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infallibilmente il gatto si mette a ronfare quando gli si carezza il dorso, altrettanto sicuramente si vede una dolce estasi dipingersi sulla figura dell fuomo che vien lodato, sopratutto quando la lode tocca il dominio delle sue pretese, e quand fanche essa fosse una menzogna palpabile. I segni dell fapprovazione altrui lo consolano spesso d funa sventura reale o della parsimonia colla quale stillano per lui le due fonti principali di felicita, di cui abbiamo trattato finora. Dall faltro lato fa stupore il vedere quanto egli sia infallantemente angosciato e molte volte dolorosamente ferito da ogni lesione alla sua ambizione, in qualunque senso, a qualunque grado, o sotto qualunque rapporto si sia, da ogni sdegno, da ogni trascuranza, dalla piu piccola mancanza di riguardi. Servendo di base al sentimento dell fonore, questa proprieta puo avere un finfluenza salutare sulla buona condotta di moltissime persone, a guisa di succedaneo della loro moralita; ma in quanto alla sua azione sulla felicita reale dell fuomo, e sopratutto sulla quiete dell fanimo e sull findipendenza, le due condizioni si necessarie alla felicita, essa e piuttosto perturbatrice e dannosa che favorevole. Si e per questo, che, dal nostro punto di vista, e prudente metterle un limite e, con saggie riflessioni e con un giusto apprezzamento del valore dei beni, moderare questa grande sensibilita riguardo l fopinione altrui tanto nel caso che carezzi quanto nel caso che ferisca, perocche in tutti e due pende dal medesimo filo. Altrimenti restiamo schiavi dell fopinione e del sentimento degli altri: Sic leve, sic parvum est, animum quod laudis avarum Subruit ac reficit. (Talmente tenue, talmente piccolo e cio che perturba e riconforta un fanima avida di lode). Per conseguenza un giusto apprezzamento del valore di cio che si e in se stesso e per se stesso confrontato con cio che si e solamente agli occhi altrui contribuira molto alla nostra felicita. Il primo termine del confronto comprende quanto riempie il tempo della nostra esistenza, il contenuto intimo di questa, e quindi tutti i beni che abbiamo esaminati nei capitoli intitolati Di cio che si e e Di cio che si ha. Perocche il luogo dove si trova la sfera d fazione di tutto questo e proprio la coscienza dell fuomo. Invece il luogo di tutto cio

che siamo per gli altri e la coscienza altrui; e la figura sotto la quale noi vi appariamo, come pure le nozioni che vi si riferiscono 10. Ora queste sono cose che, direttamente, non 10 Le classi piu eminenti nel loro lustro, splendore e fasto, nella loro magnificenza ed ostentazione d fogni natura possono dire a se stesse: La nostra felicita e posta interamente fuori di noi; il suo luogo e nella testa 30 esistono affatto per noi; tutto cio non esiste che indirettamente, vale a dire se non in quanto stabilisce la condotta degli altri verso di noi. Ed anche questo non entra realmente in considerazione che in quanto influisce su cio che potrebbe modificare quello che siamo in noi e per noi stessi. Cio posto, quanto succede in una coscienza straniera ci e, a tal titolo, perfettamente indifferente, e, a nostra volta, noi vi diverremo indifferenti a misura che conosceremo abbastanza la superficialita e la futilita dei pensieri, i ristretti limiti delle nozioni, la piccolezza dei sentimenti, l fassurdita delle opinioni e il numero considerevole di errori che s fincontra nella maggior parte dei cervelli umani . a misura che impareremo per esperienza con qual disprezzo si parla, all foccasione, di ciascuno di noi quando non si teme o non si crede che lo sapremo . ma sopratutto allorquando avremo inteso una sol volta con qual disdegno una dozzina d fimbecilli parla dell fuomo il piu degno di stima. Comprenderemo allora che attribuire un alto valore all fopinione degli uomini e far loro troppo onore. In ogni caso, e proprio esser ridotti ad una meschina risorsa il non trovare la felicita nelle due classi di beni di cui abbiamo gia parlato, ed il doverla cercare in questa terza, o, con altre parole, in cio che si e non realmente, ma nell fimmaginazione altrui. In tesi generale e la nostra natura animale che costituisce la base del nostro essere, e per conseguenza anche della nostra felicita. L fessenziale per il benessere e dunque la salute, e poi i mezzi necessari al nostro mantenimento, e per conseguenza una vita libera da cure moleste. L fonore, il fasto, la grandezza, la gloria, qualunque valore si attribuisca loro, non possono entrar in concorrenza con questi beni essenziali, ne surrogarli; ben altrimenti, toccando il caso, non si esiterebbe un momento solo a cangiarli con gli altri. Sara dunque molto utile per la nostra felicita il

infallibilmente il gatto si mette a ronfare quando gli si carezza il dorso, altrettanto<br />

sicuramente si vede una dolce estasi dipingersi sulla figura dell fuomo che vien lodato,<br />

sopratutto quando la lode tocca il dominio delle sue pretese, e quand fanche essa fosse una<br />

menzogna palpabile. I segni dell fapprovazione altrui lo consolano spesso d funa sventura<br />

reale o della parsimonia colla quale stillano per lui le due fonti principali di felicita, di cui<br />

abbiamo trattato finora. Dall faltro lato fa stupore il vedere quanto egli sia infallantemente<br />

angosciato e molte volte dolorosamente ferito da ogni lesione alla sua ambizione, in<br />

qualunque senso, a qualunque grado, o sotto qualunque rapporto si sia, da ogni sdegno, da<br />

ogni trascuranza, dalla piu piccola mancanza di riguardi. Servendo di base al sentimento<br />

dell fonore, questa proprieta puo avere un finfluenza salutare sulla buona condotta di<br />

moltissime persone, a guisa di succedaneo della loro moralita; ma in quanto alla sua azione<br />

sulla felicita reale dell fuomo, e sopratutto sulla quiete dell fanimo e sull findipendenza, le<br />

due condizioni si necessarie alla felicita, essa e piuttosto perturbatrice e dannosa che<br />

favorevole. Si e per questo, che, dal nostro punto di vista, e prudente metterle un limite e,<br />

con saggie riflessioni e con un giusto apprezzamento del valore dei beni, moderare questa<br />

grande sensibilita riguardo l fopinione altrui tanto nel caso che carezzi quanto nel caso che<br />

ferisca, perocche in tutti e due pende dal medesimo filo. Altrimenti restiamo schiavi<br />

dell fopinione e del sentimento degli altri:<br />

Sic leve, sic parvum est, animum quod laudis avarum<br />

Subruit ac reficit.<br />

(Talmente tenue, talmente piccolo e cio che perturba e riconforta un fanima avida di<br />

lode).<br />

Per conseguenza un giusto apprezzamento del valore di cio che si e in se stesso e per<br />

se stesso confrontato con cio che si e solamente agli occhi altrui contribuira molto alla<br />

nostra felicita. Il primo termine del confronto comprende quanto riempie il tempo della<br />

nostra esistenza, il contenuto intimo di questa, e quindi tutti i beni che abbiamo esaminati<br />

nei capitoli intitolati Di cio che si e e Di cio che si ha. Perocche il luogo dove si trova la<br />

sfera d fazione di tutto questo e proprio la coscienza dell fuomo. Invece il luogo di tutto cio

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