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27.05.2013 Views

hanno ad una voce e senza posa deplorato. Gesu, figlio di Sirach, per esempio dice: áChi parla ad uno stolto parla ad un addormentato; quando ha finito di parlare l faltro domanda: che hai? â . In Amleto: áUn discorso sagace dorme nell forecchio di uno sciocco â. . Goethe a sua volta: áLa parola piu felice perde il suo valore quando chi l fascolta ha l forecchio di traverso â. Ed anche: áTu non puoi agire, tutto sta inerte (ottuso); non te ne affliggere! Il sasso gettato nella palude non fa cerchi â. Ecco Lichtenberg: áQuando una testa ed un libro urtandosi danno un suono fesso, dipende cio sempre dal libro? â Lo stesso autore disse altrove: áTali opere sono specchi; quando vi si mira una scimmia non possono riflettere le sembianze d fun apostolo â. Riportiamo pure il bello e toccante lamento del vecchio papa Gellert, che ben lo merita: áQuante volte le migliori qualita trovano scarsi ammiratori, e quante volte la maggior parte degli uomini prende il cattivo per buono! E questo un male che si vede ogni giorno. Ma come evitare tale pestilenza? Dubito che questa calamita possa esser bandita dal mondo. Non vi sarebbe a tal uopo che un solo mezzo sulla terra, ma e infinitamente difficile: che cioe i matti diventassero savi. Ma che! Cio non sara mai. Essi non conoscono il valore delle cose, giudicano cogli occhi, non colla ragione. Lodano costantemente cio che e vile perche non hanno mai conosciuto il buono. â 25 Per ben comprendere il senso delle parole di Schopenhauer bisogna sapere che il grande pessimista, non traduce mai le citazioni latine, e che delle greche da solamente, e non sempre, la traduzione in latino. Per Epicarmo fa un feccezione in favore degl fignoranti sempre da lui profondamente dispregiati. (Nota del Trad.). 55 A questa incapacita intellettuale degli uomini la quale fa che, come disse Goethe, sia meno raro veder nascere un fopera eminente che non di vederla conosciuta ed apprezzata, viene ad aggiungersi ancora la loro perversita morale che si manifesta coll finvidia. Perocche colla gloria che si acquista, havvi un uomo di piu che si leva sopra gli altri della sua specie; costoro sono dunque abbassati altrettanto, di modo che ogni merito straordinario ottiene la sua gloria a spese di coloro che non hanno meriti: áQuando noi rendiamo onore

agli altri dobbiamo abbassar noi stessi â, scrive Goethe (W. O. Divan). Ecco cio che spiega perche, non appena appare un fopera superiore, di qual genere non importa, tutte le innumerevoli mediocrita fanno alleanza, e congiurano per impedirle che sia conosciuta e per soffocarla se e possibile. Loro tacita parola d fordine si e: áabbasso il merito â. Coloro stessi che hanno meriti e che sono gia al possesso della lor parte di gloria, non vedono volentieri sorgere una gloria novella di cui lo splendore diminuira d faltrettanto lo splendore della gloria loro. Goethe stesso ha detto: áSe per nascere avessi atteso che mi si dasse la vita, non sarei ancora di questo mondo; potete ben comprenderlo vedendo come si arrabattano coloro che, pur di parer qualche cosa, mi rinnegherebbero volentieri â. Sicche, mentre l fonore trova molto di sovente giudici retti, mentre l finvidia non lo attacca e lo si accorda anzi ad ognuno per antecipazione od a credenza, la gloria, tutto al contrario, deve esser conquistata con seria lotta, a dispetto dell finvidia, ed e un tribunale di giudici decisamente sfavorevoli che decreta la palma. Possiamo e vogliamo divider l fonore con tutti, ma la gloria acquistata da un altro diminuisce la nostra o ce ne rende la conquista piu penosa. Inoltre la difficolta d farrivare alla gloria colle opere e in ragione inversa del numero d findividui di cui si compone il pubblico dedicatosi ad esse, e cio per motivi facili a comprendere. Sicche la fatica e piu grande per le opere che hanno per iscopo l fistruire che non per quelle che son fatte solo per dilettare. Per i lavori di filosofia la difficolta e ancora piu grande perche l finsegnamento che promettono, dubbio da una parte, senza profitto materiale dall faltra, s findirizza, fin da bel principio, ad un pubblico di concorrenti. Da quanto dicemmo sulle difficolta di giungere alla gloria deriva che il mondo vedrebbe nascere molto poche opere immortali, od anche nessuna, se coloro che possono produrne non lo facessero per amore stesso di queste opere, per loro propria soddisfazione, e se avessero bisogno dello stimolante della gloria. Anzi, chiunque puo produrre il buono ed il vero, e fuggire il male, sfidera l fopinione delle masse e dei loro organi, dunque li disprezzera. Percio si e fatto giustamente osservare, da Osorio fra gli altri (De gloria), che la gloria fugge davanti coloro che la cercano e segue coloro che non se ne curano, perche i

hanno ad una voce e senza posa deplorato. Gesu, figlio di Sirach, per esempio dice: áChi<br />

parla ad uno stolto parla ad un addormentato; quando ha finito di parlare l faltro<br />

domanda: che hai? â . In Amleto: áUn discorso sagace dorme nell forecchio di uno<br />

sciocco â. . Goethe a sua volta: áLa parola piu felice perde il suo valore quando chi<br />

l fascolta ha l forecchio di traverso â. Ed anche: áTu non puoi agire, tutto sta inerte (ottuso);<br />

non te ne affliggere! Il sasso gettato nella palude non fa cerchi â.<br />

Ecco Lichtenberg: áQuando una testa ed un libro urtandosi danno un suono fesso,<br />

dipende cio sempre dal libro? â Lo stesso autore disse altrove: áTali opere sono specchi;<br />

quando vi si mira una scimmia non possono riflettere le sembianze d fun apostolo â.<br />

Riportiamo pure il bello e toccante lamento del vecchio papa Gellert, che ben lo<br />

merita: áQuante volte le migliori qualita trovano scarsi ammiratori, e quante volte la<br />

maggior parte degli uomini prende il cattivo per buono! E questo un male che si vede ogni<br />

giorno. Ma come evitare tale pestilenza? Dubito che questa calamita possa esser bandita dal<br />

mondo. Non vi sarebbe a tal uopo che un solo mezzo sulla terra, ma e infinitamente<br />

difficile: che cioe i matti diventassero savi. Ma che! Cio non sara mai. Essi non conoscono<br />

il valore delle cose, giudicano cogli occhi, non colla ragione. Lodano costantemente cio che<br />

e vile perche non hanno mai conosciuto il buono. â<br />

25 Per ben comprendere il senso delle parole di Schopenhauer bisogna sapere che il grande pessimista, non<br />

traduce mai le citazioni latine, e che delle greche da solamente, e non sempre, la traduzione in latino. Per<br />

Epicarmo fa un feccezione in favore degl fignoranti sempre da lui profondamente dispregiati. (Nota del<br />

Trad.).<br />

55<br />

A questa incapacita intellettuale degli uomini la quale fa che, come disse Goethe, sia<br />

meno raro veder nascere un fopera eminente che non di vederla conosciuta ed apprezzata,<br />

viene ad aggiungersi ancora la loro perversita morale che si manifesta coll finvidia.<br />

Perocche colla gloria che si acquista, havvi un uomo di piu che si leva sopra gli altri della<br />

sua specie; costoro sono dunque abbassati altrettanto, di modo che ogni merito straordinario<br />

ottiene la sua gloria a spese di coloro che non hanno meriti: áQuando noi rendiamo onore

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