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itirato nella Grotta del Fico, ove, per sette giorni, era rimasto assiso in una particolare<br />

postura. Ivi, raggiunto<br />

un determinato grado di meditazione, gli occorse di pensare: ""Se io adesso entrassi in<br />

Rajagaha per la<br />

questua, in tale occasione qualcosa come cinquecento deità sarebbero intente a raccogliere<br />

cibo elemosinato<br />

per il venerabile Maha-Kassapa "". Quindi il venerabile Maha-Kassapa, apprestatosi per la sua<br />

uscita<br />

mattutina, indossata la veste e presa la ciotola, entrò in Rajagaha per la questua."<br />

"Ora in quel tempo Sakka (50), signore degli dèi, desiderava procurare cibo elemosinato al<br />

venerabile Maha-<br />

Kassapa. Quindi prese l'aspetto di un tessitore che volgeva il filo [sulla rocca], mentre Suja, la<br />

figlia degli<br />

Asura (51), riempiva la spola. Ora il venerabile Maha-Kassapa, mentre andava girando di casa<br />

in casa, venne<br />

all'abitazione di Sakka, il signore degli dèi. E Sakka, il signore degli dèi, scorse da lontano<br />

Maha-Kassapa,<br />

mentre si avvicinava. Alla sua vista venne fuori di casa per incontrarlo, gli tolse di mano la<br />

ciotola, entrò in<br />

casa, prese dalla pentola riso con cui riempì la ciotola, che restituì a Maha-Kassapa. Questo<br />

cibo era condito<br />

50<br />

con diversi sughi, varie salse, misto di diversi intingoli, profumi e condimenti. Allora a Maha-<br />

Kassapa<br />

occorse di pensare: ""Mi immagino chi sia questa persona, che ha un simile potere magico "".<br />

Indi pensò:<br />

""Deve essere Sakka, il signore degli dèi "". Sicuro di ciò disse a Sakka, il signore degli dèi:"<br />

"Questa è una tua azione, Kosiyas (52) ! Non la fare più!""."<br />

"Ma, venerabile Kassapa, anche noi abbiamo bisogno di [compiere] azioni meritevoli, anche<br />

noi dobbiamo<br />

operare meritevolmente! "". Indi Sakka, il signore degli dèi, salutando Maha-Kassapa gli girò<br />

attorno verso<br />

destra e, salendo in cielo, fece risuonare tre volte l'atmosfera con questo verso ispirato: "" Oh,<br />

il sublime dei<br />

doni, il dono è stato ben conferito a Kassapa! "". A questo punto il Beato, mediante il suo udito<br />

divino,<br />

purificato, e che oltrepassa [le possibilità di]"<br />

quello degli uomini, udì le parole di Sakka, signore degli dèi, e quindi, intuendo il significato di<br />

ciò, proferì,<br />

in quel momento, il verso ispirato:<br />

Il monaco che questua il cibo, che sostiene se stesso, che altri non nutre, un siffatto uomo,<br />

interiormente<br />

pacificato e consapevole, anche gli dèi lo invidiano!.<br />

"8. Così da me è stato udito. In una certa occasione il Beato si trovava presso Savatthi, al bosco<br />

Jeta, nel<br />

parco di Anathapindika. Ora, in quella circostanza, ai monaci, seduti assieme nell'àmbito<br />

dell'albero kereri,<br />

essendo ritornati dalla questua ed avendo consumato il pasto, capitò di fare questo discorso:<br />

""Cari Signori, il

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