riflessioni sui primi undici capitoli della genesi - Rocco Li Volsi – Saggi
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era chiamato Xecotcovach arrivò e vuotò loro gli occhi; Camalotz venne a tagliar loro la testa; e venne Cotzbalam e divorò loro le<br />
carni. Il Tucumbalam giunse anch’egli e spezzò e schiacciò loro le ossa ed i nervi, stritolò e macinò loro le ossa. E ciò fu per<br />
punirli per non aver pensato alla loro madre, né al loro padre, il Cuore del Cielo, chiamato Huracán. E per questo motivo si oscurò<br />
la faccia <strong>della</strong> terra ed incominciò una pioggia nera, pioggia di giorno, pioggia di notte.” 42<br />
Dopo il brano relativo a Vucub-Caquix, che abbiamo riportato più sopra, si legge: “E fu allora che avvenne il diluvio per colpa dei<br />
fantocci di legno.”<br />
Sempre sul diluvio riportiamo un brano del così detto Manoscritto del 1558, più comunemente chiamato Leyenda de los Soles.<br />
“Terminando il loro [degli uomini] anno, Titlacahuan (17) chiamò colui che aveva nome Tata (18) e sua moglie chiamata Nene,<br />
(19) e disse loro: “Non volere nient’altro; (20) bucherai un ahuehuetl (21) molto grande, e lì vi metterò quando sarà la vigilia<br />
(toçoçtli) (22) e si venga sommergendo il cielo.” Lì entrarono; poi li chiuse e disse loro: “Solamente una pannocchia di mais (23)<br />
mangerai tu, e ugualmente una tua moglie.” Quando terminarono di consumare i grani, (24) si notò che andava diminuendo<br />
l’acqua; (25) e non si muoveva il legno.” 43<br />
In questo brano non solo abbiamo il ricordo del diluvio universale, come del resto in altri testi, ma la sopravvivenza di un uomo e<br />
di una donna per intervento di un dio che suggerisce loro la costruzione di una specie di arca. La vicinanza al testo biblico è evidente,<br />
ma altrettanto evidente è la diversità dei particolari che permettono di considerare il racconto náhuatl indipendente da quello<br />
veterotestamentario. 44 Una prova ulteriore <strong>della</strong> indipendenza delle due narrazioni è data dalla continuazione del racconto di Tata e<br />
Nene: mentre nella Genesi, all’uscita di Noè e dei familiari dall’arca, Dio formula una promessa di non più distruggere l’umanità con<br />
un diluvio, e la suggella con l’arcobaleno, 45 il Manoscritto ci presenta l’adirarsi degli dèi per il fumo provocato dal fuoco acceso dai<br />
due sopravvissuti per la cottura del pesce pescato, che giunge fino al cielo, dove essi dimorano.<br />
Altra cosa importante da sottolineare è la coincidenza dei nomi <strong>della</strong> coppia salvatasi nell’albero cavo con i termini di altri contesti<br />
con significato analogo. Infatti Tata significa padre, e Nene (o Nenet) vuol dire sesso femminile. Il nome ‘Tata’, con valore di padre si<br />
trova in contesti linguistici molto lontani tra di loro. Così, anche in ambito mesopotamico troviamo il termine ‘Tutu’, foneticamente<br />
affine, e con lo stesso significato: “Tutu in sumero vuol dire ‘procreatore’.” 46<br />
Quanto al termine ‘Nene’, di cui abbiamo visto il significato, esso non è molto lontano dal significato che ha il nome delle prima<br />
donna nella Bibbia, la quale fu chiamata Eva “perché essa fu madre di tutti i viventi.” 47<br />
Altri testi parlano di quattro persone salvate dal diluvio, come lo scritto di Landa.<br />
“Tra gli dèi che questa gente adorava ce n’erano quattro chiamati «Bacab». Dicevano che questi erano quattro fratelli che Dio<br />
collocò nelle quattro parti del mondo all’atto <strong>della</strong> creazione affinché sostenessero il cielo per impedirne la caduta. Dicevano che<br />
questi «Bacab» si salvarono quando il mondo fu distrutto dal diluvio.” 48<br />
In ambito peruviano abbiamo analoghe tradizioni, tra cui quella riportata da Cristóbal de Molina nella sua relazione del 1574.<br />
“Ebbero notizia certa del diluvio nel quale, dicono, perirono tutti i popoli e tutte le cose create poiché le acque salirono <strong>sui</strong> monti<br />
più alti così che non restò creatura vivente, ad eccezione di un uomo e una donna che trovarono rifugio nella cassa di un tamburo.<br />
Quando le acque si ritirarono, il vento li sospinse a Tiahuanaco, distante più di settanta leghe dal Cuzco. Il Creatore di tutte le cose<br />
ordinò loro che restassero in quel luogo come mitimas [coloni trapiantati da una regione all’altra] e lì, a Tiahuanaco, il Creatore<br />
cominciò a fare genti e nazioni che vivono su questa terra, formando con l’argilla ogni nazione. Dipinse i vestiti secondo la foggia<br />
che ognuna di esse avrebbe dovuto indossare e usare e [dipinse] capelli [lunghi] a quelli che li avrebbero dovuti portare lunghi e<br />
corti a quelli che avrebbero dovuto tagliarli. Una volta fatto ciò, dette ad ogni nazione la lingua che avrebbe dovuto parlare, i canti<br />
che avrebbe dovuto cantare e i semi delle piante alimentari che avrebbe dovuto seminare. Terminato di dipingere e formare le<br />
nazioni e le figure di creta, dette essere ed anima ad ogni essere, in specie agli uomini e alle donne di ogni nazione e ordinò loro di<br />
entrare nelle viscere <strong>della</strong> terra per riemergere dai luoghi e regioni che egli avrebbe stabilito.” 49<br />
Anche in questo testo sembra esserci una contaminazione tra il ricordo del diluvio, quello <strong>della</strong> confusione delle lingue e quello<br />
<strong>della</strong> ‘estrazione’ dell’umanità dalla terra (“fango”).<br />
Il nuovo patto di Dio con l’umanità<br />
Genesi 9<br />
1 Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra. 2 Il timore e il terrore di voi<br />
sia in tutte le bestie selvatiche e in tutto il bestiame e in tutti gli uccelli del cielo. Quanto striscia sul suolo e tutti i pesci del<br />
mare sono messi in vostro potere. 3 Quanto si muove e ha vita vi servirà di cibo: vi do tutto questo, come già le verdi erbe.<br />
4 Soltanto non mangerete la carne con la sua vita, cioè il suo sangue. 5 Del sangue vostro anzi, ossia <strong>della</strong> vostra vita, io<br />
domanderò conto; ne domanderò conto ad ogni essere vivente e domanderò conto <strong>della</strong> vita dell’uomo all’uomo, a ognuno<br />
di suo fratello.<br />
6 Chi sparge il sangue dell’uomo<br />
dall’uomo il suo sangue sarà sparso,<br />
perché ad immagine di Dio<br />
42<br />
Popol Vuh, p. 18.<br />
43<br />
Manoscritto del 1558, in Códice Chimalpopoca. Annales de Cuauhtitlán y Leyenda de los Soles, II 1-6.<br />
44<br />
Com’è noto, il racconto del diluvio si trova nelle antiche tavolette mesopotamiche <strong>della</strong> storia di Gilgamesh. V. La Saga di Gilgamesh, Rusconi, 1993, p. 215, e<br />
in altre diversissime culture.<br />
45<br />
Genesi 9, 12.<br />
46<br />
Furlani, nota al v. 9 dell’Enu%maelisé, p. 103, in La saga di Gilgamesh, Rusconi, 1993.<br />
47<br />
Genesi 3, 20.<br />
48<br />
Diego de Landa, Relazione sullo Yucatán, Edizioni Paoline, Roma 1993, p. 157.<br />
49<br />
Cristóbal de Molina, Leggende e riti degli Incas, Il Cerchio, 1993, p. 24.<br />
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