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I GIOCHI IN ONORE DI PATROCLO<br />
Fin dalle origini nel mondo greco le gare sportive, che perlopiù divennero disci-<br />
pline olimpiche, erano una parte integrante del rito funebre. Il rito funebre era<br />
fondamentale nella mentalità greca perchè garantiva al defunto l'accesso all'al-<br />
dilà. In caso contrario, infatti, la sua anima sarebbe stata condannata a vagare<br />
per sempre senza pace.<br />
I testi che seguono sono presi dal XXIII libro dell'Iliade e contengono una descri-<br />
zione delle gare in onore dell'eroe defunto Patroclo.<br />
CORSA COI CARRI<br />
“ Levarono tutti insieme sui cavalli le fruste,con le briglie<br />
percossero, sgridarono con le parole, piene di slancio; quelli<br />
correvano rapidi per la piana via dalle navi in un lampo; e<br />
sotto i petti la polvere veniva su, montando come nube o pro-<br />
cella, le criniere volavano tra i soffi del vento. A volte i carri<br />
strisciavano sulla terra nutrice, a volte balzavano in aria; e<br />
gli aurighi stavano ritti entro le casse, batteva il cuore a cia-<br />
scuno nell'ansia di vincere; ciascuno gridava ai suoi caval-<br />
li; e quelli volavano per la pianura alzando la polvere.”<br />
PUGILATO<br />
“Cinti, avanzarono i due in mezzo all'arena, levandosi incontro le<br />
mani pesanti, e uno sull'altro s'abbatterono insieme, insieme le ma-<br />
ni pesanti intrecciarono.<br />
S' udiva terribile scricchiolar di mascelle, scorreva il sudore per tutte<br />
le membra; ma ecco il glorioso Epeo si levò e colpì l'avversario, sperdu-<br />
to, alla guancia; e quello non resistette, gli si afflosciarono le belle<br />
membra.<br />
Come sotto il rabbrividire di Borea guizza un pesce sulla spiaggia coperta d' alghe e l'onda<br />
nera l'avvolge, così traballò sotto il colpo; ma il magnanimo Epeo lo afferrò, lo rimise in pie-<br />
di; gli amici gli furono intorno e lo guidarono attraverso l'arena, che strascicava le gam-<br />
be,sputava denso sangue, di qua e là ciondolava la testa; lo adagiaron fra loro, che non ca-<br />
piva più nulla, ed essi andarono a prendere la duplice coppa.”<br />
LOTTA<br />
“Cinti, avanzarono i due in mezzo all'arena, e si abbracciaro-<br />
no con le braccia robuste,come le capriate d' un' alta casa, che<br />
famoso architetto ha incastrato, temendo la forza del vento.<br />
Scricchiolavano le schiene dalle intrepide braccia<br />
duramente stirate; e l'umido sudore scorreva, e fitti gonfiori<br />
lungo i fianchi e le spalle nascevano, rossi di sangue; ma<br />
quelli sempre più ambivano la vittoria, pel tripode ben lavora-<br />
to.”<br />
Liceo <strong>Alexis</strong> <strong>Carrel</strong> <strong>Da</strong> <strong>Olimpia</strong> a <strong>Pechino</strong>… -1-
LANCIO DEL DISCO<br />
“Stettero pronti in fila, prese il disco Epeo glorioso,<br />
lo lanciò roteando; e risero tutti gli Achei. Leoteo rampollo d'Ares lo<br />
gettò per secondo; per terzo lo scagliò il grande Aiace Telamonio<br />
dalla mano pesante, e passò i segni di tutti.<br />
Ma quando prese il disco Polipete furia di guerra, quanto lontano<br />
scaglia un bovaro il vincastro che vola roteando fra le mucche del<br />
gregge, tanto superò tutta la gara”<br />
TIRO CON L'ARCO<br />
“E livido ferro offrì pure agli arcieri e pose in mezzo dieci scuri e<br />
dieci doppie scuri; L'albero dirizzò d'una nave prua azzurra nella<br />
sabbia, lontano; e una tremante colomba legò per un piede con corda<br />
sottile e invitò colpirla di freccia;<br />
“… Alta sotto le nubi mirò la tremante colomba,in pieno colpì sotto<br />
l'ala, mentre girava; la freccia la trapassò e cadendo giù in terra s'in-<br />
fisse ai piedi di Merione; l'uccello, posato sull'albero della nave prua<br />
azzurra,afflosciò il collo, si ripiegarono l'ali pennute e la vita volò via<br />
dalle membra: così piombò giù dall'albero; la gente guardava stupi-<br />
ta.Merione dunque le dieci doppie scuri si riprese,Teucro portò le scuri<br />
alle concave navi.”<br />
LOTTA ARMATA<br />
“ Disse così, si levò allora il grande Aiace Telamonio, si levò pure il<br />
Tidide, il forte Diomede,e come si furono armati fuori dalla folla,<br />
entrambi si fecero in mezzo, bramosi di battersi, ferocemente<br />
guardarono; stupore prese tutti gli Achei.<br />
Ma quando furono vicini, marciarono uno sull'altro, tre volte bal-<br />
zarono, si assalirono tre volte, e Aiace lo scudo tutto rotondo colpì,<br />
ma non raggiunse la pelle, lo impedì la corazza di dentro. Invece il Tidide sopra l'enor-<br />
me scudo sempre sfiorava il collo con la punta d'asta lucente”.<br />
LA CORSA<br />
“ Passato il segno, la loro corsa divenne serrata, e subito allora<br />
fu in testa il figlio d'Oileo, dietro volava Odisseo glorioso, vicinissi-<br />
mo; come al petto di donna dalla bella cintura è vicino la spola,<br />
quando la tira con le mani, ben forte, passando la trama attraverso<br />
l'ordito, e accosto al petto la tiene; così vicino gli correva Odisseo e<br />
coi piedi ne ribatteva le impronte, prima che vi ricadesse la polvere.<br />
Sopra la testa gli versava il suo fiato Odisseo glorioso, correndo sempre con furia; e tutti<br />
gli Achei acclamavano all'ansioso di vincere, e lo incitavano che già s'affrettavano.”<br />
Liceo <strong>Alexis</strong> <strong>Carrel</strong> <strong>Da</strong> <strong>Olimpia</strong> a <strong>Pechino</strong>… -2-
L'OSPITE DEI FEACI<br />
Un'altra funzione dei giochi era quella di rendere onore agli ospiti. L'ospitalità<br />
(xenìa) per i greci creava un legame indissolubile ed eterno tra la famiglia del-<br />
l'ospite e quella dell'ospitante. Ciò è descritto nell'VIII libro dell'Odissea, in cui<br />
si narra che dopo lunghi travagli Odisseo approda sull'isola dei Feaci. Lì l'eroe<br />
viene accolto nella reggia del re Alcinoo, che indice per lui un banchetto e delle<br />
gare.<br />
Inizialmente solo i Feaci gareggiano e tra tutti solo i migliori si distinguono.Dopo<br />
l'offesa subita da Eurìalo, Odisseo dà prova delle sue “divine” capacità nel lan-<br />
cio del disco. Atena lo accompagna nella sua prova, come si credeva che acca-<br />
desse a tutti gli atleti che eccellevano in qualche disciplina.<br />
“Disse, e, avvolto com'era nel manto, slanciandosi, afferrò un disco<br />
più grande, più grosso, più greve, e non poco,<br />
di quello con cui si provavano al lancio fra loro i Feaci;<br />
lo roteò e lo scagliò via dalla mano gagliarda.<br />
Fischiò la pietra e s'appiattirono a terra<br />
i Feaci dai lunghi remi, navigatori famosi,<br />
all'impeto di quella pietra; che passò i segni di tutti,<br />
volando rapida via dalla mano; ne segnò il termine Atena,<br />
simile a un uomo, a vederla, e disse parola, gli disse:<br />
-Anche un cieco, straniero distinguerebbe il tuo segno<br />
a tentoni! non è confuso fra gli altri,<br />
è il primissimo. Rincuorati per questa tua prova:<br />
tra i Feaci nessuno raggiungerà o passerà questo segno”.<br />
Odisseo è disposto a scontrarsi contro chiunque in qualsiasi disciplina, chiunque<br />
eccetto Laodàmante, colui che l'ha accolto e per questo lo straniero si tiene ben<br />
lontano da ogni rivalità con lui.<br />
“E chiunque di voi spinge l'animo e il cuore,<br />
su presto venga a far prova, ché troppo m'avete irritato:<br />
o pugilato, o lotta , o anche corsa: nessuno rifiuto<br />
tra tutti i Feaci, escluso Laodàmante; egli è mio ospite.<br />
Chi potrebbe lottare contro chi l'ospita?<br />
Stolto sarebbe, anzi spregevole, l'uomo<br />
che a gara provoca chi gli ha dato accoglienza.”<br />
in paese straniero: è un mutilarsi da solo.<br />
I giochi dell'Iliade, facendo parte di una celebrazione religiosa, sono<br />
ordinati in modo ben preciso, hanno cioè un forte carattere rituale<br />
che li rende sacri come la celebrazione in cui sono inseriti.<br />
Nell'Odissea, invece, i giochi sono uno svago offerto all'ospite secon-<br />
do le regole della xenìa, perciò qui la motivazione sacra è assoluta-<br />
mente secondaria.<br />
Liceo <strong>Alexis</strong> <strong>Carrel</strong> <strong>Da</strong> <strong>Olimpia</strong> a <strong>Pechino</strong>… -3-
36<br />
SITO ARCHEOLOGICO DI OLIMPIA<br />
<strong>Olimpia</strong> centro religioso dell'antica Grecia e sede di giochi panellenici, situato<br />
nell'Elide (Peloponneso), in una breve pianura delimitata a sud dal corso dell'Alfe-<br />
o, a ovest dal fiume Cladeo e a nord dalla collina di Kronos.<br />
Il luogo fu identificato nel 1776 dall'inglese R. Chandler e<br />
dopo sporadici tentativi, fu scavato sistematicamente nel-<br />
l'ultimo quarto del XIX secolo(1875) dai tedeschi E. Curtius<br />
e F. Adler. Nel ventesimo secolo gli scavi furono ultimati da<br />
Dorpfeld e infine da Kunze: essi ritrovarono le fondamenta<br />
di edifici di difficile interpretazione che risalirebbero all'i-<br />
nizio del II millennio.<br />
IL TEMPIO DI ZEUS<br />
Nel V secolo a.C. venne costruito il tempio<br />
di Zeus dall’architetto Libone di Elide in or-<br />
dine dorico, con sei colonne sul lato breve e<br />
13 colonne sui lati lunghi. La sua altezza<br />
complessiva ammontava a circa 20 m. Il<br />
materiale usato era un calcare conchiglifero<br />
locale che, dopo essere stato stuccato, ven-<br />
ne colorato in bianco, blu, rosso e nero.<br />
Il tetto era coperto da grandi tegole di mar-<br />
mo.<br />
Il tempio di Zeus era realizzato attraverso precisi calcoli proporzionali, tesi a<br />
rendere equilibrata e ordinata l’architettura.<br />
Il tempio presentava anche accorgimenti per correggere effetti ottici, essendo<br />
le colonne leggermente inclinate verso l’interno.<br />
La cella restò forse vuota per diversi anni, fino a quando venne realizzato da Fi-<br />
dia il grande simulacro di Zeus, considerato una delle sette meraviglie del mon-<br />
do, in un'officina eretta apposta nel santuario. La statua venne collocata in fon-<br />
do alla navata centrale del tempio.<br />
Pausania ne fornisce una particolareggiata descrizione: il dio era raffigurato se-<br />
duto su un trono di marmo ed ebano, tempestato di pietre preziose; Zeus aveva<br />
il capo cinto da una corona di foglie d’ulivo, simbolo del trionfo olimpico, nella<br />
mano destra aveva la statuetta della vittoria (Nike) e, nella sinistra, uno scettro<br />
prezioso sormontato da un’aquila; d’oro erano anche i calzari e il mantello. Lo<br />
sgabello sul quale Zeus poggiava i piedi era affiancato da leoni d’oro. La sorte<br />
della statua di Zeus è avvolta nel mistero: secondo alcune fonti letterarie fu<br />
preda dei Goti nel 395 d.C.; per altri fu l’imperatore Teodosio II che decise di<br />
trasferirla a Bisanzio e che durante il viaggio sarebbe andata persa; secondo un<br />
altro resoconto, sarebbe stata distrutta dalle fiamme durante l’incendio di Co-<br />
stantinopoli del 476 d.C.<br />
1: Propylon<br />
2: Pritaneo<br />
3: Philippeion<br />
4: Tempio di Era (Heraion)<br />
5: Pelopion<br />
6: Fontana di Erode Attico<br />
7: Metroon<br />
8: Piedistalli degli Zani<br />
9: Strada per lo stadio<br />
10: Stadio<br />
11: Portico di Eco<br />
13: Portico di Estia<br />
14: Edificio da spettacolo<br />
e terme dell'ottagono<br />
(III sec. d.C.)<br />
15: Tempio di Zeus<br />
16: Altare di Zeus<br />
19: Nike di Paionios<br />
20: Gymnasion<br />
21: Palestra<br />
22: Theokoleion<br />
23: Heroon<br />
24: Laborartorio di<br />
Fidia<br />
25: Terme di Kladeo<br />
26: Terme<br />
27 e 28: Locande<br />
29: Leonidaion<br />
30: Terme meridionali<br />
31: Bouleuterion<br />
32: Portico meridionale<br />
33: Casa di nerone<br />
Liceo <strong>Alexis</strong> <strong>Carrel</strong> <strong>Da</strong> <strong>Olimpia</strong> a <strong>Pechino</strong>… -4-
METOPE E FRONTONI DI OLIMPIA<br />
La decorazione scultorea del tempio di Zeus di <strong>Olimpia</strong> comprende dodici meto-<br />
pe (fascia disegnata appena sopra le colonne) e due colossali frontoni. Le scul-<br />
ture sono tutte di altissima qualità e certamente dovute a uno stesso scultore.<br />
Le metope raffigurano un ciclo delle imprese di Herakles che è nello stesso<br />
tempo il grande eroe della stirpe dorica e fondatore dei giochi olimpici.<br />
Importanti sono i due frontoni: quello occidentale raf-<br />
figura una grande azione scatenata, mentre quello o-<br />
rientale, il più importante,<br />
è pieno di silenzio e di drammatica attesa. Una ricca<br />
decorazione in marmo era visibile sui frontoni<br />
(leggenda di Enomao e Pelope a est; lotta tra Centauri<br />
e Lapiti a ovest). La leggenda di Enomao e di Pelope<br />
narra che il primo, essendo figlio del dio Ares, che gli<br />
aveva donato un tiro di cavalle rapide come il vento,<br />
sfidava in una gara equestre i pretendenti di sua figlia<br />
Ippodamia, uccidendoli dopo averli sconfitti. Enomao,<br />
sicuro comunque del suo successo, concedeva un van-<br />
taggio al rivale.<br />
Quando erano già tredici gli sconfitti, si presen-<br />
tò un nuovo sfidante, Pelope, di cui Ippodamia<br />
si innamorò. Il giovane Pelope sconfisse Enomao<br />
facendosi aiutare dall’auriga Mirtilo anch’egli<br />
innamorato di Ippodamia, che manomise le ruo-<br />
te del carro del padrone, così da farlo perdere.<br />
Durante la corsa, il carro di Enomao si distrusse<br />
ed egli morì augurando al suo auriga di rimanere<br />
ucciso dallo stesso Pelope.<br />
L'infausto pronostico giunse inevitabilmente a compimento quando Mirtilo, non<br />
avendo dimenticato il suo amore per Ippodamia tentò di farle violenza; Pelope,<br />
accortosi della cosa, scaraventò Mirtilo con un calcio nel mare.<br />
Pelope cercò di farsi perdonare da Zeus organizzando in suo onore i giochi olim-<br />
pici. Zeus lo perdonò e Pelope sposò Ippodamia e prese il trono di Enomao: tutta<br />
la penisola si chiamò Peloponneso.<br />
Liceo <strong>Alexis</strong> <strong>Carrel</strong> <strong>Da</strong> <strong>Olimpia</strong> a <strong>Pechino</strong>… -5-
IL TEMPIO DI ERA (heraion)<br />
La più antica costruzione templare di <strong>Olimpia</strong> è l’Heraion, eretto intorno al VII<br />
secolo e poi ricostruito per altre due volte. Costituito da un porticato, con 6 co-<br />
lonne doriche (in origine lignee) sui lati brevi e 16 sui lati lunghi, innalzate su un<br />
basamento di soli due gradini. Le misure del tempio ammontavano a 50 m. di lun-<br />
ghezza e 18,7 di larghezza.<br />
Nel corso dei secoli le colonne in legno furono via via sostituite da colonne di pie-<br />
tra.<br />
Il tetto del tempio aveva due frontoni ed era coperto da tegole, decorate sui bor-<br />
di esterni da rosette.<br />
In questo edificio veniva conservato il documento dell’istituzione dei giochi olim-<br />
pici, il disco bronzeo sul quale erano incise le norme cui dovevano attenersi gli<br />
ellanodici.<br />
LO STADIO<br />
La struttura più semplice dal punto di vista architettonico<br />
ma fondamentale per lo svolgersi de Giochi era lo stadio:<br />
un campo di gara costituito da una fossa rettangolare,li-<br />
vellata e spianata, con il fondo sabbioso, scavata nel ter-<br />
reno lungo i fianchi della collina del Kronion. Misurava 213m di lughezza e 2-<br />
8,60m di larghezza da un lato, mentre da quello opposto raggiungeva i 29,60m.<br />
Non c'erano tribune e porticati, ma su tre lati aveva una scarpata erbosa che po-<br />
teva ospitare dalle 20.000 alle 30.000 persone.<br />
Lo stadio somigliava a un parallelogramma e nella parte interna c'era un canale<br />
che si apriva, a intervalli regolari, in vasche; portava acqua agli atleti e agli<br />
spettatori ed era il solo conforto nel sole estivo di <strong>Olimpia</strong>. Questo stadio<br />
“tenne” per 55 olimpiadi, fino al 556 a.C. Quando ne venne costruito, legger-<br />
mente più a nord, un secondo, ugualmente semplice, con un pedana di pietra<br />
sulla linea di partenza.<br />
Nel 338 a.C. venne costruito il terzo e definitivo stadio di <strong>Olimpia</strong>. Aveva forma<br />
rettangolare, di 220 x 30 m. circa, in terra battuta. La tribuna dei giudici di gara,<br />
lungo la gradinata meridionale, venne provvista di fondazioni in pietra. Venne co-<br />
struito un sottopassaggio, coperto da una volta a botte, dall’Altis allo stadio, at-<br />
traverso il terrapieno occidentale.Lo stadio, nel quale si svolgevano tutte le gare<br />
previste dal programma olimpico a eccezione di quelle equestri, conservò intatta<br />
la sua struttura originaria sino alla conquista romana.<br />
IPPODROMO<br />
La costruzione sorgeva tra lo stadio e il fiume Alfeo. Era costituita da un grande<br />
spazio aperto, pianeggiante, a forma di ferro di cavallo, a fondo sabbioso, deli-<br />
mitato a nord da una bassa collina e a sud da un terrapieno artificiale, destinati<br />
entrambi ad accogliere migliaia di spettatori.<br />
GINNASIO<br />
Costruito intorno al II secolo a.C., qui avevano luogo gli esercizi degli atleti che<br />
dovevano affrontare il pentatlon e la corsa. Addossati al muro del portico del gin-<br />
nasio rivolto a oriente c'erano gli alloggi degli atleti.<br />
PALESTRA<br />
Posta al di fuori dell'aria sacra costruita intorno alla fine del III secolo, era utiliz-<br />
zata per gli allenamenti di lotta, pugilato e pancrazio. L'ampio cortile centrale e-<br />
ra circondato da un colonnato tuttora in piedi.<br />
Liceo <strong>Alexis</strong> <strong>Carrel</strong> <strong>Da</strong> <strong>Olimpia</strong> a <strong>Pechino</strong>… -6-
L’ATLETA E LE DISCIPLINE OLIMPICHE<br />
DALLE ORIGINI FINO A ROMA<br />
“Come nella luce del giorno non c'è una stella più calda e scintillante del sole, ugualmente<br />
non esiste una competizione così grande come le <strong>Olimpia</strong>di’ (Pindaro)<br />
Il nome atleta deriva da àthlon , premio, e nasce nel VI secolo a.C.; egli pos-<br />
siede disposizione naturale allo sforzo fisico, disciplina, bellezza, intelligen-<br />
za, abilità e moderazione nel successo, virtù che consentono di conquistare<br />
la vittoria.<br />
I giochi olimpici inizialmente escludevano coloro che appartenevano alle classi più po-<br />
vere della società, poiché l'atleta doveva appartenere a una famiglia nobile, per poter<br />
pagare le spese indispensabili per la sua attività.<br />
L’educazione fisica si accompagnava a quella morale e intellettuale, per questo gli atle-<br />
ti frequentavano scuole prestigiose. Solo dal III secolo iniziarono a crearsi le basi per<br />
la nascita del professionismo, che portò con sé l'apertura dello sport anche ai ceti me-<br />
no abbienti.<br />
Le olimpiadi avevano una dimensione anche religiosa: gli atleti donavano le loro vitto-<br />
rie come sacrificio agli dei loro protettori. Prima dei combattimenti gli atleti si ungeva-<br />
no con oli, utilizzavano strigili per detergere il corpo sia dal sudore che dall'olio. I pre-<br />
mi erano delle anfore dette “panatenaiche” contenenti oli provenienti dalle aree sacre.<br />
Su di esse venivano rappresentate decorazioni didascaliche raffiguranti le imprese del-<br />
l'atleta vincitore della gara. I vincitori delle gare venivano condotti da un araldo al tem-<br />
pio di Zeus con il capo cinto di una corona d'alloro e con un ramo di palma in mano.<br />
Durante il periodo delle guerre persiane, le popolazioni ostili alla Grecia non com-<br />
prendevano il motivo per cui gli atleti gareggiassero per un motivo che non fosse de-<br />
naro:<br />
“I Persiani chiesero loro cosa stessero facendo i Greci [...]. quelli risposero che celebravano i<br />
giochi olimpici e stavano assistendo alle gare ginniche e ippiche. Serse chiese allora quale<br />
fosse il premio proposto, per il quale gareggiavano, ed essi risposero che al vincitore veniva<br />
una corona di ulivo. Fu allora che Tritantecme, figlio di Artabano[...] esclamò: “Ohimè! O<br />
Mardonio, contro quali uomini ci hai condotto a fare la guerra! Uomini che contendono<br />
non per denaro, ma per valore!”. (Erodoto)<br />
Col trascorrere dei secoli, però, (in particolare nell'età ellenistica) il significato profon-<br />
do dell'esperienza olimpica va via via sfumandosi e viene sostituito dall'interesse ve-<br />
nale. Iniziano a verificarsi casi di atleti corrotti e pagati: come testimoniano le 16 sta-<br />
tue di Zeus erette a <strong>Olimpia</strong> dal IV secolo a.C., tali atleti dovevano pagare per puni-<br />
zione la costruzione di statue in onore di Zeus.<br />
Inizialmente alle donne era proibito non solo di partecipare ai giochi olimpici, ma an-<br />
che di essere spettatrici; in seguito però furono istituite gare femminili, soprattutto<br />
perché l’attività ginnica garantiva un miglior stato di salute.<br />
Liceo <strong>Alexis</strong> <strong>Carrel</strong> <strong>Da</strong> <strong>Olimpia</strong> a <strong>Pechino</strong>… -7-
LE SPECIALITA’ OLIMPICHE<br />
Lo stadion (o stadio)<br />
Prendeva il nome dall' edificio nel quale si svolgeva,<br />
anch' esso chiamato stadion. Il termine divenne sta-<br />
dium in latino che divenne a sua volta stadio in italia-<br />
no. Esistevano altri tipi di gare di corsa, ma lo stadion<br />
era la più prestigiosa; il vincitore veniva spesso consi-<br />
derato come il vincitore degli interi giochi e per secoli l' olimpiade prendeva il no-<br />
me del vincitore della corsa dello stadion, il quale doveva accendere il fuoco dei<br />
giochi successivi. Anche se come evento separato, lo stadion faceva anche parte del<br />
pentathlon antico.<br />
Pugilato<br />
I Greci consideravano la lotta con i pugni una disciplina completa ed ideale, con la<br />
quale un uomo poteva sviluppare una mente vigile e reattiva in un corpo sano e ro-<br />
busto.<br />
Nel 688 a.C. i Greci lo introdussero come nuova disciplina nella XIII <strong>Olimpia</strong>de anti-<br />
ca, secondo in ordine di tempo alla lotta libera inserita nelle olimpiadi nel 708 a.C.,<br />
la prima medaglia è stata vinta da Onomasto di Smirne. La popolarità di questo<br />
sport aveva ormai raggiunto un altissimo livello.<br />
Lotta<br />
La lotta è lo sport più antico che si conosca, (ad eccezione delle discipline dell'atle-<br />
tica), tanto che quando nacquero i giochi olimpici nell'antica Grecia, la lotta esiste-<br />
va già. I Greci definivano con il termine Pale uno degli stili di Lotta, e a dimostra-<br />
zione della considerazione che avevano di questo sport, utilizzavano questo termine<br />
anche per chiamare tutti gli edifici in cui venivano praticate delle discipline sporti-<br />
ve, da questo il termine “palestra”. Plutarco considerava la lotta come la sublima-<br />
zione dello sport, l'esaltazione delle qualità umane, oltre che della forza e dell'ela-<br />
sticità anche quelle più fini dell'arte e dell'astuzia. La lotta è nata nell'antichità per<br />
addestrare gli eserciti al combattimento corpo a corpo, ma nel corso dei secoli ha<br />
perso tutti gli aspetti cruenti che la caratterizzavano, restando comunque uno sport<br />
dal grande impatto emotivo.<br />
Il pancrazio è uno sport di origine greca, un misto di lotta e pugilato. Il termine<br />
(dal greco παγκράτιον pankràtion, pan = tutto e kràtos = potere, forza) significa<br />
"intera forza (del corpo)". Appare come disciplina olimpica nel 648 a.C.; lo scopo e-<br />
ra vincere l'avversario utilizzando tutte le proprie forze, a mani nude, ed i conten-<br />
denti avevano la possibilità di usare tutte le mosse possibili, sgambetti, proiezioni,<br />
leve articolari, pugni, calci, ginocchiate, gomitate, unghiate, tecniche di rottura<br />
delle dita, morsi, possibilità di strozzare l'avversario. In genere, gli atleti approda-<br />
vano al Pancrazio dopo una certa esperienza nella Pale (lotta olimpica).<br />
Nell'antica Grecia, l'efferatezza di questo sport era tale che i due contendenti spes-<br />
so arrivavano a lottare fino alla morte di uno di loro, che era per questo decretato<br />
vincitore ed osannato dal pubblico.<br />
Liceo <strong>Alexis</strong> <strong>Carrel</strong> <strong>Da</strong> <strong>Olimpia</strong> a <strong>Pechino</strong>… -8-
Corsa dei carri<br />
Le più Importante delle altre competizioni equestri co-<br />
me la corsa dei cavalieri che fu ben presto rimossa dal<br />
programma olimpico. In epoca micenea l'auriga e il<br />
proprietario di carro e cavalli erano la stessa persona e<br />
quindi l'auriga vincente riceveva il suo premio. Ai tem-<br />
pi dei Giochi Panellenici invece i proprietari avevano<br />
degli schiavi a cui facevano portare i carri, e il pre<br />
mio veniva quindi vinto dai proprietari. Partecipare al-<br />
la corsa dei carri era per i Greci un modo di dimostrare<br />
la propria ricchezza.<br />
Il pentathlon (dal greco pènte, cinque, e àthlon, lotta)compare nel 708<br />
a.C., era una gara sportiva articolata su cinque prove e praticata sin dall'anti-<br />
chità in Grecia. Le discipline presenti erano:<br />
la Corsa: i concorrenti si posizionano alla partenza indicata da lastre di marmo<br />
dotate di scanalature per i piedi e scattano al via, quando il sistema di funi fa<br />
cadere le asticelle sorrette dai paletti che suddividono le corsie assegnate a<br />
sorteggio.<br />
Il Salto in lungo: al suona dell'aylos, sorta di oboe che scandisce le fasi dello<br />
slancio e del salto, l'atleta parte da una specie di pedana e atterra sul terreno<br />
smosso. Per aumentare lo slancio impugna due pesi di pietre di piombo.<br />
Il Lancio del disco: i lanci, probabilmente uno per atleta, si eseguono da una<br />
pedana, forse al centro dello stadio, il discobolo impugna il disco di bronzo co-<br />
sparso di sabbia che facilita la presa, lo solleva dapprima con entrambe le ma-<br />
ni, poi ruota il torso, portando indietro il braccio destro, ed effettua infine il<br />
lancio.<br />
Il Lancio del giavellotto: dalla stessa pedana l'atleta lancia il giavellotto, un'a-<br />
sta di legno dotata, a metà della lunghezza, di un laccio di cuoio che si impu-<br />
gna con l'indice e col medio; tale propulsore imprime un moto rotatorio al gia-<br />
vellotto, stabilizza la traiettoria e amplifica la portata del lancio.<br />
La Lotta: con i muscoli frizionati con l'olio e il corpo poi irruvidito dalla polve-<br />
re, i lottatori si affrontano sul suolo dissodato, secondo regole che consentono<br />
tutte le prese sulla parte superiore del corpo e lo sgambetto.<br />
Vince chi atterra tre volte l'avversario. Questa è una specialità che si disputa<br />
anche al di fuori del pentathlon.<br />
ETA’ ROMANA<br />
I giochi olimpici continuano ad essere disputati dopo la conquista romana della<br />
Grecia (II secolo a.C.), ma lo spirito agonistico greco non è accolto a Roma, do-<br />
ve l'attività sportiva è svago, spettacolo e potente strumento di propaganda po-<br />
litica. Le gare “alla greca”, ispirate ai giochi panellenici, e i più diffusi spetta-<br />
coli di massa, sono infatti promossi dal potere imperiale per controllare il po-<br />
polo, al quale vengono offerte le palestre degli impianti termali per giochi ed<br />
esercizi ginnici, gli stadi delle gare atletiche e soprattutto circhi per le corse<br />
dei carri e anfiteatri per combattimenti tra gladiatori, caccia ad animali feroci<br />
e battaglie navali. A questi spettacoli violenti, messi in scena da atleti profes-<br />
sionisti,cioè pagati, il pubblico romano si appassiona fino al fanatismo, trasfor-<br />
mando i vincitori in eroi.<br />
Questa degenerazione è il motivo per cui nel 394 d.C. l' imperatore Teodosio<br />
stabilisce, su consiglio di S. Ambrogio, la fine delle olimpiadi antiche.<br />
Liceo <strong>Alexis</strong> <strong>Carrel</strong> <strong>Da</strong> <strong>Olimpia</strong> a <strong>Pechino</strong>… -9-
LA PRIMA OLIMPIADE MODERNA<br />
Nel 393 d. C. l’imperatore romano Teodosio, su richiesta del vescovo di Milano<br />
Ambrogio abolì le <strong>Olimpia</strong>di perché erano diventate occasioni di affari illegali e<br />
di corruzione. <strong>Da</strong> allora in molti avevano tentato di organizzare dei nuovi giochi<br />
olimpici, ma i tentativi erano sempre falliti.<br />
Nel 1894 Pierre De Coubertin riuscì a far approvare dal Congresso francese l’or-<br />
ganizzazione della prima <strong>Olimpia</strong>de dell’epoca moderna.<br />
Il 6 aprile 1986 re Giorgio di Grecia aprì i giochi nello stadio<br />
Panatenaico di Atene. Le regole utilizzate furono diverse da<br />
quelle attuali, perché si voleva che le <strong>Olimpia</strong>di somiglias-<br />
sero il più possibile a quelle antiche. Per prima cosa l’iscri-<br />
zione alle gare era aperta solo ad atleti dilettanti.<br />
Ad Atene furono circa 250 i partecipanti, di cui la maggior<br />
parte di origine greca. Gli altri atleti provenivano da 13 Pa-<br />
esi diversi, ma nei Giochi non erano divisi per nazionalità, bensì per associazio-<br />
ni sportive. Le gare durarono dieci giorni, e le discipline in cui si sfidavano gli<br />
atleti erano nove:<br />
atletica leggera, ciclismo, ginnastica, lotta, nuoto, scherma, sollevamento pe-<br />
si, tennis e tiro.<br />
Le donne, sempre per la volontà di De Coubertin di rispettare la tradizione<br />
classica, non erano ammesse alle competizioni.<br />
Il primo vincitore in assoluto di una gare delle olimpiadi moderne fu uno statu-<br />
nitense, James Connolly, vincitore del salto triplo. Non vinse, però, la medaglia<br />
d’oro, bensì quella d’argento. In questa prima edizione, infatti, gli atleti pre-<br />
miati erano il primo e il secondo di ogni specialità.<br />
La medaglia “De Coubertin”<br />
La Medaglia Pierre De Coubertin (chiamata anche True<br />
Spirit of Sportsmanship medal) era un onore attribuito<br />
da allora a pochissime persone, come celebrazione di<br />
gesti di altissima lealtà sportiva. Rappresenta la più alta<br />
onorificenza sportiva che un atleta possa meritare, lo<br />
stesso CIO la considera come il premio più prezioso at-<br />
tribuibile ad un atleta. Il primo a ricevere questo gran-<br />
de premio fu, alle olimpiadi invernali di Innsbruck, l'ita-<br />
liano Eugenio Monti.<br />
BIOGRAFIA DI PIERRE DE COUBERTIN<br />
Pierre De Coubertin (Parigi 1863-1937), barone francese, discendeva da<br />
una famiglia aristocratica di origine italiana. Egli è conosciuto principalmente<br />
per la riedizione dei Giochi olimpici, ma fu anche un importante<br />
riformatore del sistema educativo francese. Pensò che le scuole britanniche<br />
avrebbero potuto costituire un modello di riforma dell'istruzione.<br />
Sottolineò l'importanza dello sport e dell'educazione fisica sia nella<br />
scuola, come spinta all’associazionismo, sia per la formazione del carattere,<br />
con numerosi scritti e con la fondazione di società sportive, in anni<br />
in cui la scuola francese era molto influenzata dagli ideali militari. Nel 1894 fu incaricato<br />
dal governo francese di formare una società sportiva internazionale. Per pubblicizzare il<br />
suo progetto, de Coubertin organizzò un congresso internazionale il 23 giugno 1894 alla<br />
Sorbona di Parigi (la più importante università della città) dove annunciò per la prima volta<br />
l'idea di recuperare gli antichi Giochi Olimpici. Il congresso portò all'istituzione del Comitato<br />
Olimpico Internazionale (CIO), del quale De Coubertin divenne segretario generale. De<br />
Coubertin così riuscì a realizzare il suo desiderio, e i Giochi Olimpici si tennero nel 1896 ad<br />
Atene.<br />
Liceo <strong>Alexis</strong> <strong>Carrel</strong> <strong>Da</strong> <strong>Olimpia</strong> a <strong>Pechino</strong>… -10-
Negli intenti di De Coubertin l'edizione parigina dei Giochi<br />
Olimpici sarebbe dovuta essere quella che avrebbe dato il lan-<br />
cio definitivo alle <strong>Olimpia</strong>di. Ma nel 1900 a Parigi si svolse<br />
anche la terza Esposizione Universale (EXPO), e le <strong>Olimpia</strong>di<br />
ne vennero inghiottite. Il commissario generale dell'Esposi-<br />
zione e il presidente della Francia non si preoccuparono mini-<br />
mamente dei Giochi e così le <strong>Olimpia</strong>di finirono per essere di-<br />
sputate in campi di gara improvvisati, per esempio la mancan-<br />
za di un impianto idoneo per il nuoto fu sostituito da un tratto della Senna, e si<br />
protrassero per oltre cinque mesi. Tutto questo si tramutò in un colpo durissimo<br />
per le <strong>Olimpia</strong>di e per De Coubertin in particolare, tradito dalla sua patria. Una<br />
delle poche note positive delle <strong>Olimpia</strong>di di Parigi è senz'altro l'ingresso, anche<br />
se in misura molto ridotta, delle donne, nonostante il parere assolutamente<br />
contrario di De Coubertin.<br />
Curiosità<br />
Il simbolo olimpico:<br />
per rappresentare i giochi olimpici venne<br />
OLIMPIADI DI PARIGI 1900<br />
scelto come simbolo quello di cinque cer-<br />
chi di colori diversi intrecciati tra di loro.<br />
Ogni cerchio rappresentava un continente.<br />
Azzurro per l’Oceania, nero per l’Africa,<br />
rosso per l’America, giallo per l’Asia e ver-<br />
de per l’Europa. Nella prima bandiera o-<br />
limpica, che fu presentata da De Couber-<br />
tin al congresso di Parigi del 1914 i cerchi<br />
erano disposti tutti in fila. Il fondatore<br />
delle olimpiadi moderne scelse questi cinque colori perché al tempo almeno u-<br />
no di questi era presente in tutte le bandiere del mondo.<br />
I principi olimpici:<br />
prima di dare il via all’organizzazione della prima <strong>Olimpia</strong>de dell’epoca moder-<br />
na De Coubertin viaggiò per mezza Europa alla ricerca di un modello sportivo<br />
da cui trarre i principi ideali di fondo dei suoi giochi.<br />
Dopo alcuni tentativi riuscì a trovare una fonte di ispirazione in quello che in<br />
Gran Bretagna veniva chiamato “atletismo”, cioè l’educazione che lo sport dà<br />
al sacrificio, alla disciplina e alla responsabilità, senza togliere nulla, però, al-<br />
l’autonomia e alla capacità decisionale di ogni singolo atleta.<br />
La fiamma olimpica, o fuoco olimpico è portata dalla torcia<br />
olimpica o fiaccola olimpica e brucia durante lo svolgimen-<br />
to dell'<strong>Olimpia</strong>de nel braciere olimpico o tripode. La fiam-<br />
ma è uno dei simboli dei Giochi olimpici. Le sue origini ri-<br />
salgono,come già detto, all'antica Grecia, quando un fuoco<br />
veniva tenuto acceso per tutto il periodo di celebrazione<br />
delle <strong>Olimpia</strong>de Antiche. Il fuoco venne reintrodotto nelle<br />
olimpiadi del 1928, e da allora fa parte del cerimoniale delle <strong>Olimpia</strong>di mo-<br />
derne. Vanno distinti e tenuti separati il fuoco (fiamma) dalla torcia<br />
(fiaccola), che attraverso una staffetta viene portata in giro per il mondo e<br />
dal braciere (tripode) che mantiene la fiamma viva durante lo svolgimento<br />
Liceo <strong>Alexis</strong> <strong>Carrel</strong> <strong>Da</strong> <strong>Olimpia</strong> a <strong>Pechino</strong>… -11-
ALCUNI AVVENIMENTI NELLA STORIA<br />
DEI GIOCHI OLIMPICI<br />
DORANDO PIETRI (LONDRA 1908)<br />
Il 24 luglio 1908 si aprì la maratona a Londra. Dorando a-<br />
vanzava barcollando e solo il miraggio della vittoria lo face-<br />
va andare avanti. Pietri all'ingresso dello stadio cadde, si<br />
rialzò, proseguì per poi ricadere ancora quattro volte, a po-<br />
chi metri dal traguardo cadde per la quinta volta e qui un<br />
megafonista lo sostenne e gli fece tagliare il traguardo.<br />
Il suo tempo finale fu di 2h54'46"4 su 42,195 km ma per percorrere gli ultimi 325<br />
metri aveva impiegato 9 minuti e 46 secondi. Lo statunitense Hayes, arrivato se-<br />
condo, presentò reclamo contro l'italiano che fu squalificato per l'aiuto ricevuto,<br />
non richiesto e non voluto. La regina Alexandra d'Inghilterra che aveva assistito al-<br />
l'epilogo della gara, saputo della squalifica di Pietri comunicò che il giorno se-<br />
guente avrebbe premiato personalmente lo sfortunato atleta con una coppa.<br />
TOMMIE SMITH E JOHN CARLOS (CITTA’ DEL MESSICO1968)<br />
E' il Sessantotto, l'anno della contestazione giovanile e delle som-<br />
mosse nei ghetti neri d'America, il 4 aprile hanno ucciso Martin Lu-<br />
ther King, il 5 giugno Robert Kennedy. Il 3 ottobre, alla vigilia dei<br />
Giochi, l'esercito apre il fuoco contro gli studenti che manifestano a<br />
Città del Messico: più di venti i morti. In una città sotto assedio il<br />
12 ottobre si aprono le XIX <strong>Olimpia</strong>di. Il 17 si corre la finale dei 200<br />
metri maschili. I tre medagliati sono sul podio: gli statunitensi Tom-<br />
mie Smith (oro con il primato mondiale di 19"83) e John Carlos<br />
(bronzo) e l'australiano Peter Norman (argento).<br />
I due afroamericani hanno una mano guantata di nero (rispettivamente Smith la<br />
destra e Carlos la sinistra), una coccarda nera e sono senza scarpe: indossano i<br />
"pimp socks", i calzini neri che nello slang dei ghetti hanno un significato di prote-<br />
sta. Ognuno ha con sé una sola calzatura, che posa sul gradino del podio. Alle pri-<br />
me note dell'inno statunitense i due velocisti levano il pugno guantato verso l'alto<br />
e chinano il viso<br />
FINALE DI BASKET MONACO DI BAVIERA 1972<br />
L'Unione Sovietica vinse l'oro sugli Stati Uniti, fino a<br />
quella edizione sempre vincitori.<br />
A tre secondi dalla fine, i sovietici subirono il sorpasso<br />
con due tiri liberi (50-49). In quest'occasione l'allenato-<br />
re sovietico chiamò un time out, mentre passarono due<br />
secondi di gioco. L'arbitro interruppe il gioco, non con<br />
cesse il time out e fece ripartire da un secondo. I russi<br />
non segnarono e gli americani cominciarono a festeggiare. Ma il segretario genera-<br />
le della FIBA, il britannico William Jones, ordinò di ripartire da tre secondi. Que-<br />
sta volta il giocatore sovietico Alexander Belov segnò il canestro della vittoria so-<br />
vietica, col punteggio di 51-50. Gli Stati Uniti sporsero un reclamo che fu rigettato<br />
per 3 voti a 2, con la conseguenza che i giocatori statunitensi non si presentarono<br />
alla cerimonia di premiazione per ricevere la medaglia d'argento.<br />
Liceo <strong>Alexis</strong> <strong>Carrel</strong> <strong>Da</strong> <strong>Olimpia</strong> a <strong>Pechino</strong>… -12-
MICHAEL PHELPS (PECHINO 2008)<br />
Il nuotatore americano Michael Phelps è entrato nella storia<br />
dello sport mondiale.<br />
Phels nell’olimpiade di <strong>Pechino</strong> ha ottenuto:<br />
- otto medaglie d’oro (cinque individuali), sette record del<br />
mondo e 17 gare in nove giorni.<br />
- Primo oro con record conquistato domenica 10 agosto nei<br />
400 misti, poi in successione ne arriva uno al giorno<br />
staffetta 4×100 sl, 200 sl, 200 farfalla, 4×200 sl, 200 misti, 100 farfalla (unica vit-<br />
toria senza record del mondo)<br />
- l’oro con record nella 4×100 misti Phelps riesce così a battere il precedente re-<br />
cord di sette ori conquistati nella stessa <strong>Olimpia</strong>de che apparteneva al suo conna-<br />
zionale Mark Spitz dal 1972.<br />
USAIN BOLT (PECHINO 2008)<br />
Il giamaicano Usain Bolt ha conquistato a <strong>Pechino</strong> la medaglia<br />
d’oro nella finale dei 100 metri, con un tempo record 9”72 di<br />
Asafa Powell.<br />
Il velocista si è ripetuto nella gara dei 200 metri, stabilendo un<br />
nuovo record di 19”30. Il Il precedente record apparteneva a<br />
Michael Johnson ed era di 19''32, stabilito ad Atlanta 1996.A dif-<br />
ferenza della gara dei 100, stravinta con record mondiale dal giamaicano, stavolta<br />
Bolt parte subito bene, mettendo quasi immediatamente distacco fra sé e gli av-<br />
versari. Dopo spinge sempre di più e riesce a battere il record di Johnson.<br />
CONCLUSIONI<br />
L’attività ginnica è sempre stata importante nella storia dell’uomo. Nella cultura<br />
greca era fondamentale per la crescita della persona: non era solo un’occasione<br />
di svago, ma alla base stava, oltre all’allenamento fisico, anche una possibilità di<br />
formazione del carattere complementare con le altre discipline. Anche l’aspetto<br />
religioso era importante, in quanto l’atleta con la sua vittoria si avvicinava alla<br />
natura divina.<br />
Oggi, a differenza del passato, lo sport è praticabile da tutti ed è diventato un<br />
fatto slegato da una dimensione religiosa “istituzionale”; l’espressione della reli-<br />
giosità insita in ogni atleta è lasciata alla libertà del singolo.<br />
Con questa mostra abbiamo voluto capire che esperienza abbiano fatto coloro<br />
che — nelle diverse epoche e contesti sociali — si sono implicati totalmente con<br />
lo sport.<br />
Liceo <strong>Alexis</strong> <strong>Carrel</strong> <strong>Da</strong> <strong>Olimpia</strong> a <strong>Pechino</strong>… -13-