Scarica allegato - Orodialoe

Scarica allegato - Orodialoe Scarica allegato - Orodialoe

27.05.2013 Views

cristiana. I Greci ed i Romani erano certo eroi perfetti, ma ignoravano completamente il ápunto d fonore â. Il duello, presso di loro, non era privilegio delle classi nobili, ma affare di vili gladiatori, di schiavi abbandonati, di rei condannati che erano eccitati a battersi, alternativamente colle bestie feroci, per divertimento del pubblico. Col Cristianesimo i giuochi dei gladiatori furono aboliti, ma al loro posto, e regnando sovrana la religione di Cristo, si istitui il duello, coll fintermedio del giudizio di Dio. Se i primi erano un sacrifizio crudele offerto alla pubblica curiosita, il duello e un sacrifizio non meno crudele al pregiudizio generale, sacrifizio in cui non sono immolati colpevoli, schiavi o prigionieri, ma uomini liberi e nobili. Moltissimi tratti che la storia ci ha conservato provano che gli antichi ignoravano assolutamente questo pregiudizio. Quando, per esempio, un capo teutono invito Mario ad un duello, l feroe gli fece rispondere che áse era stanco della vita non aveva che da appiccarsi per la gola â, proponendogli tuttavia un gladiatore dei piu valenti con cui potrebbe combattere a suo piacere (Freinsheim, Supplementi a Tito Livio, 1. LXVIII, c. 12). Leggiamo in Plutarco (Temistocle, 11) che Euribiade, comandante della flotta, in una discussione con Temistocle, avrebbe alzato il bastone per batterlo; non si scorge mica che questi abbia snudata la spada, ma che disse: áBatti, ma ascolta â. Quale indegnazione il lettore áuomo di onore â deve provare non trovando menzione in Plutarco che il corpo degli prepara a quest falta missione: intendo parlare della gioventu accademica, la quale in Germania, ohime! obbedisce a questi precetti piu che qualunque altra classe di persone. Qui io non vengo a richiamare l fattenzione dei giovani studenti sulle conseguenze funeste od immorali di tali massime; lo si deve aver fatto ben di sovente. Mi limitero dunque a dir loro cio che segue: Voi, la cui gioventu e stata nutrita colla lingua e colla saggezza dell fEllade e del Lazio, voi, per cui si ebbe la cura inapprezzabile d filluminare di buon fora la giovane intelligenza coi raggi splendidi emanati dalle menti nobili e saggie del bel tempo antico, come mai volete voi esordire nella vita prendendo per regola di condotta questo codice della demenza e della brutalita? Vedetelo, questo codice, quando, come ho fatto io, lo si stabilisce su nozioni chiare, come e spiegato, la,

davanti i vostri occhi, nella sua miserabile nullita; fatene la pietra di paragone non del vostro cuore, ma della vostra ragione. Se questa non lo respinge, allora la vostra mente non e atta a coltivare un campo per cui qualita indispensabili sono una forza energica di raziocinio che spezzi facilmente i legami del pregiudizio, ed una ragione chiaroveggente che sappia distinguere nettamente il vero dal falso anche la dove la differenza e profondamente nascosta, e non solamente dove, come qui, e palpabile; se cosi fosse, miei buoni amici, cercate qualche altro mezzo onesto per tirar avanti nel mondo: fatevi soldati, o imparate qualche mestiere, che una buona arte e sempre un podere d foro. (Nota dell feditore tedesco). 16 Cioe chi vuole scimiottare i nobili ed i militari. (Nota del Trad.). 17 gaffatto h ripetuto nel testo. (Nota dell fedizione elettronica Manuzio) 44 ufficiali ateniesi non abbia immediatamente dichiarato di non voler piu servire sotto Temistocle! Percio uno scrittore francese dei nostri giorni dice con ragione: áSe qualcuno s fimmaginasse di dire che Demostene fu un uomo d fonore si riderebbe per compassione..... Neppur Cicerone era uomo d fonore. â (Soirees litteraires, par C. Durand; Rouen, 1828, vol. II, pag. 300). Inoltre il passo di Platone (De leg., IX, le sei ultime pagine e XI, pag. 131, ediz. Bipont) sopra le ƒ¿ƒÇƒÈƒÇƒ¿, vale a dire sulle ingiurie con vie di fatto, prova abbastanza che in quest fargomento gli antichi non supponevano nemmeno tale sentimento del punto d fonore cavalleresco. Socrate, in seguito alle sue numerose controversie, si espose molte volte alle percosse, che sopportava con tutta calma; un giorno, avendo ricevuto un calcio, non ne fece caso e disse a qualcuno che si maravigliava di cio: áSe me lo avesse dato un asino ne porterei querela? â (Diogene Laerzio, II, 21). Un faltra volta, siccome qualcuno gli diceva: áQuest fuomo vi biasima; non vi ingiuria forse? â rispose: áNo, perche cio che dice non si riferisce a me â (Ibid. 36). . Stobeo (Florilegium, ediz. Gaisford, vol. I, pag. 327- 330) ci ha conservato un lungo brano di Musonio, brano che ci lascia scorgere la maniera con cui gli antichi consideravano le ingiurie: essi non conoscevano altra soddisfazione che quella da ottenersi per mezzo dei magistrati, e i saggi disdegnavano pur questa. Si puo

davanti i vostri occhi, nella sua miserabile nullita; fatene la pietra di paragone non del vostro cuore, ma<br />

della<br />

vostra ragione. Se questa non lo respinge, allora la vostra mente non e atta a coltivare un campo per cui<br />

qualita indispensabili sono una forza energica di raziocinio che spezzi facilmente i legami del pregiudizio, ed<br />

una ragione chiaroveggente che sappia distinguere nettamente il vero dal falso anche la dove la differenza<br />

e<br />

profondamente nascosta, e non solamente dove, come qui, e palpabile; se cosi fosse, miei buoni amici,<br />

cercate<br />

qualche altro mezzo onesto per tirar avanti nel mondo: fatevi soldati, o imparate qualche mestiere, che una<br />

buona arte e sempre un podere d foro. (Nota dell feditore tedesco).<br />

16 Cioe chi vuole scimiottare i nobili ed i militari. (Nota del Trad.).<br />

17 gaffatto h ripetuto nel testo. (Nota dell fedizione elettronica Manuzio)<br />

44<br />

ufficiali ateniesi non abbia immediatamente dichiarato di non voler piu servire sotto<br />

Temistocle! Percio uno scrittore francese dei nostri giorni dice con ragione: áSe qualcuno<br />

s fimmaginasse di dire che Demostene fu un uomo d fonore si riderebbe per compassione.....<br />

Neppur Cicerone era uomo d fonore. â (Soirees litteraires, par C. Durand; Rouen, 1828, vol.<br />

II, pag. 300). Inoltre il passo di Platone (De leg., IX, le sei ultime pagine e XI, pag. 131,<br />

ediz. Bipont) sopra le ƒ¿ƒÇƒÈƒÇƒ¿, vale a dire sulle ingiurie con vie di fatto, prova abbastanza che<br />

in quest fargomento gli antichi non supponevano nemmeno tale sentimento del punto<br />

d fonore cavalleresco. Socrate, in seguito alle sue numerose controversie, si espose molte<br />

volte alle percosse, che sopportava con tutta calma; un giorno, avendo ricevuto un calcio,<br />

non ne fece caso e disse a qualcuno che si maravigliava di cio: áSe me lo avesse dato un<br />

asino ne porterei querela? â (Diogene Laerzio, II, 21). Un faltra volta, siccome qualcuno gli<br />

diceva: áQuest fuomo vi biasima; non vi ingiuria forse? â rispose: áNo, perche cio che dice<br />

non si riferisce a me â (Ibid. 36). . Stobeo (Florilegium, ediz. Gaisford, vol. I, pag. 327-<br />

330) ci ha conservato un lungo brano di Musonio, brano che ci lascia scorgere la maniera<br />

con cui gli antichi consideravano le ingiurie: essi non conoscevano altra soddisfazione che<br />

quella da ottenersi per mezzo dei magistrati, e i saggi disdegnavano pur questa. Si puo

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!