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27.05.2013 Views

dissipazione di coloro che non conoscono questi mali se non per averne sentito parlare. Alla prima categoria appartengono tutti coloro che; non importa per qual colpo della sorte, o per qualunque talento speciale, sono passati rapidamente dalla poverta all fagiatezza; alla seconda quelli che, nati con beni di fortuna, li hanno conservati. Costoro stanno in apprensione per l favvenire piu dei primi e sono piu economi. Se ne potrebbe dedurre che il 7 Letterale: Un mestiere ha un fondo d foro. 27 bisogno non e cosa tanto brutta come sembrerebbe visto da lontano. Pero la ragione vera dev fessere piuttosto la seguente: all fuomo nato con un patrimonio, la ricchezza appare come qualche cosa d findispensabile, come l felemento della sola esistenza possibile, allo stesso titolo dell faria; cosi ei ne avra cura come della sua vita istessa, e sara, in generale, ordinato, previdente ed economo. Al contrario a colui che fin dalla nascita visse in poverta, si e questa che sembrera la condizione naturale; le ricchezze che gli potranno toccare piu tardi, non importa come, gli pareranno un superfluo, buono solo per goderne e farne baldoria; egli dira a se stesso che quando saranno nuovamente sparite, sapra cavarsela senza di esse come per lo avanti, e che, per per di piu, sara sollevato da un fastidio. E proprio il caso di dire con Shakespeare: Bisogna che il proverbio si verifichi: il mendicante a cavallo fa galoppare la bestia fino alla morte (Enrico VI, P. 3, A. 1). Aggiungiamo ancora che questa gente possede, non tanto nella testa quanto nel cuore, una ferma ed eccessiva confidenza da una parte nella sua buona fortuna e dall faltra nelle sue proprie risorse, che le hanno di gia dato aiuto per cavarsi dalle strettezze e dall findigenza; questa gente non considera la miseria, come fanno i ricchi di nascita, quale un abisso senza fine, ma la crede un basso-fondo che basta battere col piede per rimontarne alla superficie. Con questa stessa particolarita umana si puo spiegare perche le donne, povere prima del loro matrimonio, sieno molto spesso piu esigenti e piu prodighe di quelle che hanno portato con se una grossa dote; infatti, quasi sempre, le ragazze ricche non possedono solamente beni di fortuna, ma anche uno zelo, o, per cosi dire, un certo istinto ereditario di conservarli che fa difetto alle povere. Tuttavia coloro che volessero sostenere

la tesi opposta troveranno autorita nella satira prima dell fAriosto; in cambio il dottor Johnson si mette dalla parte mia: áUna donna ricca, essendo abituata a maneggiar monete, le spende con giudizio; ma quella che per il suo matrimonio si trova per la prima volta in possesso della ricchezza, trova tanto gusto nello spendere che getta il danaro con grande profusione. â (Vedi Boswell, life of Johnson, vol. III, pag. 199, ediz. del 1821). Io consiglierei per ogni evento, a chi sposa una ragazza povera, di affidarle non gia un capitale, ma una semplice rendita, e sopratutto di vegliare perche il patrimonio dei figli non cada nelle sue mani. Non credo proprio far cosa indegna della mia penna raccomandando qui la cura di conservar la propria fortuna, guadagnata od avuta in eredita; perocche e un vantaggio inapprezzabile il possedere tutta fatta una sostanza quand fanche essa non bastasse a lasciarci vivere agiatamente solo e senza famiglia, in una vera indipendenza, vale a dire senza aver bisogno di lavorare; ecco cio che costituisce il privilegio che affranca dalle miserie e dai tormenti propri della vita umana; ecco l femancipazione della servitu generale che e il destino dei figli della terra. Non e che con questo favore della sorte che siamo veramente uomini nati liberi; a questa sola condizione si e realmente sui juris, padroni del proprio tempo e delle proprie forze, e si potra dire ogni mattina: La giornata m fappartiene. Sicche tra chi ha una rendita di mille scudi e chi ne ha una di centomila la differenza e infinitamente piu piccola che tra il primo e chi non ha nulla. Ma la fortuna patrimoniale arriva al suo piu alto valore quando tocca a colui che, dotato di forze intellettuali superiori, intende ad uno scopo la cui realizzazione non mira ad un lavoro per vivere; messo in tali condizioni quest fuomo e doppiamente dotato dalla sorte; ei puo ora vivere a suo genio, e paghera al centuplo il suo debito all fumanita producendo cio che nessun altro potrebbe produrre, e creando cose che formeranno il bene e nello stesso tempo l fonore della comunita umana. Un altro, posto in una situazione altrettanto favorevole, sara benemerito dell fumanita per le sue opere filantropiche. Quanto a chi possedendo un patrimonio, non produce alcunche di simile, in qualunque misura si sia, fosse pure a titolo di saggio, o che con studi seri non si crea almeno la possibilita di far progredire una scienza, costui non e

dissipazione di coloro che non conoscono questi mali se non per averne sentito parlare. Alla<br />

prima categoria appartengono tutti coloro che; non importa per qual colpo della sorte, o per<br />

qualunque talento speciale, sono passati rapidamente dalla poverta all fagiatezza; alla<br />

seconda quelli che, nati con beni di fortuna, li hanno conservati. Costoro stanno in<br />

apprensione per l favvenire piu dei primi e sono piu economi. Se ne potrebbe dedurre che il<br />

7 Letterale: Un mestiere ha un fondo d foro.<br />

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bisogno non e cosa tanto brutta come sembrerebbe visto da lontano. Pero la ragione vera<br />

dev fessere piuttosto la seguente: all fuomo nato con un patrimonio, la ricchezza appare<br />

come qualche cosa d findispensabile, come l felemento della sola esistenza possibile, allo<br />

stesso titolo dell faria; cosi ei ne avra cura come della sua vita istessa, e sara, in generale,<br />

ordinato, previdente ed economo. Al contrario a colui che fin dalla nascita visse in poverta,<br />

si e questa che sembrera la condizione naturale; le ricchezze che gli potranno toccare piu<br />

tardi, non importa come, gli pareranno un superfluo, buono solo per goderne e farne<br />

baldoria; egli dira a se stesso che quando saranno nuovamente sparite, sapra cavarsela senza<br />

di esse come per lo avanti, e che, per per di piu, sara sollevato da un fastidio. E proprio il<br />

caso di dire con Shakespeare: Bisogna che il proverbio si verifichi: il mendicante a cavallo<br />

fa galoppare la bestia fino alla morte (Enrico VI, P. 3, A. 1).<br />

Aggiungiamo ancora che questa gente possede, non tanto nella testa quanto nel cuore,<br />

una ferma ed eccessiva confidenza da una parte nella sua buona fortuna e dall faltra nelle<br />

sue proprie risorse, che le hanno di gia dato aiuto per cavarsi dalle strettezze e<br />

dall findigenza; questa gente non considera la miseria, come fanno i ricchi di nascita, quale<br />

un abisso senza fine, ma la crede un basso-fondo che basta battere col piede per rimontarne<br />

alla superficie. Con questa stessa particolarita umana si puo spiegare perche le donne,<br />

povere prima del loro matrimonio, sieno molto spesso piu esigenti e piu prodighe di quelle<br />

che hanno portato con se una grossa dote; infatti, quasi sempre, le ragazze ricche non<br />

possedono solamente beni di fortuna, ma anche uno zelo, o, per cosi dire, un certo istinto<br />

ereditario di conservarli che fa difetto alle povere. Tuttavia coloro che volessero sostenere

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