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qualunque luogo devatas di grande potere occupano un sito, esse rendono inclini le menti dei re e dei grandi ministri dei re a costruire abitazioni. Quando, invece, devatas, di minore potere, occupano un luogo, esse rendono inclini le menti dei minori governanti e dei loro ministri a costruire edifici (ripetuto tre volte). O Ananda, per quanto si stende la sede degli Arii, per quanto lungi i mercanti viaggino, questa sarà la 82 capitale delle città, il luogo ove gli uomini apriranno le balle di mercanzia. Però, Ananda, tre sventure colpiranno Pataligama - cioè - a causa di fuoco, a causa di acqua e a causa di discordia (136). "Ora Sunidha e Vassakara, grandi ministri del Magadha, vennero a visitare il Beato. Venuti che furono lo salutarono cortesemente e, dopo lo scambio di saluti e convenevoli, restarono in piedi in un canto. Standosene così in piedi, in un canto, i grandi ministri del Magadha, Sumdha e Vassakara, dissero questo al Beato: ""Voglia il venerando signore Gotama accettare oggi il nostro invito a pranzo assieme all'Ordine dei monaci "". Ed il Beato acconsentì con il silenzio." Quindi Sunidha e Vassakara, vedendo che il Beato acconsentiva, se ne tornarono a casa e, giuntivi, fecero preparare nella loro magione cibo scelto, sia duro che morbido, indi annunciarono il tempo [di mangiare] al Beato, dicendo: il tempo, Signore Gotama, il cibo è stato preparato! . Allora il Beato, apprestandosi all'uscita mattutina, indossata la veste e presa la ciotola, si recò in casa di Sumdha e Vassakara, i grandi ministri del Magadha. Giunto che vi fu si assise in un seggio preparatogli. Indi Sumdha e Vassakara servirono e soddisfecero l'Ordine dei monaci, diretto dal Buddha, con cibo scelto, vuoi tenero vuoi duro. Poi Sumdha e Vassakara vedendo che il Beato aveva mangiato quanto gli soddisfaceva ed aveva ritirato la mano [destra] dalla ciotola [e lavato entrambe], presero uno sgabello e sedettero in un canto. Come si furono seduti, il Beato espresse loro il suo ringraziamento con questi versi: In qualunque regione l'uomo saggio ponga la [sua] dimora, nutra i virtuosi controllati, praticanti il brahmacariya, propizii con l'offerta tutti gli dèi ivi viventi: così venerati, lo venereranno, così onorati, lo onoreranno. "Come la madre ha compassione del figlio che essa ha portato, chi delle deità ha compassione vedrà sempre la buona fortuna ""."

Così il Beato, dopo aver ringraziato con questi versi Sunidha e Vassakara, grandi ministri del Magadha, si alzò dal suo seggio e se ne andò. Ora, in quel tempo, Sunidha e Vassakara seguivano i "passi del Beato, passo a passo, con questa idea: ""Quale sarà" la porta di città per la quale uscirà Gotama l'asceta, quella diverrà la porta di Gotama. Quale sarà il guado per il quale Gotama l'asceta attraverserà il Gange, quello sarà il [Sacro] Guado (137) di Gotama o. Per questa ragione la porta per la quale il Beato uscì di città prese il nome di Porta di Gotama. Indi il Beato giunse al fiume Gange. In quel tempo il Gange era in piena, giungendo all'altezza dei banchi rivieraschi, in modo tale che perfino un corvo vi avrebbe potuto bere. E alcune persone andavano alla ricerca di un'imbarcazione, altre erano intente a cercare una zattera, altre ancora legavano assieme fasci di canne, desiderose di giungere all'opposta sponda. Ma il Beato, proprio come un uomo forte potrebbe distendere il suo braccio piegato o piegare il suo braccio disteso - allo stesso modo sparì da questa sponda del fiume per ritrovarsi, assieme a tutto l'Ordine dei monaci, sulla sponda opposta. E il Beato vide alcune persone che andavano alla ricerca di un'imbarcazione, altre intente a cercare una 83 zattera, altre ancora che legavano assieme fasci di canne, desiderose di giungere alla sponda opposta. Quindi il Beato, intuendo il significato di ciò, profferì in quel momento questo verso ispirato: Hanno L'atto un ponte per attraversare l'oceano e la corrente "per passare la palude: la gente intreccia una cesta, perfino. I saggi hanno già guadato!"" (138)." "7. Così da me è stato udito. In una certa occasione il Beato viaggiava sulla strada maestra nel territorio dei Kosali, assieme al venerabile Nagasamala come suo attendente personale. Mentre essi procedevano, il venerabile Nagasamala vide una biforcazione e, avendola scorta, disse al Beato: "" O Beato, vi è un'altra] strada: andiamo per quella! "". A questo detto il Beato rispose al venerabile Nagasamala: "" Questa [qui] è la strada, Nagasamala, andiamo per questa strada! "". Una seconda volta il venerabile Nagasamala disse al Beato" "e ancora una terza volta, ed il Beato rispose: ""Questa [qui] è la strada, Nagasamala, andiamo per questa strada ! "". A questo punto il venerabile Nagasamala lasciò proprio là per terra la ciotola e la veste del Beato, e se ne andò dicendo: ""Eccovi, Beato, la vostra veste e la vostra ciotola ""." "Ora capitò che, mentre il venerabile Nagasamala se ne andata per quella via secondaria, dei ladroni lo

Così il Beato, dopo aver ringraziato con questi versi Sunidha e Vassakara, grandi ministri del<br />

Magadha, si<br />

alzò dal<br />

suo seggio e se ne andò.<br />

Ora, in quel tempo, Sunidha e Vassakara seguivano i<br />

"passi del Beato, passo a passo, con questa idea: ""Quale sarà"<br />

la porta di città per la quale uscirà Gotama l'asceta, quella<br />

diverrà la porta di Gotama. Quale sarà il guado per il quale<br />

Gotama l'asceta attraverserà il Gange, quello sarà il [Sacro]<br />

Guado (137) di Gotama o. Per questa ragione la porta per la<br />

quale il Beato uscì di città prese il nome di Porta di Gotama. Indi il Beato giunse al fiume<br />

Gange. In quel<br />

tempo il Gange era in piena, giungendo all'altezza dei banchi rivieraschi, in modo tale che<br />

perfino un corvo<br />

vi avrebbe potuto bere. E alcune persone andavano alla ricerca di un'imbarcazione, altre<br />

erano intente a<br />

cercare una zattera, altre ancora legavano assieme fasci di canne, desiderose di giungere<br />

all'opposta sponda.<br />

Ma il Beato, proprio come un uomo forte potrebbe distendere il suo braccio piegato o piegare<br />

il suo braccio<br />

disteso - allo stesso modo sparì da questa sponda del fiume per ritrovarsi, assieme a tutto<br />

l'Ordine dei<br />

monaci, sulla sponda opposta.<br />

E il Beato vide alcune persone che andavano alla ricerca di un'imbarcazione, altre intente a<br />

cercare una<br />

83<br />

zattera, altre ancora che legavano assieme fasci di canne, desiderose di giungere alla sponda<br />

opposta. Quindi<br />

il Beato, intuendo il significato di ciò, profferì in quel momento questo verso ispirato:<br />

Hanno L'atto un ponte per attraversare l'oceano e la corrente<br />

"per passare la palude: la gente intreccia una cesta, perfino. I saggi hanno già guadato!""<br />

(138)."<br />

"7. Così da me è stato udito. In una certa occasione il Beato viaggiava sulla strada maestra nel<br />

territorio dei<br />

Kosali, assieme al venerabile Nagasamala come suo attendente personale. Mentre essi<br />

procedevano, il<br />

venerabile Nagasamala vide una biforcazione e, avendola scorta, disse al Beato: "" O Beato, vi<br />

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strada: andiamo per quella! "". A questo detto il Beato rispose al venerabile Nagasamala: ""<br />

Questa [qui] è la<br />

strada, Nagasamala, andiamo per questa strada! "". Una seconda volta il venerabile<br />

Nagasamala disse al<br />

Beato" "e ancora una terza volta, ed il Beato rispose: ""Questa [qui] è la strada, Nagasamala,<br />

andiamo per<br />

questa strada ! "". A questo punto il venerabile Nagasamala lasciò proprio là per terra la<br />

ciotola e la veste del<br />

Beato, e se ne andò dicendo: ""Eccovi, Beato, la vostra veste e la vostra ciotola ""."<br />

"Ora capitò che, mentre il venerabile Nagasamala se ne andata per quella via secondaria, dei<br />

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