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il parco di Anathapindika. In quella circostanza un devoto laico (upasaka) di Icchanangala era venuto a Savatthi per qualche affare... Indi il devoto, avendo finito il suo affare a Savatthi, venne a visitare il Beato. Venuto che fu da lui, lo salutò e sedette in un canto. Quando si fu seduto, il Beato gli disse: ""È lungo tempo, upasaka, che non hai colto l'occasione di venire da queste parti"". ""Per lungo tempo, o Signore, ho desiderato venire a visitare il Beato, ma, attratto da questo o da quell'affare, che dovevo compiere, non sono potuto venire"". Allora il Beato," intuendo il significato di questo, profferì in quel momento seguente verso ispirato: Per chi ha ben soppesato la Buona Legge, per chi ha molto appreso, "non v'è [alcun pensiero del genere:] ""ah, come sarebbe bene" [per me] ! . Guarda come è tormentato colui che ha qualche cosa! "Gli uomini sono l'un l'altro ben stretti da legami!""." "Così è stato da me udito. In una certa occasione il Beato si trovava presso Savatthi, al bosco Jeta, nel parco di Anathapindika. Ora avvenne che in quel tempo la giovane moglie brahmana di un Errante era incinta e sul punto di partorire. La donna quindi disse al marito asceta: ""Vai, brahmana, procurami olio di tila che mi serva per il parto"". Al che l'Errante rispose: ""Ma dove potrò trovare olio per Vossignoria? "". Una seconda volta lei fece la medesima richiesta e ne ebbe la stessa risposta. Ed ancora una terza volta rivolse al marito la stessa domanda....." "Ora avvenne che in quel tempo, nel magazzino del Re Pasenadi di Kosala, si distribuiva ad ogni monaco o brahmana altrettanto burro fuso (sarpis) ed olio quanto ne poteva bere e non portare via con sé. Allora quell'Errante disse [ a se stesso]: ""Nel magazzino del Re Pasenadi di Kosala si distribuisce" "Ora io andrò al magazzino del Re Pasenadi di Kosala e berrò tanto olio quanto possa, indi ritornerò a casa, e lo vomiterò in modo che possa averlo costei per il parto""." [Con questa intenzione] l'Errante andò nel magazzino del Re Pasenadi di Kosala, bevve quanto olio poté e, ritornato a casa, non gli riuscì né di vomitarlo in su né di digerirlo in giù. Assalito da dolori acuti, aspri e taglienti, si rotolava qua e là. In quel tempo il Beato, apprestatosi per l'uscita mattutina, indossata la veste e presa la ciotola, entrò a Savatthi per la questua. Ivi vide l'Errante assalito da dolori acuti, aspri e taglienti, che si rotolava qua e là. 42 Quindi il Beato, intuendo il significato di ciò, proferì in quel momento il verso ispirato: "Beati coloro che nulla hanno; conoscitori dei Veda (26) sono invero" coloro che non posseggon nulla.
Guarda come è torturato colui che ha qualcosa (27)! Gli uomini "sono l'un l'altro stretti da legami!""." 7. Così da me è stato udito. In una certa occasione il Beato si trovava presso Savatthi, al bosco Jeta, nel parco di Anathapindika. Ora in quel tempo l'unico figlio, caro e grazioso, di un devoto laico, era venuto a morire. Ed un gran numero di devoti laici con le vesti ed i capelli ancora bagnati " [per il lavacro rituale] andò a visitare il Beato. Venuti che furono da lui, lo salutarono e sedettero in un canto. Quando essi si furono seduti il Beato disse a quegli upasaka: ""come mai, o upasada, siete venuti qui in un momento così importuno (28)?"". Quand'ebbe detto così, il devoto gli rispose ""Mi è morto, o Signore, l'unico figlio mio, caro e grazioso." Questa è la ragione per la quale noi veniamo da te con i "capelli e le vesti bagnati, in un'ora inopportuna""." " Allora il Beato, intuendo il significato di ciò, profferì in quel momento questo verso di Esaltazione: ""Aderendo a ciò che è caro e grazioso, molti dèi, molti uomini, peccatori e dominati dalla decadenza, vanno in dominio al Re della Morte." Ma coloro che giorno e notte, pieni di vigile attenzione, pongono " in disparte ciò che è caro e grazioso, costoro svellono la radice stessa del peccato, la tentazione della Morte così difficile da superare!""." 8. Così da me è stato udito. In una certa occasione il Beato si trovava a Kundiya (29), nel bosco Kundadhana. Ora, a quel tempo, Suppavasa, figlia del re dei Koliya, [che] per ben sette anni era stata incinta, si trovava in travaglio di parto da sette giorni. Essa, nonostante che fosse assalita da dolori "acuti, aspri e pungenti, mantenne il suo spirito fisso su tre pensieri: ""Rettamente Risvegliato è il Beato che insegna la Buona Legge per l'abbandono del dolore, come questo [mio];" "Rettamente Procedente sulla Via è invero l'Ordine dei discepoli del Beato, che avanza per l'abbandono del dolore, come questo [mio]; Retta Beatitudine è quella del Nibbana, ove è estinto il dolore, come questo [mio]." "Allora Suppavasa, figlia del re dei Koliya, così disse al suo signore: ""Va', o nobile signore, presso il Beato e, venerandolo in nome mio, col tuo capo ai piedi del Beato, chiedigli come sta di salute e benessere, vigore fisico, forza e comodità nel vivere, indi digli: "" Signore, Suppavasa, figlia del re dei Koliya, presenta i suoi omaggi ponendo la testa ai piedi del Beato e gli domanda come stia di salute e benessere, vigore fisico, forza e comodità nel vivere "", indi aggiungi: "" Signore, Suppavasa, figlia del re dei Koliya, è stata incinta per sette anni ed oggi si trova nel settimo giorno del travaglio del parto. Essa, nonostante che sia assalita da
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il parco di Anathapindika. In quella circostanza un devoto laico (upasaka) di Icchanangala era<br />
venuto a<br />
Savatthi per qualche affare... Indi il devoto, avendo finito il suo affare a Savatthi, venne a<br />
visitare il Beato.<br />
Venuto che fu da lui, lo salutò e sedette in un canto. Quando si fu seduto, il Beato gli disse: ""È<br />
lungo tempo,<br />
upasaka, che non hai colto l'occasione di venire da queste parti"". ""Per lungo tempo, o<br />
Signore, ho<br />
desiderato venire a visitare il Beato, ma, attratto da questo o da quell'affare, che dovevo<br />
compiere, non sono<br />
potuto venire"". Allora il Beato,"<br />
intuendo il significato di questo, profferì in quel momento seguente verso ispirato:<br />
Per chi ha ben soppesato la Buona Legge, per chi ha molto appreso,<br />
"non v'è [alcun pensiero del genere:] ""ah, come sarebbe bene"<br />
[per me] ! .<br />
Guarda come è tormentato colui che ha qualche cosa!<br />
"Gli uomini sono l'un l'altro ben stretti da legami!""."<br />
"Così è stato da me udito. In una certa occasione il Beato si trovava presso Savatthi, al bosco<br />
Jeta, nel parco<br />
di Anathapindika. Ora avvenne che in quel tempo la giovane moglie brahmana di un Errante<br />
era incinta e sul<br />
punto di partorire. La donna quindi disse al marito asceta: ""Vai, brahmana, procurami olio di<br />
tila che mi<br />
serva per il parto"". Al che l'Errante rispose: ""Ma dove potrò trovare olio per Vossignoria? "".<br />
Una seconda<br />
volta lei fece la medesima richiesta e ne ebbe la stessa risposta. Ed ancora una terza volta<br />
rivolse al marito la<br />
stessa domanda....."<br />
"Ora avvenne che in quel tempo, nel magazzino del Re Pasenadi di Kosala, si distribuiva ad<br />
ogni monaco o<br />
brahmana altrettanto burro fuso (sarpis) ed olio quanto ne poteva bere e non portare via con<br />
sé. Allora<br />
quell'Errante disse [ a se stesso]: ""Nel magazzino del Re Pasenadi di Kosala si distribuisce"<br />
"Ora io andrò al<br />
magazzino del Re Pasenadi di Kosala e berrò tanto olio quanto possa, indi ritornerò a casa, e lo<br />
vomiterò in<br />
modo che possa averlo costei per il parto""."<br />
[Con questa intenzione] l'Errante andò nel magazzino del Re Pasenadi di Kosala, bevve quanto<br />
olio poté e,<br />
ritornato a casa, non gli riuscì né di vomitarlo in su né di digerirlo in giù. Assalito da dolori<br />
acuti, aspri e<br />
taglienti, si rotolava qua e là. In quel tempo il Beato, apprestatosi per l'uscita mattutina,<br />
indossata la veste e<br />
presa la ciotola, entrò a Savatthi per la questua. Ivi vide l'Errante assalito da dolori acuti, aspri<br />
e taglienti, che<br />
si rotolava qua e là.<br />
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Quindi il Beato, intuendo il significato di ciò, proferì in quel momento il verso ispirato:<br />
"Beati coloro che nulla hanno; conoscitori dei Veda (26) sono invero"<br />
coloro che non posseggon nulla.