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manifestano sensibilmente in questo mondo, fanno lieto e soddisfatto colui che si occupa, lieti e soddisfatti madre e padre, figli e figlie, compagni ed amici; per gli asceti e brahmani, le opere che promuovono spirituale benessere, le opere espiatorie dolcemente fruttificano in mondi celesti, producono propensione ai cieli. Ora si possono, o Kaccayana, proprio qui in questo mondo riconoscere i frutti dell'ascesi?""." "26. Avendo io così detto, o signore, Pakudha Kaccayana così mi rispose: "" I sette elementi, o gran re, sono originarii, assolutamente originarii, non creati, non generati, sterili, permanenti, immobili come pilastri. Essi non muovono, non mutano, non si urtano l'un contro l'altro, non causano l'un all'altro né gioia né dolore, né gioia e dolore. Quali sette? La Sostanza terra, la sostanza acqua, la sostanza fuoco, la sostanza aria, la gioia, il dolore, e settima la vita. Proprio questi" "sette elementi sono originarii assolutamente originarii, non creati, non generati, sterili, permanenti immobili 133 come pilastri, essi non muovono, non mutano, non si urtano uno con l'altro, non causano l'un all'altro né gioia né dolore, né gioia e dolore. Pertanto non vi è un separare, non un unire, non vi è sensazione né causa di sensazione, non vi è percezione né causa di percezione. Se con un'arma tagliente si troncasse ad alcuno la testa non per questo alcuno verrebbe privato della vita, ma il taglio della spada si introdurrebbe tra i setti elementi ""." "27. Così letteralmente, o signore, Pakudha Kaccayana, interrogato sul visibile frutto dell'ascesi, mi rispose sulla distinzione per la distinzione. Come interrogato sul mango mi parlasse dell'artocarpo, interrogato sull'artocarpo mi parlasse del mango, proprio così Pakudha Kaccayana interrogato sul visibile frutto dell'ascesi a sproposito mi rispose. Allora, o signore, a me così fu: "" E come, di grazia, puoi pensare che vi sia un asceta o un brahmano dimorante vincitore a causa della rinuncia? "". Così io, o signore, dissi a Pakudha Kaccayana, ma non vi fu accettazione né ripulsa, e, non avendo costui né accettato né respinto, scontento, senza proferire parola di insoddisfazione, preso da disgusto per questo discorso, per nulla convinto, levatomi da sedere me ne andai." "28. Un tempo, o signore, avvicinai di persona Nigantha Nataputta (9), e, avendo avvicinato Nigantha Nataputta, dopo aver scambiato cortesi e amichevoli parole, presi posto su un sedile accanto a lui. Dopo essermi seduto io, o signore, così dissi a Nigantha Nataputta: "" Per ciascuno che esercita una attività, o

Aggi-Vessana, cioè per coloro che: cavalcano elefanti e cavalli, guidano i cocchi, tirano d'arco, portano stendardi, sono aiutanti di campo, distributori di vivande, nobili, prìncipi, che saltano sui grandi elefanti, eroi, catafratti, figli di servi, cuochi, barbieri, bagnini, sguatteri, preparatori di" "ghirlande, lavandai, fabbricanti di ceste, di vasi, contabili, scrivani, o esercitano quelle altre attività che esistono, i frutti si manifestano sensibilmente in questo mondo, fanno lieto e soddisfatto colui che si occupa, lieti e soddisfatti madre e padre, figli e figlie, compagni ed amici; per gli asceti e brahmani, le opere che promuovono spirituale benessere, le opere espiatorie dolcemente fruttificano in mondi celesti, producono propensione ai cieli. Ora si possono, o Aggi-Vessana, proprio qui, in questo mondo riconoscere i frutti dell'ascesi ? ""." "29. Avendo io così detto, o signore, Nigantha Nataputta così mi rispose: "" Ecco, o gran re, il Nigantha è quadruplice freno, controllo, limitazione. E come o gran re, il Nigantha è quadruplice freno, controllo, limitazione? Ecco, o gran re, il Nigantha di ogni acqua è limitazione, di ogni acqua è controllo, di ogni acqua è scrupolo, di ogni acqua è sazietà. Così, o gran re, è un quadruplice freno, controllo, limitazione; e siccome, o gran re, il Nigantha è questo quadruplice freno, controllo, limitazione, così svincolato viene chiamato colui che da sé è giunto, che da sé è controllato, da sé è calmato ""." "30. Così letteralmente, o signore, Nigantha Nataputta, interrogato sul visibile frutto dell'ascesi, mi rispose sul quadruplice freno, controllo, limitazione. Come interrogato sul mango mi parlasse dell'artocarpo, interrogato sull'artocarpo mi parlasse del mango, proprio così Nigantha Nataputta interrogato sul visibile frutto dell'ascesi a sproposito mi rispose. Allora, o signore, a me così fu: "" E come, di grazia, puoi pensare che vi sia un asceta o brahmano dimorante vincitore a causa della rinuncia? "". Così io, o signore, dissi a Nigantha Nataputta, ma non vi fu accettazione né ripulsa, e, non avendo costui né accettato né respinto, scontento, senza proferire parola di insoddisfazione, preso da disgusto per questo discorso, per nulla convinto, levatomi da sedere me ne andai." "31. Un tempo, o signore, avvicinai di persona Sanjaya Belatthiputta, e, avendo avvicinato Sanjaya Belatthiputta, dopo aver scambiato cortesi e amichevoli parole, presi posto su di un sedile accanto a lui. Dopo essermi seduto, io, o signore, così dissi a Sanjaya Belatthiputta: "" Per ciascuno che esercita un'attività, o Sanjaya, cioè per coloro che: cavalcano elefanti e cavalli, guidano i cocchi, tirano d'arco, portano stendardi,

Aggi-Vessana, cioè per coloro che: cavalcano elefanti e cavalli, guidano i cocchi, tirano d'arco,<br />

portano<br />

stendardi, sono aiutanti di campo, distributori di vivande, nobili, prìncipi, che saltano sui<br />

grandi elefanti,<br />

eroi, catafratti, figli di servi, cuochi, barbieri, bagnini, sguatteri, preparatori di"<br />

"ghirlande, lavandai, fabbricanti di ceste, di vasi, contabili, scrivani, o esercitano quelle altre<br />

attività che<br />

esistono, i frutti si manifestano sensibilmente in questo mondo, fanno lieto e soddisfatto colui<br />

che si occupa,<br />

lieti e soddisfatti madre e padre, figli e figlie, compagni ed amici; per gli asceti e brahmani, le<br />

opere che<br />

promuovono spirituale benessere, le opere espiatorie dolcemente fruttificano in mondi<br />

celesti, producono<br />

propensione ai cieli. Ora si possono, o Aggi-Vessana, proprio qui, in questo mondo riconoscere<br />

i frutti<br />

dell'ascesi ? ""."<br />

"29. Avendo io così detto, o signore, Nigantha Nataputta così mi rispose: "" Ecco, o gran re, il<br />

Nigantha è<br />

quadruplice freno, controllo, limitazione. E come o gran re, il Nigantha è quadruplice freno,<br />

controllo,<br />

limitazione? Ecco, o gran re, il Nigantha di ogni acqua è limitazione, di ogni acqua è controllo,<br />

di ogni acqua<br />

è scrupolo, di ogni acqua è sazietà. Così, o gran re, è un quadruplice freno, controllo,<br />

limitazione; e siccome,<br />

o gran re, il Nigantha è questo quadruplice freno, controllo, limitazione, così svincolato viene<br />

chiamato colui<br />

che da sé è giunto, che da sé è controllato, da sé è calmato ""."<br />

"30. Così letteralmente, o signore, Nigantha Nataputta, interrogato sul visibile frutto<br />

dell'ascesi, mi rispose<br />

sul quadruplice freno, controllo, limitazione. Come interrogato sul mango mi parlasse<br />

dell'artocarpo,<br />

interrogato sull'artocarpo mi parlasse del mango, proprio così Nigantha Nataputta interrogato<br />

sul visibile<br />

frutto dell'ascesi a sproposito mi rispose. Allora, o signore, a me così fu: "" E come, di grazia,<br />

puoi pensare<br />

che vi sia un asceta o brahmano dimorante vincitore a causa della rinuncia? "". Così io, o<br />

signore, dissi a<br />

Nigantha Nataputta, ma non vi fu accettazione né ripulsa, e, non avendo costui né accettato né<br />

respinto,<br />

scontento, senza proferire parola di insoddisfazione, preso da disgusto per questo discorso,<br />

per nulla<br />

convinto, levatomi da sedere me ne andai."<br />

"31. Un tempo, o signore, avvicinai di persona Sanjaya Belatthiputta, e, avendo avvicinato<br />

Sanjaya<br />

Belatthiputta, dopo aver scambiato cortesi e amichevoli parole, presi posto su di un sedile<br />

accanto a lui.<br />

Dopo essermi seduto, io, o signore, così dissi a Sanjaya Belatthiputta: "" Per ciascuno che<br />

esercita un'attività,<br />

o Sanjaya, cioè per coloro che: cavalcano elefanti e cavalli, guidano i cocchi, tirano d'arco,<br />

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