La rappresentazione della Giustizia e i tarocchi - semioticadelvisibile
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Tarocchino Bolognese<br />
Il gioco dei <strong>tarocchi</strong> si è mantenuto a Bologna per quasi cinquecento anni<br />
con poche varianti del mazzo da allora ad oggi. Il mazzo è particolare, in<br />
quanto non composto da 78 carte ma da 62 ; a Bologna, infatti, si diffuse<br />
il <strong>tarocchi</strong>no, un mazzo castrato, cioè privato delle carte numerali che<br />
vanno dal due al cinque per ogni seme. L’usanza di castrare il mazzo si<br />
diffuse con lo scopo di velocizzare il gioco e assicurare punteggi più alti ai<br />
giocatori. Nessuna figura è indicata dal nome, solo gli arcani maggiori sono<br />
indicati dal numero. Dal 1725, inoltre, le figure dei quattro papi (gli arcani<br />
maggiori di papa, papessa, imperatrice e imperatore) furono sostituite dai<br />
quattro mori, in quanto doveva proibirsi il fatto di giocare a carte con delle<br />
raffigurazioni del successore di San Pietro.<br />
Tutte le carte sono a figura doppia, eccetto la Ruota <strong>della</strong> Fortuna; perciò<br />
non vi è possibilità di stabilire, in caso di divinazione, se la carta è diritta o<br />
rovesciata.<br />
<strong>La</strong> carta qui esaminata fa parte di un mazzo risalente al XVIII sec. <strong>La</strong> figura <strong>della</strong> <strong>Giustizia</strong> è<br />
rappresentata da una fanciulla con bilancia in pari e spada azzurra (che indica giustizia e<br />
serietà), ma profilata di nero (che arreca danno a chi è in torto); la donna ha la testa reclinata,<br />
occhi arguti, la bocca serrata, indicante intransigenza. Porta una collana che indica carisma), il<br />
vestito color rosso, verde e giallo e la chioma fluente, indicante un forte potere sugli altri.