Le strade del Parmigiano-Reggiano - Mantova
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Ode e Lode<br />
al <strong>Parmigiano</strong>-<strong>Reggiano</strong><br />
di Patrizio Roversi<br />
<strong>Mantova</strong>no DOP, Turista e Velista per Caso<br />
Dicono che il <strong>Parmigiano</strong>-<strong>Reggiano</strong> faccia bene…<br />
Io non posso dirlo, perché ricadrei in un conflitto<br />
di interesse: non so se il <strong>Parmigiano</strong>-<strong>Reggiano</strong><br />
faccia bene, perché io… son fatto di <strong>Parmigiano</strong>!<br />
Infatti, in un certo senso, son stato cresciuto a<br />
<strong>Parmigiano</strong>, anzi, per essere precisi, a <strong>Parmigiano</strong><br />
<strong>del</strong>l’oltrepomantovano. Mio padre, mio nonno,<br />
mio zio e altri parenti hanno lavorato da sempre<br />
per il Consorzio di Bonifica <strong>Mantova</strong>no-<strong>Reggiano</strong>.<br />
Io sono nato a vissuto a <strong>Mantova</strong>, dove “l’indice<br />
di benessere collettivo” era ed è tutt’ora il prezzo<br />
<strong>del</strong> latte al mercato <strong>del</strong> giovedì.<br />
Se altrove PIL significa Prodotto Interno Lordo, nel<br />
basso mantovano PIL viceversa significa Prodotto<br />
Interno Lattiero-caseario.<br />
Mio padre, dopo i suoi giri in campagna per controllare<br />
il livello dei canali di irrigazione, portava<br />
sempre a casa dei pezzi di <strong>Parmigiano</strong> o di burro,<br />
acquistati direttamente dai caseifici.<br />
E in un caseificio ho passato un bel po’ di tempo<br />
<strong>del</strong>la mia infanzia: infatti mio nonno materno era<br />
“guardiano” <strong>del</strong> Consorzio alle chiuse <strong>del</strong>la Bonifica<br />
di Ponte Saino, a Pegognaga. E la casa dove<br />
è nata mia madre stava a due passi dal Caseificio<br />
Falconiera. Da piccolo andavo a sniffare il profu-<br />
mo <strong>del</strong>le forme, mi incantavo davanti ai pentoloni<br />
di rame, lucidi. Mi inquietavano le vasche con la<br />
salamoia, per la paura di cascarci dentro. <strong>Le</strong> pile<br />
di forme <strong>del</strong> magazzino mi sembravano <strong>del</strong>le torri<br />
meravigliose, pareti fantastiche e profumate.<br />
Poi c’erano i cani-da-bicicletta, variante padana<br />
dei cani-da-slitta: erano dei cani cattivissimi,<br />
sempre incazzati, legati alla bicicletta per aiutare<br />
a tirare i contadini che portavano al caseificio il<br />
loro latte, la sera: la nonna non la finiva mai di<br />
mettermi in guardia nei confronti di questi cani<br />
da tiro, che infatti mordevano tutto quello che gli<br />
capitava a tiro.<br />
Ero affascinato dai gesti <strong>del</strong> casaro e dei sot-caldera<br />
(gli aiutanti), che mescolavano questa materia<br />
bianca, pura, profumata.<br />
Da grande avrei voluto fare il casaro, ma mio padre<br />
mi ha subito disilluso: “E’ un mestiere difficile,<br />
di grande responsabilità! Ma non lo sai che se un<br />
casaro sbaglia un giorno ad aprire una finestra<br />
<strong>del</strong> magazzino dove si stagiona, rovina tutte le<br />
forme? Butta via il lavoro di un anno di tanti contadini?”.<br />
Forse, chissà, ho fatto il Turista per Caso, in<br />
omaggio alla figura <strong>del</strong> casaro… Forse ho fatto<br />
il comico, cioè il cazzaro, proprio perché non ho<br />
potuto fare il casaro…<br />
Ma quando mi è capitato, da Velista per Caso,<br />
di organizzare un Giro <strong>del</strong> Mondo in barca, uno<br />
degli sponsor è stato - guarda caso - il Consorzio<br />
<strong>del</strong> <strong>Parmigiano</strong>-<strong>Reggiano</strong>. E ricordo che quando<br />
abbiamo incontrato in mezzo all’Atlantico un’altra<br />
barca, per festeggiare e fare amicizia, gli abbiamo<br />
buttato a bordo quello che avevamo di più raro,<br />
cioè <strong>del</strong>le “caramelle” di <strong>Parmigiano</strong>. Tra l’equipaggio<br />
c’era anche un altro mantovano, pegognaghese<br />
purosangue, Giacomo, che si era portato in<br />
barca anche una confezione di tosello.<br />
Da piccolo per me la golosità più rara era appunto<br />
il tosello – cioè la rifilatura <strong>del</strong>le forme, che allora<br />
era fatta a mano. Adesso il metodo di lavorazione<br />
è cambiato, il tosello non lo fanno più: lo trovo<br />
soltanto in qualche raro caseificio moderno che lo<br />
commercializza apposta. Adesso non c’è più nemmeno<br />
il Caseificio Falconiera. Nei paraggi - guarda<br />
caso - c’è un Parco (il Parco di San Lorenzo),<br />
con tre laghetti che derivano da una cava, con un<br />
agriturismo che offre attività tipo passeggiate a<br />
cavallo o percorsi botanici.<br />
Adesso il <strong>Parmigiano</strong> non si vende più soltanto<br />
o principalmente in tagli direttamente e sapientemente<br />
ricavati dalle forme: adesso il <strong>Parmigiano</strong><br />
lo trovi appunto anche sotto forma di puntineconfezionate,<br />
merendine, caramelle o addirittura<br />
grattugiato, sui banchi <strong>del</strong>la grande distribuzione.<br />
E questo magari fa storcere la bocca a qualche<br />
vecchio casaro tradizionalista…<br />
Il fatto è che il <strong>Parmigiano</strong>-<strong>Reggiano</strong>, in particolare<br />
nell’Oltrepò <strong>Mantova</strong>no, non rappresenta soltanto<br />
il passato, ma anche e soprattutto il futuro:<br />
ancora una volta il <strong>Parmigiano</strong> - questo formag-<br />
gio squalificato a priori da tutte le gare per manifesta<br />
superiorità, questo prodotto che vanta più<br />
tentativi di imitazione truffaldina <strong>del</strong>la Settimana<br />
Enigmistica - è destinato secondo me a trainare<br />
l’agricoltura.<br />
Se è vero infatti che il futuro <strong>del</strong>l’agricoltura padana<br />
(e italiana ed europea) è assai incerto, per<br />
non dire cupo - soprattutto per quanto riguarda il<br />
latte, minacciato dalla concorrenza di altri Paesi<br />
che producono a bassa qualità grandi quantità a<br />
basso prezzo - è anche vero che solo la altissima<br />
qualità e la assoluta tipicità possono salvare un<br />
intero mondo contadino, fatto di abilità e tradizioni.<br />
In un boccone di <strong>Parmigiano</strong> c’è tutto.<br />
A saperlo ben assimilare è più allucinogeno di un<br />
peyote messicano: agli iniziati provoca <strong>del</strong>le visioni.<br />
Si vede la terra, si vedono generazioni di contadini,<br />
si vedono le stalle; si vede l’aria umida che<br />
stagiona; si vedono le mucche; si sente l’odore<br />
<strong>del</strong> foraggio, <strong>del</strong> formaggio e anche <strong>del</strong>la stalla;<br />
si vedono i caseifici con i pentoloni di rame e le<br />
vasche e i magazzini; si vedono le prime cooperative<br />
che hanno fatto cambiare mentalità ai contadini;<br />
addirittura si vedono anche alcune scene di<br />
grandi opere cinematografiche, come Novecento<br />
di Bertolucci…<br />
E soprattutto si vede il futuro di una agricoltura<br />
che per sopravvivere si affida da una parte ai<br />
servizi al territorio, al paesaggio e al turismo, e<br />
dall’altra punta sulla qualità assoluta dei prodotti<br />
tipici per sviluppare una enogastronomia che sarà<br />
ben difficile imitare altrove.<br />
E se la gente non riesce a vedere, da sola, tutte<br />
queste cose, bisognerà raccontargliele, comunicarle,<br />
come sta facendo anche questa pubblicazione.