12, 15, 18, 20, 25-26<br />
SPAVENTA BERTRANDO, 16<br />
SPAVENTA SILVIO, 16<br />
SHAKSPEARE WILLIAM, 23-24<br />
VON SPRENGER ROSALIA, X, 18-19, 30<br />
YUNUS, MUHAMMAD, 12, 25-26<br />
ZELLER EDUARD, 16, 29
Amore/Desiderio/Attaccamento, VII,<br />
24, 30<br />
Autobiografia, 20<br />
Bambino/Fanciullo, VIII-IX, 19, 28<br />
Biografia/Bibliografia, 15, 18<br />
Borghesia/Aristocrazia, 17<br />
Comunicazione/Informazione, IX, 26,<br />
40<br />
Comunità/Congregazione, 17, 31-32<br />
Cultura/Eru<strong>di</strong>zione/Sapere, 11-14, 19,<br />
21, 25-26, 32, 34-35, 38, 30<br />
Democrazia/Governo del popolo, 17<br />
Destra storica, 16, 26, 37<br />
Dialogica/Dialogo, 29<br />
<strong>Diario</strong>, VIII-X, 13, 18-19, 22, 25<br />
Didattico/a, 15, 18, 37<br />
Diritti, IX<br />
Educazione, (ve<strong>di</strong> Educatori, e tematiche<br />
connesse), VII-X, 13, 16, 19, 26,<br />
30, 32, 35, 37<br />
Economico, 37, 39<br />
Empirico, 21, 29, 35<br />
Esistenziale, X, 11, 30<br />
Esperienza/Conoscenza, VII, 12, 19,<br />
28-29<br />
<strong>Famiglia</strong>/Casa, VII-IX<br />
Filosofia/Ricerca del vero, VII, 13, 16-<br />
17, 31, 38-40<br />
Figlio/Prole, 13<br />
Formazione, VII-13, 16-19<br />
Fortuna/Destino/Sorte, 11-12, 14, 22,<br />
24<br />
In<strong>di</strong>ce delle tematiche ricorrenti<br />
Giornale, (ve<strong>di</strong> Giornale, Perio<strong>di</strong>co e<br />
tematiche connesse), 32, 41<br />
Idee/a, (Pensiero, Concetto, Ideale),<br />
17, 21-22<br />
Idealismo, 16, 21<br />
Infanzia/Puerizia, VII, IX<br />
In<strong>di</strong>viduale/Personale, IX, 39<br />
Indagine, 12-13, 15, 19<br />
Intellettuale/Cerebrale, X, 16, 33<br />
Intercultura, 25<br />
Immigrazione, 39<br />
Istruzione/Eru<strong>di</strong>zione/Sapere, X, 13,<br />
16, 19<br />
Insegnante, (ve<strong>di</strong> Istruttore, Maestro e<br />
tematiche connesse), 26, 30-31, 40-<br />
41<br />
Istituzione/Istituto/Fondazione, 40<br />
Laurea, VII-IX, 15, 22, 25<br />
Libertà, 13-14, 16, 28, 34, 40<br />
Libri/o (Opera,Saggio,Volume), 11-14,<br />
19, 22, 25, 28-29<br />
Maturità/Saggezze, VII<br />
Materialismo storico, 17, 37<br />
Metafisica, 16, 37<br />
Moglie/Consorte/Sposa, X, 18-19<br />
Morte/Trapasso/Decesso/Fine, X-12,<br />
18-19<br />
Nazione/Stato, VII-VIII, 16-17, 27, 38,<br />
Nipoti/Pronipoti, 20-21, 34-35<br />
Opera, (ve<strong>di</strong> Componimento artistico<br />
e tematiche connesse), X-12, 14,<br />
17-10, 22-25, 32, 34, 37-38
Organo Pedagogico, 17<br />
Padre/Genitore, VII, X, 13, 18-19<br />
Papuano, IX, 11-12, 18, 20-21, 26-28<br />
Partito/Fazione/Parte politica, 11-12,<br />
16-17, 21, 32, 35, 38-40<br />
Pedagogia, (ve<strong>di</strong> Pedagogisti e tematiche<br />
connesse), VII, IX-X, 11, 13,<br />
15-16, 18, 20-21, 25, 30, 34-5, 37<br />
Pensiero/Riflessione/Idea/Giu<strong>di</strong>zio,<br />
17, 21-22, 31, 33, 35, 37<br />
Popolo/Plebeo, 32, 35, 39<br />
Realistico/Reale, 31-32<br />
Ricerca/Indagine/Analisi, VIII, IX, 11-<br />
12, 14-15, 25-26, 34, 39<br />
Schiavitù/Schiavo, 2°-21, 26, 34-35<br />
Scientifico/Scienza, 17, 29, 37<br />
Scuola, (ve<strong>di</strong> Insegnanti, Studenti e<br />
tematiche connesse), VII-IX, 25,<br />
29, 32<br />
Scritto/Redatto/Manoscritto, VIII, 16-<br />
18, 28, 30<br />
Scrittori/Letterato/Autore, X-13, 19<br />
Socialismo, X, 17, 19, 21<br />
Società/Unione/Compagnia, 14, 17, 31<br />
Sogno, X, 18-19, 22-24, 27-28<br />
Stato, VII-VII, 16-17, 32, 41<br />
Storico, 15, 18, 28, 37, 41<br />
Storicismo, 16, 21<br />
Università, VII-VIII, 11-16, 40<br />
In<strong>di</strong>ce delle tematiche ricorrenti
Finito <strong>di</strong> stampare nel mese <strong>di</strong> febbraio 2012<br />
presso il Centro Stampa, Copy center, Roma