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215. Dal desiderio nasce il dolore: dal desiderio nasce il timore: chi è libero da desiderio non conosce dolore: di che cosa [avrebbe, allora,] timore? "216. Dalla sete (52) [di vivere] nasce il dolore, dalla sete nasce il timore; chi è libero da sete non conosce dolore: di che cosa [dovrebbe avere] timore?" 217. Chi ha conseguito virtù ed intelligenza, che è giusto e veridico, che compie ciò che è suo dovere, costui la gente ha caro. "218. Colui il cui desiderio è rivolto all'Ineffabile, che in ispirito sia esultante, la cui mente non sia vincolata a desideri, costui è chiamato o quello che risale la corrente "" (53)." 219. Parenti, amici e compagni si rallegrano nell'accogliere un uomo che, da lungo tempo assente, ritorni da lontano sano e salvo. 220. Così pure chi ha fatto del bene in questo mondo, allorché va all'altro, le azioni meritorie lo accolgono come parenti il loro caro quando ritorna. CAPITOLO XVII KODHA-VAGGA (L 'IRA) 221. Abbandona l'ira, trascura l'orgoglio, passa oltre ogni vincolo: nessun dolore tocca l'uomo distaccato da nome e forma, e che non possiede nulla. "222. Colui che riesce a trattenere la collera come un cocchio precipitante, costui io chiamo "" auriga "", 191 l'altra gente" "o tienibríglie ""." "223. Con la mancanza di collera si vinca la collera; con la bontà si vinca la cattiveria. Con la generosità si vinca l'avarizia, con la verità si vinca il menzognero." "224. Di' la verità; non ti incollerire; dà, anche se poco, quando sei richiesto. Mediante queste tre condizioni salirai ben presto vicino agli dèi." 225. Quegli asceti che non fanno male ad alcuno, che sono sempre controllati nel corpo, costoro vanno alla sede imperitura, giunti alla quale non avranno più da soffrire. 226. Per coloro che sempre vegliano, che giorno e notte si educano intenti al Nibbana, per costoro tramontano gli attaccamenti. "227. È un vecchio detto, questo, o Atula, non è come uno dei nostri giorni: "" Biasimano chi se ne sta zitto, biasimano chi parla molto, biasimano anche chi parla poco: non v'è al mondo chi sia senza biasimo ""." 228. Non c'è mai stato, non ci sarà, né c'è adesso un uomo che sia sempre biasimato o un uomo che sia sempre lodato. 229. Ma colui che, esaminandolo giorno per giorno, è lodato da quelli che discriminano, che è di intemerata

condotta, che è intelligente, che è dotato di sapienza e di buoni costumi, 230. pari ad una moneta d'oro, chi oserebbe dirne male ? Anche gli dèi lo lodano, perfino da Brahma egli è lodato. 231. Guardati da un atto di collera compiuto col corpo, sii controllato nel corpo. Avendo abbandonato la mala condotta del corpo, comportati bene col corpo. 232. Guardati da un atto di collera verbale, sii controllato nella parola. Abbandonata l'intemperanza di parola, comportati bene con la parola. 233. Guardati da un atto di collera mentale, sii controllato nella mente. Abbandonata la mala condotta verbale, comportati bene con la mente. "234. Controllati nel corpo sono i saldi, ed anche controllati nella parola; controllati nella mente sono i forti, essi che sono controllati in ogni senso (54)" CAPITOLO XVIII MALA-VAGGA (LE IMPURITÀ) (55) "235. Ora sei come una foglia ingiallita, ormai; i messaggeri di Yama 55 sono già vicino a te: la tua partenza è prossima, non si trova, però, ancora il viatico." 236. Fa' [quindi] un'isola di te stesso, opera celermente, sii saggio. Soffiate via le impurità, libero da macchia, andrai alla celeste terra degli Eletti. 237. La tua vita è giunta al termine. Sei giunto ben vicino a Yama, non v'è sosta sulla via e non si trova ancora il viatico. 238. Fa' [quindi] un'isola di te stesso, opera celermente, sii saggio. Soffiate via le impurità, non tornerai più a vivere e ad invecchiare. 239. L'intelligente soffi via da sé le impurità poco a poco, un momento dopo l'altro, come l'argentiere dall'argento. 240. Come ruggine affiorata dal ferro, [che, una volta apparsa, lo corrode,] così pure sono le proprie azioni a con. durre il trasgressore sulla via della perdizione. 241. Il non ripetere meditando è la ruggine delle giaculatorie, la mancanza di energia è la ruggine delle famiglie, Ë pigrizia è la ruggine della bellezza, la distrazione è la ruggine del guardiano. 192 242. Ruggine della donna è la cattiva condotta, ruggine del donatore è l'egoismo, ruggine sono i cattivi modi di essere (= dottrine), in questo e nell'altro mondo. 243. Ma vi è una macchia che è la maggiore delle macchie: la Nescienza (57), somma sozzura! Una volta che avrete distrutto questa macchia, restate puri da macchia, o monaci! 244. Facile è la vita per uno svergognato, eroe come una cornacchia, distruttore, prepotente, superbo e che viva una vita corrotta.

condotta, che è intelligente, che è dotato di sapienza e di buoni costumi,<br />

230. pari ad una moneta d'oro, chi oserebbe dirne male ? Anche gli dèi lo lodano, perfino da<br />

Brahma egli è<br />

lodato.<br />

231. Guardati da un atto di collera compiuto col corpo, sii controllato nel corpo. Avendo<br />

abbandonato la<br />

mala condotta del corpo, comportati bene col corpo.<br />

232. Guardati da un atto di collera verbale, sii controllato nella parola. Abbandonata<br />

l'intemperanza di parola,<br />

comportati bene con la parola.<br />

233. Guardati da un atto di collera mentale, sii controllato nella mente. Abbandonata la mala<br />

condotta<br />

verbale, comportati bene con la mente.<br />

"234. Controllati nel corpo sono i saldi, ed anche controllati nella parola; controllati nella<br />

mente sono i forti,<br />

essi che sono controllati in ogni senso (54)"<br />

CAPITOLO XVIII<br />

MALA-VAGGA<br />

(LE IMPURITÀ) (55)<br />

"235. Ora sei come una foglia ingiallita, ormai; i messaggeri di Yama 55 sono già vicino a te: la<br />

tua partenza<br />

è prossima, non si trova, però, ancora il viatico."<br />

236. Fa' [quindi] un'isola di te stesso, opera celermente, sii saggio. Soffiate via le impurità,<br />

libero da<br />

macchia, andrai alla celeste terra degli Eletti.<br />

237. La tua vita è giunta al termine. Sei giunto ben vicino a Yama, non v'è sosta sulla via e non<br />

si trova<br />

ancora il viatico.<br />

238. Fa' [quindi] un'isola di te stesso, opera celermente, sii saggio. Soffiate via le impurità, non<br />

tornerai più a<br />

vivere e ad invecchiare.<br />

239. L'intelligente soffi via da sé le impurità poco a poco, un momento dopo l'altro, come<br />

l'argentiere<br />

dall'argento.<br />

240. Come ruggine affiorata dal ferro, [che, una volta apparsa, lo corrode,] così pure sono le<br />

proprie azioni a<br />

con. durre il trasgressore sulla via della perdizione.<br />

241. Il non ripetere meditando è la ruggine delle giaculatorie, la mancanza di energia è la<br />

ruggine delle<br />

famiglie, Ë pigrizia è la ruggine della bellezza, la distrazione è la ruggine del guardiano.<br />

192<br />

242. Ruggine della donna è la cattiva condotta, ruggine del donatore è l'egoismo, ruggine sono<br />

i cattivi modi<br />

di essere (= dottrine), in questo e nell'altro mondo.<br />

243. Ma vi è una macchia che è la maggiore delle macchie: la Nescienza (57), somma sozzura!<br />

Una volta che<br />

avrete distrutto questa macchia, restate puri da macchia, o monaci!<br />

244. Facile è la vita per uno svergognato, eroe come una cornacchia, distruttore, prepotente,<br />

superbo e che<br />

viva una vita corrotta.

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