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riflessioni sui primi undici capitoli della genesi - Rocco Li Volsi – Saggi

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mettiamo in pratica la verità. 7 Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il<br />

sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato.” (1)<br />

Nell’Apocalisse aggiunge che, dopo la rigenerazione del Creato,<br />

“23 La città non ha bisogno <strong>della</strong> luce del sole, né <strong>della</strong> luce <strong>della</strong> luna perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è<br />

l’Agnello.<br />

24 Le nazioni cammineranno alla sua luce<br />

e i re <strong>della</strong> terra a lei porteranno la loro magnificenza.<br />

25 Le sue porte non si chiuderanno mai durante il giorno,<br />

poiché non vi sarà più notte.” (21)<br />

“5 Non vi sarà più notte<br />

e non avranno più bisogno di luce di lampada,<br />

né di luce di sole,<br />

perché il Signore Dio li illuminerà<br />

e regneranno nei secoli dei secoli.” (22)<br />

Nel racconto <strong>della</strong> Genesi questo è il primo ‘giorno’, nel senso di periodo; ma poiché il discorso biblico è duplice, la luce sarà<br />

anche quella fisica, come si vedrà quando si compareranno le prime tre ‘giornate’ alle seconde tre.<br />

6 Dio disse: «Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». 7 Dio fece il firmamento e separò le<br />

acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento. E così avvenne. 8 Dio chiamò il firmamento<br />

cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.<br />

Il secondo giorno prevede una seconda separazione: quella delle acque dalle acque, le acque sopra le quali Dio ‘aleggiava’. Il testo<br />

sottolinea l’importanza delle acque superiori, che, spiritualmente, come ci pare, rappresentano il Regno di Dio, o la vita spirituale che<br />

sgorga da Lui. Ancora nell’Apocalisse si legge: “1 Mi mostrò poi un fiume d’acqua viva limpida come cristallo, che scaturiva dal<br />

trono di Dio e dell’Agnello.” (22 1) Dio, dunque, che “aleggiava sulle acque”, creata la luce, dà luogo alla prima realtà: quella <strong>della</strong><br />

vita spirituale, ‘separandola’ da quella fisica mediante il firmamento. Si può pensare di risolvere l’ambiguità che nasce dall’avere Dio<br />

chiamato il firmamento ‘cielo’, supponendo che questo sia il cielo considerato da parte di chi sta sotto di esso, cioè da parte delle<br />

acque inferiori. Del resto, questa ‘separazione’ è più una metafora <strong>della</strong> diversità dei due ‘cieli’ che un’azione fisica.<br />

9 Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l’asciutto». E così avvenne. 10 Dio<br />

chiamò l’asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era cosa buona. 11 E Dio disse: «La terra produca<br />

germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua<br />

specie». E così avvenne: 12 la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e<br />

alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. 13 E fu sera e fu<br />

mattina: terzo giorno.<br />

La terza azione di Dio è data dalla nuova separazione tra le acque che sono sotto il cielo e la terra: appare in questo modo<br />

l’asciutto, poiché ora il discorso riguarda la nostra Terra. Questa separazione è considerata come “cosa buona”; e sembra essere quasi<br />

un preludio <strong>della</strong> scomparsa del mare, quando, secondo l’Apocalisse, ci sarà un cielo nuovo e una terra nuova: “e il mare non c’era<br />

più” (21, 1).<br />

Anche nel giorno successivo troviamo un’altra separazione; ma quella del terzo giorno sembra essere definitiva, mentre la<br />

successiva appare secondaria, ovvero la ripetizione sul piano fisico <strong>della</strong> prima: le prime tre hanno infatti un carattere metafisico, e<br />

caratterizzano i <strong>primi</strong> tre giorni come fondamentali per i secondi tre.<br />

Apparsa la terra, Dio fa sì che essa stessa “produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto”, in modo che ciascun<br />

tipo di pianta si possa riprodurre da sé “secondo la sua specie”. Nasce in questo modo la vita, compaiono cioè esseri capaci di<br />

riprodursi senza più concorso divino, autosufficienti nella generazione. Benché sembri essere corretta nel capitolo successivo, questa<br />

generazione ‘spontanea’ rimane fondamentale come prerogativa <strong>della</strong> terra a produrre, creata com’è quale dimora e sostentamento<br />

<strong>della</strong> vita futura.<br />

E “Dio vide che era cosa buona.” In questo terzo giorno abbiamo due compiacimenti di Dio per la sua opera: per l’apparizione<br />

dell’‘asciutto’ e per quella <strong>della</strong> vita. La luce ha espresso le proprie potenzialità, giungendo alla vita, e i successivi tre giorni , come<br />

abbiamo detto, vanno disposti in parallelo e in unione con questi <strong>primi</strong>, poiché si completano reciprocamente.<br />

14 Dio disse: «Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni,<br />

per i giorni e per gli anni 15 e servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare la terra». E così avvenne: 16 Dio fece<br />

le due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte, e le stelle. 17 Dio le pose<br />

nel firmamento del cielo per illuminare la terra 18 e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre. E Dio<br />

vide che era cosa buona. 19 E fu sera e fu mattina: quarto giorno.<br />

Vengono creati ora, nel quarto giorno, quei luminari celesti che riguardano la luce fisica del primo giorno. Anche qui abbiamo una<br />

separazione tra la luce del giorno e le luci <strong>della</strong> notte; ma ora abbiamo la completa positività da una parte, e una relativa negatività<br />

dall’altra, perché anche le tenebre avranno la loro luce. La separazione <strong>della</strong> luce dalle tenebre del primo giorno diventa così<br />

realmente separazione del giorno dalla notte determinati dagli astri.<br />

Certamente è con la formazione del sistema solare che per la terra si può parlare di ‘giorno e notte’; ma abbiamo detto che il primo<br />

giorno e il quarto formano un unico periodo, che si stende dalla comparsa <strong>della</strong> luce alla formazione degli astri, fino al configurarsi<br />

del sistema solare, senza che ancora si separino le acque (secondo giorno), e da quelle inferiori emerga la terra asciutta (terzo giorno).<br />

Con il terzo giorno compare anche la vita nella sua forma più semplice e <strong>primi</strong>tiva: la vita vegetale. Nel quinto poi, sulla base del<br />

secondo, compaiono i pesci e gli uccelli; mentre nel sesto, sulla base del terzo, compaiono gli animali terrestri e ultimo, come<br />

coronamento <strong>della</strong> vita e di tutta la creazione, appare l’uomo.<br />

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