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primi si piegano al gusto dei loro contemporanei, mentre gli altri lo affrontano. Tanto e difficile acquistar la gloria quanto e poi facile conservarla. Anche su cio essa e in opposizione coll fonore. Questo e accordato a tutti, anche a credito, e basta saperlo conservare. Ma l faffare e arduo perche una sola azione vituperevole lo fa perdere irrevocabilmente. Al contrario la gloria non puo realmente esser mai perduta, perocche l fazione o l fopera che l fha data resta sempre compita, e la gloria ne va sempre all fautore quand fanche questi non aggiungesse nuovi meriti a quelli gia acquistati. Se nondimeno essa si estingue, se l fautore le sopravvive, vuol dire che si trattava di gloria falsa, vale a dire non meritata; essa proveniva da una valutazione esagerata e momentanea del merito; era una gloria del genere di quella di Hegel, di quella gloria che Lichtenberg descrive, dicendo che era stata áproclamata a suono di tromba da una brigata di amici e di discepoli e ripercossa dall feco dei cervelli vuoti; ma come devono ridere i posteri quando un giorno, battendo alla porta di questi castelli di parole smaglianti, di questi avanzi incantevoli d funa moda svanita, di queste stanze di convenzioni finite, troveranno tutto, assolutamente tutto vuoto, e non un pensiero che risponda con fiducia: ENTRATE â. In conclusione, la gloria e fondata su cio che un uomo e in confronto degli altri. E dunque in essenza qualche cosa di relativo, e non puo quindi avere che un valore relativo. 56 Essa sparirebbe totalmente se gli altri divenissero cio che e gia l fuomo celebre. Una cosa non puo avere un valore assoluto se non se conservando il suo prezzo in ogni circostanza; nel caso presente cio che avra un valore assoluto sara dunque cio che un uomo e per se stesso direttamente: ecco per conseguenza la cosa che costituira necessariamente il valore e la felicita d fun gran cuore e d funa gran mente. Cio che v fha di prezioso invero non e la gloria, ma il meritarsela. Le condizioni che ne rendono degni sono, per cosi dire, la sostanza; la gloria non e che l faccidente; questa agisce sull fuomo celebre come sintomo esterno che viene a confermare a f suoi occhi l falta stima ch fegli ha di se stesso; si potrebbe dire che, simile alla luce che non diviene visibile se non riflessa da un corpo, ogni mente superiore non acquista la piena coscienza di se che colla gloria. Ma il sintomo istesso non e
infallibile, visto che esiste pure gloria senza merito, e merito senza gloria. Su questo argomento disse Lessing in modo graziosissimo: áVi sono uomini celebri, ve ne sono che meriterebbero di esserlo â. Sarebbe invero un fesistenza ben miserabile quella il cui valore o svilimento dipendesse da cio che essa appare agli occhi altrui, e tale sarebbe la vita dell feroe e dell fuomo di genio se il prezzo della loro esistenza consistesse nella gloria, vale a dire nell fapprovazione altrui. Ogni individuo vive ed esiste prima di tutto per suo proprio conto, di conseguenza principalmente in se e per se stesso. Quello che un uomo e, non ne importa il come, lo e a bella prima e sopra tutto in se stesso; se, cosi considerato, il valore ne e minimo vuol dire che esso e pure minimo considerato in generale. L fimmagine invece del nostro essere, quale si riflette nella testa degli altri uomini, e qualche cosa di secondario, di derivato, di eventuale, non riferendosi che molto indirettamente all foriginale. Inoltre le teste delle masse sono un locale troppo miserabile perche la vera felicita vi possa trovare il suo posto. Non vi si puo trovare che una felicita chimerica. Quale ibrida societa non si vede riunita in questo tempio della gloria universale! Capitani, ministri, ciarlatani, espilatori, ballerini, cantanti, milionari ed ebrei: precisamente cosi; i meriti di questa gente sono molto piu sinceramente apprezzati, trovano molto maggior sentita stima che non i meriti intellettuali, sopra tutto quelli d fordine superiore, che non ottengono dalla grande maggioranza che una stima sulla parola. Dal punto di vista eudemonologico la gloria non e che il boccone piu raro e piu squisito presentato al nostro orgoglio ed alla nostra vanita. Ma si trova una straordinaria soprabbondanza d forgoglio e di vanita presso la maggior parte degli uomini benche queste due condizioni sieno dissimulate; e fors fanco le s fincontra in piu alto grado presso coloro che possedono, non importa a qual titolo, diritti alla gloria, e che piu di sovente devono portare ben a lungo nell fanimo la coscienza incerta del loro alto valore, prima d faver occasione di metterlo alla prova e di farlo poi conoscere; fino allora essi hanno il sentimento di subire una secreta ingiustizia26. In generale, e come dicemmo in principio del capitolo, il prezzo annesso all fopinione e del tutto sproporzionato e fuor di ragione, a tal punto che Hobbes ha potuto dire in termini molto energici ma giustissimi: áOgni piacere dell fanimo, ogni soddisfazione viene dal poter avere, mettendosi a confronto
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e in opposizione coll fonore. Questo e accordato a tutti, anche a credito, e basta saperlo<br />
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irrevocabilmente. Al contrario la gloria non puo realmente esser mai perduta, perocche<br />
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alla porta di questi castelli di parole smaglianti, di questi avanzi incantevoli d funa moda<br />
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In conclusione, la gloria e fondata su cio che un uomo e in confronto degli altri. E<br />
dunque in essenza qualche cosa di relativo, e non puo quindi avere che un valore relativo.<br />
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Essa sparirebbe totalmente se gli altri divenissero cio che e gia l fuomo celebre. Una cosa<br />
non puo avere un valore assoluto se non se conservando il suo prezzo in ogni circostanza;<br />
nel caso presente cio che avra un valore assoluto sara dunque cio che un uomo e per se<br />
stesso direttamente: ecco per conseguenza la cosa che costituira necessariamente il valore e<br />
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gloria, ma il meritarsela. Le condizioni che ne rendono degni sono, per cosi dire, la<br />
sostanza; la gloria non e che l faccidente; questa agisce sull fuomo celebre come sintomo<br />
esterno che viene a confermare a f suoi occhi l falta stima ch fegli ha di se stesso; si potrebbe<br />
dire che, simile alla luce che non diviene visibile se non riflessa da un corpo, ogni mente<br />
superiore non acquista la piena coscienza di se che colla gloria. Ma il sintomo istesso non e