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100) Cioè Mara. V. nota 46. " Sanscrito Jaty-andha, cieco di nascita "". Vedi la storia 4." "103) Iddhi-pada (sanscrito rddhi-pddah): sono generalmente dieci, delle quali quattro principali; attraversare l'aria in volo, prendere la forma che si vuole, creare e fare apparire ciò che si vuole (nimmalla)." 104) Kappa (sanscrito kalpa), evo, nel quale, secondo le tradizioni indiana buddhista, un cosmo viene creato, mantenuto e distrutto, attraverso un certo numero di periodi (generalmente quattro) detti yuga, o arankheyyahappa. Cioè effettua il cosiddetto parinibbano (sanscrito parinirvana), che consiste nel supplemento anche dell'insieme delle azioni che hanno condotto al nibbana. Per il rigetto delle strutture vitali (oyulonkhoro-osojjano) "Atta sam-bhavar., ""ciò che era divenuto [di] lui "", cioè la stessa personalità psico-fisica, come si era venuta formando in quella particolare esistenza." "108) In questo brano è raffigurato più o meno il campionario degli asceti fachiri mistici e lunatici dell'india di tutti i tempi. L'asceta dal lungo ciuffo (jatila) è probabilmente un sadhu di una scena dedita alle liturgie della a ""mano sinistra"" il Nirgrantha, ""svincolato"", è un Jaino, l'asceta nudo è forse anch'esso un Jaino ortodosso o, piuttosto, un adepto di qualche culto proto-scivaita. Dei porivrajaka o ""Erranti"", si è già accennato." 109) Si osservi la franchezza, da pari a pari con la quale il Buddha tratta Pasenadi dandogli dello sciocco. Franchezza dovuta non solo alla superiorità spirituale ma anche al rango regale che il Gotamide aveva per nascita. 110) È detto contro gli asceti a metà i quali, per vivere fanno mercato della fiducia loro tributata dal popolo. 111) L'apologo è molto importante perché illustra una delle caratteristiche fondamentali del Buddhismo: l'atteggiamento apofatico di fronte a qualunque questione, ritenendosi che solo L'esperienza diretta, totale, ineffabile, di tutta la realtà - che in sé è inessenziale - possa illuminare circa i suoi particolari aspetti, non già il pensiero discorsivo che coi suoi risultati si sovrappone alla serie degli eventi, senza peraltro risolverli. "112) Ahan-kara, qui non ha il Senso Sankhya di ""organo di individuazione"", bensì quello di idea per la quale lo ""io"" (aham) si ritiene ""agente"" (hara). " "Cioè la insostanzialità di tutti gli elementi dell'esistenza conduce a concepire i ""fatti"" di cui l'uomo è protagonista, come meri ""accadimenti"", nei quali egli tesse il karma universale. uno non e più ""agente o,

ma ""occasionale"" per il verificarsi di un avvenimento, che egli stesso, con una sua precedente azione si è meritato." Avitakka samaddhi lo stato cioè nel quale si realizza l'insostanzialità di tutte le cose, in seguito allo svanire delle concezioni mentali per mezzo delle quali esse si presentano alla coscienza. "115) Rajanukinna può anche significare ""offuscato dalla polvere"", così il WOODWARD, op. cit., pag. 85, rajas, rajo significando passione, polvere, agitazione, eccetera." "116) Con ciò il Buddha allude alla funzione ""mediana"" del suo insegnamento, detto appunto madhyamapratipad, ""via di mezzo"", non perché stia a metà strada tra ascesi e godimento, bensì perchè rifugge la 91 ""mortificazione della carne come fine a sé, e la ricerca del godimento come soluzione al problema del dolore." 117) Nel mondo informale (in alto), e in quello delle forme (in basso). 118) Delle nascite e delle morti. 119) Il simbolo del carro, a significare il complesso psico-fisico umano, il proprio anche alle Upanisad antiche e medie (v. Katha-up., I, 3, 3, tradotta nelle nostre Upanisad antiche e medie, op. cit., vol. 2, pag. 195). "La ""ruota sola"" Ë indica lo stato di equilibrio di chi si fonda non sulla natura costituzionale, bensì sull'energia che lo spinge verso a mèta." Sanscrito Ajnata-Kaundinya, il primo dei cinque discepoli del Buddha. "Papanca-sanna-sankhd-pahanam (sanscrito prepanca-samjna-sankhya-apahdnam). Secondo lo scol., papanca, ""sviluppo "", indica i sei ""ostacoli"": ragadosa-moha-ditthi-tanha-mana (passioneavversioneottundimento dottrina-""sete"" orgoglio)" 122) Ajjhattam (sanscrito adhyatmam) corrisponde chiaramente alla kaya-gata-sati, la consapevolezza meditativa del proprio corpo e della sua alterità rispetto alla coscienza che lo pone come oggetto. È la prima delle quattro consapevolezze (V. note 45 e 46). 123) Il verso allude alla disidentificazione rispetto ai processi psico-fisici, ottenuta mediante la consapevolezza a cui si accennerà nella nota precedente. "124) Upadhi, il ""substrato"" all'essere apparente dell'esperienza del mondo. Gli upadi sono, oltre ai cinque khanda, kama, kilesa e kamma." 125) Nome originario (sanscrito Pataligranna) della città nel Magadha, più tardi nota come Pataliputta (sanscrito Pataigranna). V. anche nota 136. 126) Pi¢ che di un fabbro pare che si truccasse di un ricco orefice. "127) Sukara-maddavam, ""tenerume da cinghiale"". Ritengo da respingersi l'interpretazione di ""carne di

100) Cioè Mara.<br />

V. nota 46.<br />

" Sanscrito Jaty-andha, cieco di nascita "". Vedi la storia 4."<br />

"103) Iddhi-pada (sanscrito rddhi-pddah): sono generalmente dieci, delle quali quattro<br />

principali; attraversare<br />

l'aria in volo, prendere la forma che si vuole, creare e fare apparire ciò che si vuole<br />

(nimmalla)."<br />

104) Kappa (sanscrito kalpa), evo, nel quale, secondo le tradizioni indiana buddhista, un<br />

cosmo viene creato,<br />

mantenuto e distrutto, attraverso un certo numero di periodi (generalmente quattro) detti<br />

yuga, o<br />

arankheyyahappa.<br />

Cioè effettua il cosiddetto parinibbano (sanscrito parinirvana), che consiste nel supplemento<br />

anche<br />

dell'insieme delle azioni che hanno condotto al nibbana.<br />

Per il rigetto delle strutture vitali (oyulonkhoro-osojjano)<br />

"Atta sam-bhavar., ""ciò che era divenuto [di] lui "", cioè la stessa personalità psico-fisica,<br />

come si era<br />

venuta formando in quella particolare esistenza."<br />

"108) In questo brano è raffigurato più o meno il campionario degli asceti fachiri mistici e<br />

lunatici dell'india<br />

di tutti i tempi. L'asceta dal lungo ciuffo (jatila) è probabilmente un sadhu di una scena dedita<br />

alle liturgie<br />

della a ""mano sinistra"" il Nirgrantha, ""svincolato"", è un Jaino, l'asceta nudo è forse<br />

anch'esso un Jaino<br />

ortodosso o, piuttosto, un adepto di qualche culto proto-scivaita. Dei porivrajaka o ""Erranti"",<br />

si è già<br />

accennato."<br />

109) Si osservi la franchezza, da pari a pari con la quale il Buddha tratta Pasenadi dandogli<br />

dello sciocco.<br />

Franchezza dovuta non solo alla superiorità spirituale ma anche al rango regale che il<br />

Gotamide aveva per<br />

nascita.<br />

110) È detto contro gli asceti a metà i quali, per vivere fanno mercato della fiducia loro<br />

tributata dal popolo.<br />

111) L'apologo è molto importante perché illustra una delle caratteristiche fondamentali del<br />

Buddhismo:<br />

l'atteggiamento apofatico di fronte a qualunque questione, ritenendosi che solo L'esperienza<br />

diretta, totale,<br />

ineffabile, di tutta la realtà - che in sé è inessenziale - possa illuminare circa i suoi particolari<br />

aspetti, non già<br />

il pensiero discorsivo che coi suoi risultati si sovrappone alla serie degli eventi, senza peraltro<br />

risolverli.<br />

"112) Ahan-kara, qui non ha il Senso Sankhya di ""organo di individuazione"", bensì quello di<br />

idea per la<br />

quale lo ""io"" (aham) si ritiene ""agente"" (hara). "<br />

"Cioè la insostanzialità di tutti gli elementi dell'esistenza conduce a concepire i ""fatti"" di cui<br />

l'uomo è<br />

protagonista, come meri ""accadimenti"", nei quali egli tesse il karma universale. uno non e<br />

più ""agente o,

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