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occasione, il Beato se ne stava seduto all'aria aperta in una notte scurissima e il dio del cielo gli faceva piovere addosso goccia a goccia. Allora lo yakkha Ajakalapa, volendo ispirare al Beato paura, costernazione ed orrore, avvicinatosi al Beato per ben tre volte gli urlò vicino il suo ululato, dicendo: ""Vi è un lemure per te, monaco!"". Però il Beato, avendo intuito il significato di ciò, profferì in quel momento questo verso ispirato:" quando ha superato tutti gli elementi della realtà che è in lui stesso, "il brahmana è di là da questo lemure, con tutto il suo frastuono!""." "8. Così da me è stato udito. In una certa occasione il Beato si trovava presso Savatthi, al bosco Jeta, nel parco di Anathapindika. In quella circostanza il venerabile Sangamaji (9) era venuto a Savatthi per vedere il Beato. Ora, colei che precedentemente era stata la moglie di Sangamaji, senti che si diceva: ""Il nobile Sangamaji è venuto a Savatthi"". Allora prese il suo bambino e se ne andò al bosco Jeta. Ora, in quella occasione, il venerabile Sahgamaji se ne stava assiso sulla radice di un certo albero per il riposo meridiano. Allora colei che era stata in precedenza la moglie del venerabile Sahgamaji gli andò incontro, gli si avvicinò e gli disse questo: ""O monaco, nutri questo piccolo bimbo e me del pari""." "A queste parole il venerabile Sahgamaji rimase silenzioso. Così, ancora una seconda volta colei che era stata in precedenza la moglie del venerabile Sahgamaji ripeté: ""O monaco. nutri questo piccolo bimbo e me del pari !""." A queste parole il venerabile Sahgamaji rimase silenzioso ed essa ripeté una terza volta la stessa domanda "ed il venerabile Sangamaji rimase silenzioso. Allora lei pose il bimbo di fronte al venerabile Sangamaji e se ne andò dicendo: ""Questo è tuo figlio, o monaco, nutrilo!"", ma il venerabile Sangamaji né lo guardò né gli disse verbo. E lei, che si era di poco allontanata, voltatasi, vide che il venerabile Sangamaji né guardava il bambino né gli parlava. Vedendo ciò essa pensò: ""Questo monaco non ha neppure bisogno del suo bambino"". Allora tornò indietro, prese il bambino e se ne andò via." Ora il Beato, col suo occhio divino, purificato tanto più di quello che è proprio agli esseri umani, contemplando una tale improprietà, come quella compiuta da colei che era stata in precedenza la moglie di Sangamaji (10), ed intuendo il significato di ciò, in quel momento profferì questo verso ispirato: 38 Non si rallegra quando essa arriva né soffre quando se ne
"va via. Sangamaji lo svincolato, questi io chiamo un brahmana"" ." "9. Così da me è stato udito. In una certa occasione il Beato si trovava presso Gaya, al Capo di Gaya. In quella circostanza un gran numero di asceti con la crocchia(11), nelle fredde notti d'inverno fra gli ottavi [giorni prima e dopo il plenilunio] (12) all'epoca in cui cade la neve, s'immergevano ed emergevano dalle acque del Gaya, aspergendosi reciprocamente, e versavano l'oblazione sul fuoco sacrificale, [intendendo:] ""per questo mezzo si ottiene la purità"". Ora il Beato, vedendo un tale numero di asceti che agiva così e, allo stesso tempo, intuendo il significato di ciò, profferì questo verso ispirato:" Non per l'acqua si diventa puri, anche se tanta gente ivi si bagna. "Colui nel quale è Verità e Buona Legge, costui è puro, costui un brahmana"" ." "l0. Così da me è stato udito. In una certa occasione il Beato si trovava presso Savatthi, al bosco Jeta, nel parco di Anathapindika. In questa stessa epoca Bahiya, dalla Veste di Scorza (? - Daruclriyo), risiedeva a Supparaka (13) in riva al mare, dove era stimato, onorato, considerato, venerato e trattato con deferenza, per cui aveva ricevuto grande quantità di vesti, cibo, giacigli e seggi, conforti e medicamenti per malattie. Ora, nella mente di Bahiya dalla Veste di Scorza, sorse questa considerazione: ""Chissà che io sia uno di coloro che in questo mondo sono Arhat, oppure che abbia conseguito la via degli Arhat?"". Allora una devota(14), che in una sua esistenza precedente era stata un consanguineo di Bahiya dalla Veste di Scorza, presa da compassione e dal desiderio di beneficarlo, venne ove egli si trovava e disse a Bahiya dalla Veste di Scorza: ""Bahiya, tu non sei un Arhat, né hai raggiunto la via degli Arhat. Questa non è la strada per la quale puoi divenire Arhat oppure raggiungere la via degli Arhat""." Ma allora - disse Baniya - a chi sono coloro che, nel mondo con i suoi deva, sono Arhat oppure hanno raggiunto la via degli Arhat?. "(""Vi è una città, Bahiya, nelle regioni settentrionali, detta Savatthi. Ivi risiede quel Beato che è un Arhat, un vero Risvegliato (samma-sambuddha). Egli è davvero, o Bahiya, un Arhat e insegna la Legge che permette di raggiungere la condizione di Arhat""." "Allora Bahiya dalla Veste di Scorza, incitato da quella devata, lasciò Supparaka e, fermandosi una sola notte [in ogni posto - ?] durante il viaggio (15), giunse dove il Beato si trovava, presso Savatthi, al bosco Jeta, nel parco di Anathapindika. Ora, in quella occasione, un gran numero di monaci passeggiava all'aria aperta. Quando Bahiya dalla Veste di Scorza fu giunto presso quei monaci, chiese loro: ""Di grazia, Signori,
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ed orrore, avvicinatosi al Beato per ben tre volte gli urlò vicino il suo ululato, dicendo: ""Vi è<br />
un lemure per<br />
te, monaco!"". Però il Beato, avendo intuito il significato di ciò, profferì in quel momento<br />
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ispirato:"<br />
quando ha superato tutti gli elementi della realtà che è in lui<br />
stesso,<br />
"il brahmana è di là da questo lemure, con tutto il suo frastuono!""."<br />
"8. Così da me è stato udito. In una certa occasione il Beato si trovava presso Savatthi, al bosco<br />
Jeta, nel<br />
parco di Anathapindika. In quella circostanza il venerabile Sangamaji (9) era venuto a Savatthi<br />
per vedere il<br />
Beato. Ora, colei che precedentemente era stata la moglie di Sangamaji, senti che si diceva: ""Il<br />
nobile<br />
Sangamaji è venuto a Savatthi"". Allora prese il suo bambino e se ne andò al bosco Jeta. Ora, in<br />
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occasione, il venerabile Sahgamaji se ne stava assiso sulla radice di un certo albero per il<br />
riposo meridiano.<br />
Allora colei che era stata in precedenza la moglie del venerabile Sahgamaji gli andò incontro,<br />
gli si avvicinò<br />
e gli disse questo: ""O monaco, nutri questo piccolo bimbo e me del pari""."<br />
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colei che era<br />
stata in precedenza la moglie del venerabile Sahgamaji ripeté: ""O monaco. nutri questo<br />
piccolo bimbo e me<br />
del pari !""."<br />
A queste parole il venerabile Sahgamaji rimase silenzioso<br />
ed essa ripeté una terza volta la stessa domanda "ed il venerabile Sangamaji rimase silenzioso.<br />
Allora lei<br />
pose il bimbo di fronte al venerabile Sangamaji e se ne andò dicendo: ""Questo è tuo figlio, o<br />
monaco,<br />
nutrilo!"", ma il venerabile Sangamaji né lo guardò né gli disse verbo. E lei, che si era di poco<br />
allontanata,<br />
voltatasi, vide che il venerabile Sangamaji né guardava il bambino né gli parlava. Vedendo ciò<br />
essa pensò:<br />
""Questo monaco non ha neppure bisogno del suo bambino"". Allora tornò indietro, prese il<br />
bambino e se ne<br />
andò via."<br />
Ora il Beato, col suo occhio divino, purificato tanto più di quello che è proprio agli esseri<br />
umani,<br />
contemplando una tale improprietà, come quella compiuta da colei che era stata in<br />
precedenza la moglie di<br />
Sangamaji (10), ed intuendo il significato di ciò, in quel momento profferì questo verso<br />
ispirato:<br />
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