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185. Non biasimare, non colpire, vivere astretti alla regola, essere moderati nel cibo, dimorare<br />

e giacersi soli,<br />

essere intenti ad alti pensieri, questo è l'insegnamento dei Buddha.<br />

186. Nemmeno con una pioggia di monete d'oro si consegue la sazietà dei desideri chi conosce<br />

che la<br />

soddisfazione dei desideri ha breve sapore e porta dolore, costui è un Saggio.<br />

"187. Nemmeno nei piaceri celesti trova soddisfazione il discepolo pienamente risvegliato:<br />

egli si diletta a<br />

distruggere la o sete "" [di esistenza]."<br />

"188. Uomini spinti da paura vanno a cercare asilo in montagne e foreste, alberi sacri e<br />

santuari;"<br />

"189. ma questi non sono asilo sicuro, non sono il Supremo Rifugio; non è accorrendo a questi<br />

rifugi che ci<br />

si libera da tutti i dolori."<br />

190. Colui che, invece, cerca rifugio nel Buddha, nella Legge e nella Comunità, scorge con retta<br />

cognizione<br />

le quattro Nobili Verità:<br />

191. il dolore, l'origine del dolore, la cessazione del dolore ed il nobile ottuplice sentiero che<br />

conduce<br />

all'acquietamento del dolore.<br />

192. Questo è l'asilo sicuro, questo è il supremo rifugio, questo è il rifugio giungendo al quale<br />

si placano tutti<br />

i dolori.<br />

193. Raro è l'Uomo Superiore, esso non nasce dovunque: dove nasce un simile saldo<br />

individuo, felice è la<br />

sua gente.<br />

194. Felice è il sorgere dei Buddha, felice è la predicazione della Buona Legge, felice la<br />

concordia della<br />

Comunità, felice l'ascesi di coloro che sono concordi.<br />

195. Chi venera i Buddha degni di venerazione, oppure i loro discepoli, che hanno trasceso la<br />

schiera delle<br />

illusioni ed hanno superato dolore e pianto,<br />

196. chi onora costoro, che hanno estinto [le passioni], che nulla hanno da temere, di costui<br />

nessuno potrebbe<br />

calcolare il merito [che così acquista].<br />

CAPITOLO XV<br />

SUKHA-VAGGA<br />

(LA FELICITA)<br />

197. Viviamo dunque felici, senza inimicizia fra coloro che sono malevoli: fra gli uomini ostili,<br />

stiamocene<br />

senza inimicizia !<br />

198. Viviamo dunque ben felici, senza malanni fra gli ammalati: fra gli uomini ammalati,<br />

stiamocene senza<br />

malanni !<br />

199. Viviamo, dunque, ben felici liberi da brama fra i bramosi: fra gli uomini cupidi<br />

stiamocene senza<br />

cupidigia!<br />

200. Viviamo, dunque, ben felici noi, che non possediamo nulla: nutrendoci della gioia [altrui]<br />

come gli dèi<br />

risplendenti !

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