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permarrà risoluto nell'operare , cioè, che possiederà la gnosi,<br />

quella gnosi che gli permetterà di intuire lo sviluppo e la<br />

decadenza [degli elementi della realtà], con la penetrazione<br />

54<br />

arya che fa discernere la fine del Dolore.<br />

"Inoltre, o Meghiya, il monaco che ha ben stabilito se stesso, in queste cinque condizioni, da<br />

costui altri<br />

quattro elementi devono essere sviluppati: il senso di disgusto deve venir sviluppato per<br />

giungere<br />

all'abbandono della concupiscenza; l'amorevolezza deve venir sviluppata per giungere<br />

all'abbandono<br />

dell'avversione [per il prossimo]; la consapevolezza nell'inspirare e nell'espirare (anapanasati)<br />

deve venir<br />

sviluppata per giungere alla soppressione del pensiero discorsivo (viitakka); la coscienza<br />

dell'impermanenza<br />

deve venire sviluppata per giungere allo sradicamento dell'egoismo. In chi e cosciente<br />

dell'impermanenza, o<br />

Meghiya, si stabilisce la coscienza di ciò che non è il Sé. Chi è cosciente di ciò che non Ë il Sé<br />

conquista<br />

l'annientamento della vanità dell'egoismo (63) in questa stessa vita, cioè conquista<br />

l'Estinzione (nibbana)"",<br />

A questo punto il Beato, intuendo questo significato, profferì in quel momento queste parole<br />

ispirate:"<br />

"Piccoli, sottili pensieri, prendendo forma, rendono il mentale elato (54); coloro che ciò non<br />

sanno, con lo<br />

spirito vagante, errano mentalmente qua e là; coloro che ciò sanno, ardenti di ascesi e<br />

consapevoli, domano il<br />

mentale nel pensiero; superata l'elazione della mente, il Risvegliato abbandona questi<br />

pensieri e nulla più<br />

rimane! ."<br />

2. Così da me è stato udito. In una certa occasione il Beato si trovava presso Kusinara, ad<br />

Upavattana, nel<br />

bosco di alberi sala. In quella circostanza una turba di monaci abitava in capanne nella foresta,<br />

non lontano<br />

dal Beato, superbi, insolenti, incostanti, maldicenti, ciarloni, privi di controllo, scomposti, dalla<br />

mente non<br />

raccolta, dai sensi non raffrenati.<br />

Ora il Beato, vedendo quei monaci che erano di tale specie,<br />

viventi non lungi da lui, ed intuendo il significato di ciò,<br />

profferì, in quel momento, le parole ispirate:<br />

Col corpo (= mente) non custodito, dedito a false teorie, dominato da indolenza e torpore, si<br />

soccombe al<br />

potere di Mara. Perciò il monaco che agisce seguendo giuste vedute, che ha conosciuto<br />

crescita e decadenza,<br />

superati indolenza e torpore, abbandona tutte le cattive vie!.<br />

3. Così da me è stato udito. In una certa occasione il Beato compiva il suo giro in mezzo alle<br />

genti del<br />

Kosala, seguito da gran numero di monaci. In quella occasione il Beato, uscito dalla via<br />

maestra, andò verso<br />

la radice di un certo albero, ove sedette su un sedile che gli era stato preparato.

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