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73. Continui pure [lo stolto] a desiderare una vana reputazione e la precedenza fra i monaci, la padronanza sui monasteri e la venerazione fra l'altra gente! "74. "" Pensino che questo l'ho fatto io, sia i padri di famiglia che coloro che hanno lasciato il mondo: mi siano pure soggetti in ogni cosa, abbiano a fare ed a non fare! "" Questo è ciò che lo stolto si immagina, mentre crescono la cupidigia e l'orgoglio." "75. "" Altra è la via che mena al guadagno, altra è quella che conduce al Nibbana "" Avendo riconosciuto in questo modo, il monaco discepolo del Buddha non si compiaccia di essere onorato: coltivi la solitudine." CAPITOLO VI PANDITA-VAGGA (IL SAGGIO) 76. Se vedi un uomo che ti indica ciò che va evitato, che ti riprenda dai difetti, intelligente, segui questo saggio come se fosse un rivelatore di tesori: per colui che coltiva una simile persona viene il meglio, non il peggio. 77. Ammonisca, impartisca ordini, faccia evitare ciò che è improprio: costui diviene caro ai buoni, ai cattivi discaro. 78. Non si frequentino come amici i cattivi: non si frequenti la gente vile. Si abbia dimestichezza coi buoni amici è3, si frequentino i migliori fra gli uomini! 79. Chi si disseta con la Buona Legge vive a suo agio, con la mente completamente calma. Il Saggio sempre gioisce nella Legge resa nota dagli Eletti. 80. L'acqua incanalano i fontanieri, gli armaioli piegano i dardi, piegano il legno i falegnami, piegano se stessi i Saggi. 81. Come la rupe massiccia non si scuote per il vento, così pure non vacillano i Saggi in mezzo a biasimi e 183 lodi. 82. Come un lago profondo, completamente calmo e trasparente, altrettanto sereni divengono i Saggi, allorché hanno ascoltato [le verità del]la Legge. "83. In ogni circostanza procedono eguali gli uomini dabbene; i buoni non ciarlano perché desiderosi di piacere: toccati da gioia o da dolore, i Saggi non mostrano mutamento." "84. Non per sé, né per altrui, [il Saggio] desideri figli, ricchezza, dominio; non desideri la sua stessa prosperità mediante l'ingiusto operare: allora egli sarà virtuoso, sapiente e retto." 85. Pochi sono fra gli uomini quegli esseri che toccarlo l'altra sponda (24): tutta questa altra gente, invece, corre su e giù per la spiaggia. 86. Coloro i quali, essendo stata loro ben spiegata la Legge, diventano seguaci della Legge, costoro
giungeranno all'altra riva, [di là dal] regno della morte, per quanto sia difficile ! da attraversare. 87. Avendo abbandonato la condizione oscura, permanga il Saggio in quella chiara, lasci la casa per la noncasa, [là,] nella solitudine ove non è piacere. 88. Ivi desideri il saggio la gioia eccelsa, avendo abbandonato il piacere, nulla considerando come suo, purificando se stesso dai turbamenti del pensiero. 89. Coloro il cui pensiero è ben concentrato sui [sette] elementi della perfetta illuminazione (25) che gioiscono del non ricevere nulla, nella libertà dall'attaccamento, che hanno domato gli appetiti, pieni di luce, costoro hanno raggiunto la Liberazione [pur vivendo] in questo mondo. CAPITOLO VII ARAHANTA-VAGGA (GLI ARHAT) (26) 90. Per colui che ha percorso la via, che è privo di dolore, I che in ogni senso si è liberato, per costui, che si è sciolto da ogni nodo, non esiste più febbre (27). Con la mente ben raccolta (28) [gli Arhat] si accingono alla via (29), né si allietano di starsene in casa: come cigni che hanno abbandonato lo stagno essi lasciano casa e dimora. 92. Coloro che nulla hanno accumulato, che conoscono quale sia il cibo [lecito], la sfera d'azione dei quali è Liberazione essenziata di Vuoto, priva di attributi, la via di costoro è difficile da seguire come quella degli uccelli nell'aria. 93. Coloro che hanno distrutto ogni attaccamento, che sono svincolati nel fruire (30), la sfera d'azione dei quali è Liberazione essenziata di Vuoto, priva di attributi, la via di costoro è difficile da seguire, come quella degli uccelli nell'aria. 94. Colui i cui sensi sono soggiogati, come cavalli ben domi dall'auriga, che ha abbandonato orgoglio e adesione al mondo, perfino gli dèi invidiano un siffatto [uomo]. "95. Simile alla terra, non si turba (31); simile ad una soglia è un tale devoto; egli è come un lago privo di fango; nascere-morire non esistono per costui." 96. Calma è la mente, calme sono le parole, calma è l'azione (32) di colui che, mediante il retto conoscere, ha conseguito la Liberazione e si è interiormente pacificato. 97. Quell'uomo che è libero dalla credulità, che conosce l'Increato 33, che ha tagliato tutti i legami, che ha cancellato tutte le tentazioni, che ha rinunciato ad ogni speranza, costui è davvero il supremo fra gli uomini. 98. Nel villaggio o nella foresta, sul mare profondo o sulla terraferma, ovunque dimorino gli Arhat, quello e un luogo ameno. 99. Piacevoli sono le foreste, ove l'uomo volgare non si diletta: ivi si rallegreranno i privi di passione, non
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