La rappresentazione della Giustizia e i tarocchi - semioticadelvisibile
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Nello stesso periodo in cui a Milano e Ferrara si diffondevano i <strong>tarocchi</strong>, a Bologna il gioco dei<br />
Trionfi si diffondeva anche presso i ceti popolari: era facile trovare mazzi a buon prezzo grazie<br />
alla stampa xilografica. Al 1477 risale il primo documento bolognese relativo ai <strong>tarocchi</strong>. A<br />
Bologna è famoso il <strong>tarocchi</strong>no, mazzo di 62 carte e non 78, detto anche mazzo castrato: la<br />
riduzione del mazzo avveniva per velocizzare il gioco e per permettere ai giocatori di avere un<br />
buon punteggio.<br />
Famosi sono i mazzi di Mitelli e di Montieri, l’ultimo dei quali non ebbe vita facile a causa del<br />
fatto che, essendo un tarocco geografico, Bologna non fu rappresentata come appartenente<br />
allo Stato Pontificio. Per giustificare il rogo del mazzo di Montieri le autorità pontificie finsero<br />
di essere state oltraggiate dalle figure dei quattro papi e così nel 1725 un’ordinanza stabilì<br />
che queste figure venissero sostituire con quelle di quattro mori.<br />
Ideate verso la fine del ‘400, le Minchiate sono un mazzo di carte tipico di<br />
Firenze; il mazzo è formato da 96 carte e possiede 41 arcani maggiori.<br />
Probabilmente il nome proviene dal termine sminchiare, usato dai giocatori<br />
quando si gioca la carta più alta. Nel corso del ‘500 il gioco delle Minchiate<br />
era chiamato anche Germini, termine in uso fino al 1677 e poi sostituito<br />
definitivamente da Minchiate. Il termine Germini fa pensare al fatto che è<br />
come se il mazzo di 78 <strong>tarocchi</strong> fosse germogliato (dal latino germinio) e<br />
avesse dato vita alle restanti carte. Le diciannove carte aggiunte al mazzo<br />
sono i segni zodiacali, i quattro elementi, le virtù teologali e la prudenza. Le<br />
prime sei carte sono occupate da cinque papi.