La rappresentazione della Giustizia e i tarocchi - semioticadelvisibile
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Così, mentre tra ‘700 e ‘800 si può notare ancora a un largo utilizzo degli attributi canonici,<br />
riadattati per le diverse mode occultistiche (quella egizianista ad esempio), tra fine ‘800 e<br />
‘900, fino ai giorni nostri, si assiste a diversi cambiamenti: la benda compare molto più spesso,<br />
indifferentemente dal luogo di produzione del mazzo, mentre prima era un attributo<br />
prettamente nordeuropeo; vi sono diverse tendenze di arricchimento dei mazzi, con il<br />
recupero di altri attributi (ad esempio la civetta, il ricorso alla mitologia), si assiste a delle<br />
varianti anche ironiche e giocose (Tarocchi dell’Orror).<br />
Ad un’abbondanza di attributi da un lato, inoltre, corrisponde, dall’altro, una riduzione<br />
minimale del simbolo (Tarocchi Transparent).<br />
Vi è, inoltre, un rinnovato interesse per il tarocco, tale da avviare operazioni di restauro di<br />
diversi mazzi, o di ricerche delle iconografie originali. In questo filone si iscrive la<br />
pubblicazione di diversi mazzi d’artista (come ad esempio quello di Dürer o quello di Bruegel),<br />
illustrati alla maniera di.<br />
<strong>La</strong> varietà dei risultati fin’ora considerati, in ultimo, deriva da un’analisi occidentale del<br />
fenomeno. Per criteri di ritaglio del testo, infatti, si è scelto dall’inizio di escludere una ricerca<br />
in ambito orientale, sebbene i mazzi e le rappresentazioni <strong>della</strong> <strong>Giustizia</strong> ci siano e vengano<br />
declinate in maniera a volte del tutto diversa. Rimane questo, infatti, un punto da esplorare,<br />
nel tentativo di arricchire sempre più questo panorama di ricerca.