La rappresentazione della Giustizia e i tarocchi - semioticadelvisibile
La rappresentazione della Giustizia e i tarocchi - semioticadelvisibile
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Il mazzo di Tarocchi chiamato Visconti-Sforza è il mazzo di <strong>tarocchi</strong> più antico che esista al<br />
mondo. Prima di esso, datato intorno alla metà del 1950, esistono solo alcune carte, dette<br />
naiphes o naibbe provenienti da un gioco portato in Italia dalle invasioni dei saraceni.<br />
Del mazzo Visconti Sforza esistono circa dieci-quindici versioni conservate in diverse collezioni.<br />
Non si hanno certezze sull’autore del mazzo, ma si pensa ad un allievo o ad un<br />
contemporaneo di Francesco Zavattari (si ha la certezza di ciò almeno per sei carte: la Forza, la<br />
Temperanza, le Stelle, la Luna, il Mondo). All’interno del mazzo vi sono molti riferimenti a<br />
Francesco Visconti e alla famiglia regnante, quali i motti A bon droyt (a buon diritto) e Phote<br />
mante (il faut mantenir, bisogna mantenere), e i tre anelli concatenati sulla veste<br />
dell’Imperatore e dell’imperatrice.<br />
<strong>La</strong> carta <strong>della</strong> <strong>Giustizia</strong> è divisa in due parti: nella parte superiore è raffigurato un uomo a<br />
cavallo al galoppo con armatura e spada. Presumibilmente si tratta dell’Arcangelo Michele,<br />
prototipo del cavaliere cristiano, spesso raffigurato con la spada e la bilancia a cui spetta la<br />
pesa delle anime dei morti in occasione del Giudizio Universale.<br />
Nella parte sottostante, invece, vi è la <strong>Giustizia</strong>, rappresentata con una corona sul capo, la<br />
spada con la punta verso l’alto e la bilancia. Il fondo del trono <strong>della</strong> <strong>Giustizia</strong> è stato fatto in<br />
lamina d’oro. <strong>La</strong> donna è probabilmente una <strong>rappresentazione</strong> di Bianca Maria Visconti.<br />
<strong>La</strong> <strong>Giustizia</strong> qui rappresentata è perciò di tipo divino.<br />
Nella versione restaurata da A.A. Atanassov, l’artista ha aggiunto la bordatura nera su cui ha<br />
posto nome e numero dell’arcano e ha cercato di rendere le superfici in maniera che si<br />
potesse apprezzare la lamina d’oro e la decorazione delle vesti e del manto del cavallo.